È uno dei casi “politici” più spinosi delle ultime settimane, con i sondaggi elettorali che dunque non potevano non occuparsi della vicenda “migranti e ong”: dopo le accuse di Di Maio ad alcune gestioni poco pulite di varie Ong nel Mediterraneo, sono arrivate le parole del pm di Catania Zuccaro, che ha dato il via ad alcune indagini contro presunte collusioni tra mafia, organizzazioni criminali e Ong nel recupero migranti in mare aperto. Ebbene, secondo i sondaggi prodotti da Demos & Demetra per Repubblica, gli elettori italiani tra una associazione di volontarietà e un’organizzazione di volontariato internazionale non governativa, la cosiddetta Ong, non hanno molti dubbi. Per il 63% degli italiani (intervistati) sono preferibili le associazioni di volontariato mentre “solo” per il 42% le Ong dispongono di un sufficiente credito di fiducia, dando in qualche modo “ragione” alle teorie deI Cinque Stelle e del giudice Zuccaro, oltre che alla lunga propaganda della Lega Nord che da tempo va ripetendo tali accuse.
Il Partito democratico non riesce ad agganciare il Movimento 5 Stelle: lo rivela un sondaggio EMG, secondo cui il partito di Matteo Renzi sarebbe anzi calato. Il ritorno in campo dell’ex premier e la vittoria di Macron avrebbero potuto spingere il PD, ma forse ha inciso la vicenda Banca Etruria-Unicredit. Ritorna a salire, dunque, il M5S, così come in crescita è apparso il centrodestra nel sondaggio elettorale. I grillini hanno guadagnato il 0,6%, salendo quindi al 29,6%. I dem, invece, hanno perso quattro decimi, scendendo così al 28,5%. In crescita Forza Italia, che guadagna tre decimi e arriva al 13,3%. La Lega Nord ha, invece, guadagnato mezzo punto, quindi ora sarebbe al 12,9%. Solo Fratelli d’Italia, invece, è in calo: ha perso tre decimi, quindi è al 4,3%. Il centrodestra nel complesso, se cioè fosse unito, sarebbe al 30,5%, quindi in grado di battere gli schieramenti rivali. Eppure il clima non è dei migliori tra il partito guidato da Silvio Berlusconi e quello di cui è leader Matteo Salvini. (agg. di Silvana Palazzo)
Gli ultimi due sindaci di Roma – aggiungendo forse anche Alemanno, pur non rientrando in questi ultimi sondaggi di Winpoll-Scenari Politici – non piacciono ai cittadini e a solo un anno dall’elezione “plebiscito” di Virginia Raggi al Campidoglio già gli scenari sono in netta picchiata. Stando alle indicazioni fornite dai sondaggi di Winpoll infatti Virginia Raggi, sindaco M5s, dopo una serie di scandali e accuse durate 12 mesi, ottiene la stessa “fiducia” di cui nutriva Ignazio Marino dopo un anno dalla sua elezione (ricordiamo come l’ex Pd è durato in carica circa un anno e mezzo prima delle dimissioni “forzate” per la venuta meno fiducia di quasi tutta la Giunta). 21% per la Raggi, 27% per Marino, la fiducia sull’adattabilità e competenza nel guidare la città di Roma è come si vede assai bassa e senza grandi speranze per l’immediato futuro.
Un dato che lo certifica e che mostra come i cittadini romani siano già “stufi” di questa amministrazione (come per la precedente) è quel 52% che sceglie “nessuno dei due” per indicare chi è adatto a governare la Capitale. I problemi della città di Roma restano chiaramente circoscritti alla sola Capitale, anche se resta la massima prova di potere per i Cinque Stelle che potrebbero “pagare” in termini di consenso nelle prossime elezioni politiche nazionale, con gli scenari e le strategie che ovviamente continuano ad evolversi anche in questi giorni.
I sondaggi elettorali in questo periodo di struttura e strategia per i prossimi mesi decisivi di lunga campagna elettorale servono anche a dare il polso della situazione: ebbene, stando agli ultimi dati prodotti da Demos & Demetra per La Repubblica, il Partito Democratico sfrutta l’effetto Renzi dopo le Primarie e compie il sorpasso sul Movimento 5 Stelle, 28,5% vs 27,5%. I grillini “pagano” l’effetto-Raggi sul Comune di Roma e una dimensione ancora non chiarissima sul fronte delle Amministrative dove rischia di non raccogliere quanto sperate. Restano i primi due partiti del Paese, senza possibilità di raggiungere uno straccio di maggioranza, ma comunque con un divario nettissimo su tutti gli altri inseguitori: centrodestra ancora “bloccato” dal dissidio Forza Italia-Lega Nord con il 13,3% di Berlusconi e il 12,9% di Salvini che non riescono a trovare un accordo e si condannano a rimanere indietro nelle intenzioni di voto.
Fratelli d’Italia al 4%, Alternativa Popolare al 2% e le Sinistre che invece raccolgono (qualora si unissero) un interessante 7,6%. In questo caso infatti è più probabile l’accordo tra Sinistra Italiana (2,8%), Campo Progressista di Pisapia (2%) e Democratici e Progressisti (3,8%) che come forze anti-renziane potrebbero lanciare la sfida come piccolo ago della bilancia in un eventuale accordo post-voto.
Nei sondaggi politici elettorali prodotti in questo periodo di fortissima discussione in Parlamento (e ovviamente anche fuori) sul tema della legittima difesa, ovviamente il “caso” del ddl approvato alla Camera non può non essere considerato. Secondo i sondaggi pubblicati da Euromedia si scopre che per il 66,5% degli italiani intervistati la difesa è sempre legittima soprattutto se un ladro entra nella propria proprietà.
«La legittima difesa deve scattare in modo automatico— escludendo cioè le valutazioni del giudice — ogni volta che si verifichi un’aggressione» è stata la scelta maggiormente opzionata dagli elettori sondati. Bassa percentuale invece, il 22,8%, per chi invece ritiene che è giusto vi sia una ampia discrezionalità del giudice in merito, e ogni volta deve decidere sulla “cosiddetta proporzionalità”, «ovvero se il comportamento di difesa è commisurato all’offesa che si sta subendo», si legge nelle risposte degli elettori nel sondaggio Euromedia..