Toto ministri. Ancora prima che Enrico Letta si recasse al Quirinale per ricevere l’incarico da Giorgio Napolitano a formare un nuovo governo, giravano già i nomi dei probabili ministri. E qualcuno azzardava persino che entro sera Letta avrebbe annunciato la sua “squadra”. Dopo il discorso perentorio e senza appelli dell’altro giorno di Napolitano, si era pensato, forse con troppa disinvoltura, che i giochi fossero fatti e che addirittura i ministri li avesse scelti direttamente il presidente della Repubblica. In realtà, in questa versione dei fatti, c’è solo un pezzo di verità. In queste ore Napolitano partecipa attivamente con Letta alla formazione del governo, ma il giovane leader del Pd vuole giocarsi le sue chance in autonomia. Una sua dichiarazione di ieri ha fatto pensare, e non poco. Quando ha detto senza mezzi termini che non governerà a tutti i costi ma solo se ci saranno le condizioni per farlo. Dietro questo monito si nascondono le due spine nel fianco del premier incaricato. Il Pd e Silvio Berlusconi. E’ risaputo che il suo partito non sia unanime sulla sua candidatura e molti leader, Rosy Bindi in testa, stanno provando ogni giorno che passa a indebolirlo. E poi c’è il fronte renziano che vuole andare a elezioni subito e che in cambio chiede, come consolazione, il ministero del Lavoro per Sergio Chiamparino. C’è soprattutto da frenare la rabbia vendicativa di uno dei “vecchi” del Pd, Massimo D’Alema, disposto a firmare la pace solo in cambio del ministero degli Esteri, suo vecchio pallino. Dovrà però vedersela con il premier uscente Mario Monti, gradito all’Europa. Spostandoci dal fronte interno, c’è un’altra spina che è rappresentata da Berlusconi. Il leader del Pdl sta adottando la politica dei due forni: si dice disponibile a formare un governo politico di luna durata che resti in carica 5 anni, però non è disposto ad appoggiarlo gratis. Berlusconi vuole a tutti i costi decidere il prossimo ministro della Giustizia e su questo punto è disposto anche a ritirare l’appoggio al nuovo esecutivo e ad andare a elezioni, forte dei sondaggi che lo vedrebbero vincitore anche con l’attuale legge elettorale. Ad oggi tutti i tentativi di mediazione tra le parti sono andati a vuoto. Berlusconi ha bocciato persino Anna Maria Cancellieri, notoriamente vicina a posizioni di centrodestra. Il Pd ha provato nelle ultime ore a proporre la candidatura di Luciano Violante che vede il favore di una buona parte del Pdl. Letta su questo punto non può cedere: se accontentasse Berlusconi si vedrebbe sfilare l’appoggio di tutto il partito. Il toto ministri continua…