In attesa delle consultazioni ufficiali al Colle, sono andate in scena quelle del Movimento 5 Stelle. Una cosa è certa quando volge al termine un’altra intensa giornata politica: il dialogo sul Governo è sempre difficile. Oggi ci sono state nuove schermaglie tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, invece il Pd si è barricato all’opposizione. Del resto i dem stanno registrando forti tensioni all’interno: c’è chi, come Dario Franceschini, chiede di ridiscutere la linea sulla formazione del governo, mentre Matteo Renzi blocca ogni apertura. Nel frattempo è andata in scena una nuova battaglia nella guerra di posizione. Alle dichiarazioni del M5S ha replicato il leader del Carroccio: «Il mio obiettivo è andare al governo. Siamo disposti a dialogare con tutti ma non saremo subalterni a nessuno, visto che il centrodestra è la coalizione più votata dagli italiani». Questo vuol dire che il braccio di ferro con Di Maio per la premiership prosegue. Lo stallo continua ma il dialogo tra M5S e Lega non si interrompe. Come riportato da Repubblica, la prossima settimana è previsto un incontro tra Di Maio e Salvini. (agg. di Silvana Palazzo)
M5S: “CONVERGENZE A DESTRA E SINISTRA”
Luigi Di Maio, al termine dell’ennesima giornata di mini-consultazioni con gli altri partiti del Parlamento – escluso il Partito Democratico – rilascia alcune dichiarazioni a metà tra il sibillino e l’apertura ad accordi possibili: «L’unico gruppo che finora si è sottratto al confronto è il Pd che sta portando avanti la linea del freno al cambiamento. Noi continueremo sulla linea della responsabilità», mentre in un altro passaggio sempre su Facebook il candidato Premier del M5s afferma che vi sono convergenze buone sia a destra che a sinistra. Intende certamente Liberi e Uguali, con i quali stamattina Toninelli e Grillo hanno avuto il primo di una serie di mini-vertici, ma è soprattutto a Forza Italia e Lega a riferirsi dopo aver già detto in mattinata «incontri costruttivi, dialogo sui temi». Proprio perché si dialoga sui temi, i due principali che tengono ancora distanti – anche se non del tutto – le 2 compagini rivali sono di certo il Reddito di Cittadinanza e la Flat Tax.
Mentre sul primo, Salvini ha dato un leggero “schiaffo” in mattinata alle proposte di Di Maio – qui sotto una breve spiegazione – è sul secondo punto, quello di marca Centrodestra a ricevere le prime (flebili) aperture da parte dei grillini: «Io sono molto, molto, contento che Matteo Salvini abbia aperto sul reddito di cittadinanza e con lui Giorgetti (capogruppo Lega alla Camera, ndr): allo stesso modo noi potremmo dire loro che se la flat tax è costituzionale e include i poveri noi non chiudiamo mai». Lo dice Toninelli questo pomeriggio al termine del round di consultazioni interne ai palazzi della Politica, prima di precisare che «Noi non abbiamo visto la proposta sulla flat tax nel dettaglio ma abbiamo detto che vogliamo fare un taglio delle tasse che sia costituzionale e che vogliamo vedere la proposta nel dettaglio. Così come loro ci dicono di spiegargli nel dettaglio il reddito di cittadinanza: questo è un modo serio di fare politica davanti ai cittadini e nel Parlamento della Repubblica italiana», conclude il capogruppo al Senato per il Movimento 5 Stelle.
IL REBUS “REDDITO DI CITTADINANZA”
Resta però il rebus sul Reddito di Cittadinanza, al netto delle aperture che a sorpresa si sono tenute oggi sulla proposta di “rivoluzione fiscale” proposta da Berlusconi e Salvini: in mattinata infatti, ad una intervista fatta da Michele Anzaldi (Pd, renziano) contro il RdC, la Lega aveva rilanciato il commento del deputato dem molto duro contro i colleghi grillini. «Dopo 5 anni di propaganda ora scoprono che si sono sbagliati. Per anni hanno promesso soldi, illudendo le persone e speculando sulla pelle di chi non ce la fa. Passata la festa, gabbato lo santo. Vergogna»: un piccolo incidente diplomatico che poi Giorgetti avrebbe fugato nel vertice con Toninelli-Grillo, spiegando come vi siano dei possibili accordi da prendere sul contrasto alla povertà, «anche se bisogna estirpare qualsiasi elemento di assistenzialismo», insiste il segretario del Carroccio. «L’obiettivo del M5s resta il reddito di cittadinanza, la nostra è una soluzione sistemica. Tutto il resto può andare bene in quest’ottica ma resta un palliativo», ha spiegato l’ultra ortodossa grillina Paola Nugnes, che allontana possibili “smussature” tra Lega e M5s sul Reddito di Cittadinanza.
Resta la distanza insomma, come dall’altra parte sponda grillina è presente sulla persona fisica di Silvio Berlusconi, «Ci sono alcuni aspetti difficili, per noi è imprescindibile una lotta alla grande evasione e una seria legge sul conflitto di interessi». Se il rapporto però è del tutto gelido sulla sponda Pd-M5s, tra il Centrodestra e Di Maio dei possibili spiragli di apertura sono presenti e potrebbero essere un punto di partenza per le Consultazioni in arrivo la prossima settimana: resta da capire chi sarà pronto a fare un passo indietro, se Di Maio – «io sarò premier, altrimenti si va a nuove elezioni» – o Salvini – «non saremo subalterni a nessuno». tanti auguri..