Non è tempo di elezioni ma di sondaggi elettorali l’indicazione è sempre dietro l’angolo: in questo 2016 che vedrà il grande appuntamento con le Amministrative di giugno, interessante indicazioni vengono prese dai partiti presso i vari centri di statistica nazionali in moda da capire dove sta andando il proprio e soprattutto l’altrui elettorato. Da questo punto di vista, singolare sembra essere la scelta di Silvio Berlusconi che sta cercando di rilanciare il proprio partito in vista non solo delle amministrative ma anche di una ipotetica tornata nazionale. Dopo varie voci di corridoio che davano il nome e il simbolo di Forza Italia in forse per alcuni comuni, è invece arrivato il secco “no” del Cavaliere che intende riproporre il suo classico schema strategico usato fin dal 1994, nonostante ora FI sia davvero ai minimi storici, attestato su un probabile 12% e non in crescita al momento. Forza Italia correrà con il suo simbolo nei comuni con più di 15mila abitanti mentre in quelli più piccoli valuterà, di caso in caso, i vari accordi con liste civiche e alleati. Berlusconi va ripetendo in questi giorni e continuerà a farlo nelle prossime settimane per cercare di interrompere il duopolio previsto M5s e Pd. Ci riuscirà con il classico schema?
I vari sondaggi elettorali 2016 è proprio in giornate come queste dove si preparano le prossime candidature alle amministrative e che vengono tirati fuori nelle varie sedi dei partiti. Per cercare di capire in che condizioni siano le varie previsioni sul propria situazione, i vari partiti italiani cercano di comprendere dai sondaggi come realmente risponde l’elettorato alle azioni e alle vicende correnti. Un punto rimane sempre in sottofondo, a volte tirato fuori ma mai veramente affrontato: la grande crisi dell’astensione che ad ogni elezione, specie quelle amministrative, cresce sempre di più. Ebbene, il Gruppo Espresso ha commissionato a Nasi e Associati un sondaggio molto interessante, per una volta orientato non per chi voterebbe il tal intervistato, ma rivolto esclusivamente a chi invece ha deciso e non si recherà alle urne nelle prossime tornate. Dati molto interessanti sono usciti: si evince infatti che il 47% degli italiani intervistati non vota nessun partito perché non fanno politica onesta o trasparente, mente il 26% non vota semplicemente per una politica di base che non piace al possibile elettorato. Sono in pochissimi quelli che rispondono che la politica non interessa (8%) e questo sfata di fatto l’idea per cui astenersi significa che non interessa la cosa pubblica. L’interesse è invece vivissimo e proprio per questo non si trovano corrispondenze nelle realtà politiche odierne e a questo devono guardare tutti i partiti, nessuno escluso, per cercare di risolvere questa emorragia. Da ultimo, la maggioranza di quelli che non votano in questo 2015 appena chiuso è per il 55% di centrosinistra come idee e impostazione culturale, mentre il restante 45% si sente di centrodestra. Partiti, a voi la sfida.
Non mancano molti mesi alle Amministrative, con i sondaggi elettorali 2016 che iniziano ad incidere anche nella scelta dei nomi e dei candidati delle prossime decisive elezioni amministrative: importante sarà vedere come il governo nazionale a maggioranza Pd uscirà dopo questa tornata, con alcuni interessanti spunti che sono forniti dalla situazione davvero incerta di Napoli. A giugno ci sarà infatti da scegliere per i napoletani chi sarà il nuovo sindaco e un sondaggio commissionato da Il Giornale negli scorsi giorni tramite Ipr indica aspetti interessanti: il candidato del controdestra Gianni Lettieri sarebbe davanti con il 29% delle preferenze, ma è alle sue spalle che si scatena la lotta tutta interna al Pd che potrebbe definire il risultato finale. Al secondo posto per gli intervistati, troviamo Luigi de Magistris, attuale sindaco uscente, con il 23% che precede di pochissimo Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli e ora al 22%. Resterà da capire chi dei due vincerà le primarie del Pd di febbraio che molto potrebbero ancora dire. Al quarto posto il candidato del Movimento 5 Stelle che ancora non ha un volto e un nome – deve ancora essere scelto dai cittadini del M5S – ma che prenderebbe il 20% delle preferenze. Le primarie del partito di Renzi e Orfini ovviamente potrebbero sconvolgere tutti i piani, con un potenziale miglioramento del centrosinistra che non escluderà sorprese, specie su chi presenteranno davvero i grillini.