In tempi di crisi politica con il governo Renzi dimissionario e quello Gentiloni nato con poco margine di fiducia al Senato, gli italiani nei sondaggi politici elettorali in vista delle elezioni cosa pendano dell’intero macro-percorso di crisi? Nei sondaggi prodotti da Tecnè si scopre come per gli italiani intervistati, l’ipotesi migliore ora che si è appena formato il governo è fare immediatamente la legge elettorale e andare così a votare prima dell’estate. Il 62% dunque sceglie la via “renziana” di elezioni al più presto possibile, mentre il 20% ritiene giusto andare al voto immediatamente anche con la legge elettorale attuale dell’Italicum, sposando così la tesi di Lega Nord e M5s. Si chiude con il 135 degli elettori che nei sondaggi elettorali preferiscono andare avanti con il nuovo governo fino alla fine naturale della legislatura, ovvero marzo 2018.
Nei sondaggi prodotti dopo il referendum costituzionale e in vista delle prossime scadenze politiche ed elettorali l’analisi compiuta dai sondaggisti di Emg Acqua mostrano una sostanziale situazione di parità tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Le intenzioni di voto che nei prossimi mesi saranno sempre più continue vista la parte finale della legislatura, addirittura arrivata con un nuovo governo lampo dopo le dimissioni di Renzi, e le sorprese potrebbe man mano scorgersi. Al momento, per il centrodestra il divario dai due primi partiti in Italia è ancora legato a 2-3% che farebbero rimanere inutili gli ampi sforzi di unità che Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia dovranno effettuare per presentarsi come lista unica (al momento ipotesi non molto realizzabile, in effetti). Secondo i sondaggi elettorali del primo turno di eventuali Politiche Nazionali, il Pd resta davanti ma di pochissimi voti al M5s con 31,4% contro 31,2%, con il listone del centrodestra che resta al palo con il 28,3% delle preferenze. Lontanissimi gli altri, con Area Popolare al 3,9%, Sinistra Italiana (ricordiamo che Sel si è definitivamente sciolta) al 3,6%.
Scartabellando i vari sondaggi politici ed elettorali di questo ultimo convulso periodo della politica italiana si scopre un dato molto interessante che aiuterà a proiettare qualche analisi sulle prossime inevitabili elezioni (al massimo tra un anno). Lo studio fatto dai sondaggi di Tecnè per Mediaset ha mostrato come gli elettori delle ultime Elezioni Europee del 2014 hanno votato al referendum costituzionale del 4 dicembre scorso: qui si scopre come il flusso di voti si è spostato o meno in soli due anni di esperienza Renzi cha ha accomunato questo ultimo periodo. Gli elettori del Pd, secondo i sondaggi pubblicati, hanno votato per l’87,2% il Sì, il 12,8% per il No, dimostrando una tenuta forte per il governo. Sinistra italiana con Tsipras ha votato il Sì al 24,7%, il no per il 77,1%, mentre d’altra parte Fratelli d’Italia ha votato il Sì al 9,2% contro un No schiacciante al 90,8%. Area Popolare ha tenuto il 24,1% sul Governo, mentre bocciato dal 75,9%. Gli ultimi sondaggi hanno visto come la Lega Nord ha scelto Sì solo il 10,1% contro un 89,9% di No. M5s da programma ha bocciato il referendum con il 90,8% di No mentre il Sì degli elettori che nelle Europee hanno votato Forza Italia è stato solo il 9,2%. In poche parole Renzi ha perso e praticamente dovunque non ha guadagnato voti, anzi ne ha persi: in vista delle prossime Elezioni questo bilancio peserà?
Archiviato il voto per il referendum costituzionale i sondaggi elettorali e politici indagano anche sulla distribuzione del sì e del no nell’elettorato. Da una rilevazione di Tecné sr.l. per Rti, effettuata proprio il 4 dicembre scorso nel giorno della consultazione sulla riforma della Costituzione, emerge il quadro di chi ha votato sì e chi no. Questi sondaggi elettorali e politici hanno fotografato il voto per il referendum costituzionale in base all’età e al titolo di studio degli elettori. Ed è risultato che la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi è stata bocciata dai giovani laureati. Ha infatti dichiarato di aver votato no il il 68% degli italiani di età compresa tra 18-34 anni (contro il 32% che ha votato sì). Salendo con l’età hanno votato no al referendum costituzionale il 60,5% dei 35-44enni, il 57,8% dei 45-54enni, il 60,1% dei 55-64enni e il 48,4% di chi ha più di 64 anni. Per quanto riguarda il titolo di studio, secondo i risultati di questi sondaggi elettorali e politici, il no è arrivato dal 65,9% dei laureati, dal 58,1% dei diplomati, dal 59,5% di chi ha la licenza media e dal 58,6% di chi si è fermato alla scuola elementare.