La vittoria di Chiara Appendino nel ballottaggio per le elezioni amministrative di Torino, hanno avuto un certo eco. Per Piero Fassino una sconfitta assolutamente non preventivata anche in ragione del cospicuo vantaggio palesato nel primo turno (circa 11 punti percentuali) e che gli costa anche la presidenza dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). A tal proposito,arriva piuttosto pungente il commento del sindaco di Berceto, Luigi Lucchi che non solo attacca Fassino per il suo apporto da Presidente Anci ma si candida quale suo successore: “Con la sconfitta di Fassino di avere un presidente Anci non succube del Governo, che ami la Costituzione e le autonomie. Insomma serve un presidente che abbia voglia di far ripartire e rinascere l’Italia dai Comuni. Quindi mi candido io. Fassino? Contrariamente a quanto pensavo e speravo, è stato un pessimo presidente Anci. È riuscito perfino a superare il suo predecessore Graziano Delrio”.
Sicuramente Chiara Appendino, sindaco appena eletto a Torino del Movimento 5 Stelle, ha intenzione di mettersi al servizio della propria città e ha deciso di utilizzare anch’ella i social come strumento di divulgazione del proprio pensiero. Sulla sua pagina Facebook ufficiale, la Appendino ha pubblicato un post con tanto di link al suo discorso per la vittoria scritto anche sul suo sito ufficiale. Il primo cittadino di Torino ha scritto: “È stato un lungo cammino iniziato cinque anni fa quando oltre 20.000 torinesi ci hanno dato la possibilità di entrare per la prima volta nella Sala Rossa per iniziare a mettere i semi di ciò che sarebbe successo dopo. In questi anni molte persone si sono avvicinate a noi e hanno portato le loro idee, la loro esperienza, la loro visione e tutti insieme abbiamo lavorato per costruire un progetto per dare un nuovo corso alla nostra città. È stato un lungo cammino anche questa campagna elettorale. Iniziata più di 7 mesi fa, è stata intensa e faticosa ma l’abbiamo affrontata con impegno e generosità, senza mai perdere il sorriso, anche nei momenti difficili. Abbiamo incontrato decine di migliaia di persone che volevano tornare a occuparsi della propria città e dei suoi beni comuni, abbiamo assistito ad una voglia sempre crescente di mettere in discussione i problemi reali e le criticità rimaste senza risposte di Torino.” (clicca qui per il post completo)
Chiara Appendino, neo eletto sindaco della città di Torino, sembra avere già le idee chiare su dove mettere le mani sin dalle prime battute. Infatti, l’esponente del Movimento Cinque Stelle lancia una bordata a Francesco Profumo, ex Ministro del Governo Monti e messo alla guida della Compagnia di San Paolo, potente fondazione di natura bancaria, dall’ormai ex primo cittadino torinese Piero Fassino. La Appendino ha sottolineato: “Credo che chi ha fatto certe scelte che io ho anche contrastato, come aumentare gli stipendi, debba fare un passo indietro”. Non si è fatta attendere la replica di Profumo che ha rimarcato: “Quei 400 mila euro non sono stati stanziati per gli emolumenti bensì è una ipotesi formulata per promuovere l’attivazione di organi tecnici quali comitati Scientifici formati da esperti per contribuire alla formazione di linee programmatiche del prossimo quadriennio: adempimento, questo, legislativo e statuario. Per cui falso affermare che tale importo sia destinato ad aumentare gli emolumenti del presidente e dei consiglieri”.
Lo scambi di battute tra il parlamentare democratico Stefano Esposito ed Enrico Mentana, nel corso della maratona elettorale di La7, ha messo in evidenza l’ammissione della sconfitta da parte dell’ex assessore di Roma Capitale. Stefano ha anche scherzato sul suo cognome, confidando di poter usare qualche cornetto (essendo originario di Napoli). Mentana, tuttavia, gli fa notare che anche a Napoli le cose per il Pd non sono andate affatto bene. Ha commentato Esposito: “Avremo tempo per fare una riflessione per capire soprattutto perché gli elettori ci hanno votato le spalle. Ricordiamo che Torino è una delle città che è stata amministrata meglio. Noi lasciamo al M5S una delle città meglio governate. Sul fatto che sia colpa di Renzi ho già visto le dichiarazioni di qualche mio collega e non sono d’accordo. Credo che qui la sconfitta del Pd sia imputabile a un distacco generazionale.”
Probabilmente l’esito più clamoroso di tutta la tornata elettorale è rappresentato dalla sconfitta di Piero Fassino, candidato del Partito Democratico e sindaco uscente, battuto al ballottaggio da Chiara Appendino del Movimento Cinque Stelle. Una vittoria clamorosa non solo perché l’Appendino, probabilmente premiata dagli elettori di centrodestra, ha saputo recuperare gli 11 punti percentuali di ritardo emersi al primo punto nei confronti di Piero Fassino, ma anche perché riporta alla mente le parole dette da quest’ultimo nel 2009 quando commentando la volontà di Beppe Grillo di candidarsi nelle fila del Pd, sottolineò: ”fondi un partito e vediamo quanto prende”. Come se non bastasse nel mese di maggio 2015, Fassino rispondendo all’Appendino nel corso di un consiglio comunale esclamò: “Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare”.
Chiara Appendino è il nuovo sindaco di Torino. Un’altra grande città, dunque, dove a trionfare non è stato solo il Movimento 5 Stelle, ma anche una donna, facendo emergere l’analogia con quanto avvenuto nella Capitale, dove a trionfare è stata Virginia Raggi e lo sconfitto è stato Giachetti del PD. Visto che anche la politica, ormai, passa sempre più dai social, anche Chiara Appendino non è stata da meno e ha affidato a Facebook il suo ringraziamento con tanto di foto della squadra di maggioranza del Consiglio comunale di Torino: “Sono orgogliosa di presentare la nuova squadra di maggioranza del Consiglio Comunale del Comune di Torino. La promessa è di lavorare insieme ogni giorno con i cittadini. A tutti, un sincero augurio di buon lavoro.” ()
Sono parole importanti quelle che il neo sindaco di Torino ha pronunciato poco fa nella sua prima conferenza stampa ufficiale dopo il trionfo a sorpresa nel ballottaggio. Elezioni Comunali choc per la città che vede cadere il feudo del centrosinistra dopo 23 anni consecutivi: l’ex consigliere M5s ha saputo evidentemente intercettare questo senso di fastidio e di esasperazione cittadina e ora si ritrova a capo di una delle città più importanti d’Italia. Subito una scelta importante e su un tema assai spinoso che larga parte del suo elettorato spinge da tempo: la Tav, o quanto meglio le proteste dei No-Tav che non vogliono la ferrovia ad alta velocità Lione-Torino. «Il sindaco non può bloccare la Tav. Mi sederà al tavolo, valuterò le loro ragioni, porterò le ragioni del no e in base a quello valuterà anche di uscire dal tavolo». Parole dolci e decise per l’elettorato che invece non l’ha votata: «Mi rivolgo a chi non mi ha votato, il voto ha dimostra che c’è una città che si è sentita sola spero che chi non si è sentito rappresentanti da questo voto possa dialogare con noi. Noi lo faremo, il grido di dolore lanciato dalle periferie non può rimanere inascoltato, ma noi lavoreremo per tutta la città».
Ha parlato a caldo il presidente di Fiat sul ballottaggio a Torino 2016, vinto da Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle: un risultato storico per le elezioni Amministrative Comunali sotto la Mole Antonelliana, con la sconfitta del Pd che governava nella città degli Agnelli da 23 anni consecutivi. A margine della prima edizione di Innovation for Change, processo promosso dal Politecnico di Torino, ecco le parole di Mr Fiat: «Torino e’ stata sempre caratterizzata da un buon governo, e da un governo serio. E questo lo abbiamo visto negli ultimi 5 anni con Piero Fassino. Sono sicuro che avremo la possibilità con il nuovo sindaco di poter mantenere la tradizione di Torino». Per Elkann sicuramente quello che la città ha evidenziato è un elettorato che ha volontà di cambiamento, «l’auspicio è che con questo cambiamento si possa preservare la tradizionale forza della città. Tanti auguri di buon lavoro al nuovo sindaco». La collaborazione in città tra gli organi della Fiat e il Comune è da sempre un punto critico e allo stesso tempo fondamentale: riuscirà il rapporto M5s-Lingotto?
Il successo di Chiara Appendino e la debacle di Piero Fassino: il ballottaggio a Torino per le Elezioni Comunali Amministrative 2016 si può racchiudere in questi due giudizi lampo, due flash che hanno di fatto portato forse il risultato più sorprendente dell’intera tornata elettorale di ieri. Sia nell’immediato post-voto che in questi minuti nella diretta live a La7, ha voluto parlare Stefano Esposito, senatore Pd e partecipe in prima persona della campagna elettorale a favore del sindaco uscente Fassino. E l’analisi non è banale: «Spero di non essere un trait d’union tra le sconfitte prima di Marino a Roma e ora di Fassino», scherza il senatore dem. «Avremo tempo per fare una riflessione per capire sopratutto perché gli elettori ci hanno voltato le spalle. Ricordiamo che Torino è una delle città che è stata amministrata meglio. Noi lasciamo al M5s una delle città meglio governate. Sul fatto che sia colpa di Renzi ho già visto le dichiarazioni di qualche mio collega e non sono d’accordo», secondo Esposito infatti il fatto «credo che qui la sconfitta del Pd sia imputabile ad un distacco generazionale, non è colpa né di Fassino né del Premier, ma tutti noi dobbiamo farci un esame di coscienza».
Il Piemonte contro il Pd di Renzi. A parte lo smacco clamoroso di Torino infatti in nessun altro comune della regione dove il Pd era ai ballottaggi un suo candidato è riuscito a vincere. A Pinerolo si è imposto un altro pentastellato, Luca Salvai; a Ciriè vince la candidata dell’Udc Loredana Devietti; Anche a Carmagnola sconfitta del candidato democratico mentre a Nichelino vincono i fuoriusciti dal Pd. Il commento del presidente del Piemonte Chiamparino già sindaco in passato di Torino: “Prima di tutto esprimo grande amarezza per la sconfitta immeritata di un amico e di un ottimo amministratore, come è stato ampiamente riconosciuto. E’ evidente in queste elezioni l’effetto della tripartizione del sistema politico, che fa sì che ove al ballottaggio vi sia il Movimento 5 Stelle i voti del centrodestra tendano a riversarsi tutti su quel candidato, mentre non sempre si verifica il contrario. E’ evidente che quando si perde in una città come Torino, e in altri importanti centri come Novara, si impone per tutti una riflessione seria e approfondita, a cominciare dal sottoscritto.”
Anche a Torino si registra un non indifferente calo dei votanti che passano dal 66,5% delle precedenti comunali al 54,4% di questo ballottaggio. Al primo turno aveva votato il 57,1% degli aventi diritto. Per Fassino, l’elettorato di centrodestra ha fatto confluire i suoi voti sulla candidata cinque stelle, un fatto che sarebbe senza precedenti, ma che troverebbe analogie con il successo dell’altra grillino Virginia Raggi a Roma. Dunque un voto contro Renzi e il suo Pd, prima che un voto sulla realtà locale? Rispetto al primo turno dove aveva preso 118.273 voti, l’Appendono al ballottaggio ne ha ottenuti ben 202.764 mentre Fassino è passato da 160.023 a 168.8880 ma questo non gli ha impedito di perdere. In comune il Movimento 5 Stelle porta 24 consiglieri contro gli 8 del Partito democratico, uno dei Moderati e uno della Lista civica per Fassino. Nessun consigliere invece per la lista Sinistra per la città che appoggiava il sindaco uscente.
Dopo la vittoria del M5S alle elezioni amministrative comunali di Torino si preannuncia una fase di profonda riflessione nel Pd. E’ l’ex sindaco di Torino ora presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, ad annunciarla: «E’ evidente che quando si perde in una città come Torino, e in altri importanti centri come Novara, si impone per tutti una riflessione seria e approfondita, a cominciare dal sottoscritto», ha dichiarato, come riporta La Repubblica, Chiamparino, che poi ha commentato la sconfitta di Piero Fassino: «Prima di tutto esprimo grande amarezza per la sconfitta immeritata di un amico e di un ottimo amministratore, come è stato ampiamente riconosciuto. E’ evidente in queste elezioni l’effetto della tripartizione del sistema politico, che fa sì che ove al ballottaggio vi sia il Movimento 5 Stelle i voti del centrodestra tendano a riversarsi tutti su quel candidato, mentre non sempre si verifica il contrario». Il ribaltone comunque non ha riguardato solo Torino: il Pd ha perso, infatti, in tutto il Piemonte. «Una sconfitta pesantissima», il commento del segretario regionale Davide Gariglio.
Deluso Piero Fassino per l’esito del voto delle elezioni amministrative comunali, che affida le chiavi del Comune di Torino a Chiara Appendino. Nella sede del suo comitato elettorale, dove è stato accolto da un lungo applauso, il sindaco uscente commenta il verdetto delle urne: «Ci sarà tempo per riflettere, ma vorrei far notare che da due ore tutti i commentatori sottolineano che l’elemento clamoroso del voto di Torino sia che l’esito non ci favorisce nonostante sia stata una città ben governata. Tutti danno una lettura di tipo politico, cioè la convergenza della destra con il M5S per le elezioni del sindaco», ha dichiarato Fassino, che poi ha approfondito quest’ultimo tema, quella della convergenza della destra con il M5S: «Mi pare del tutto evidente che l’elettorato di destra ha fatto convergenza sull’Appendino, i dati sono inequivocabili. Il voto del centrodestra si è trasferito sull’Appendino e questo deve farci riflettere. E’ avvenuto in tutte le città con il M5S in ballottaggio, non è avvenuto nelle città nelle quali il M5S era escluso dal ballottaggio. Per il centrodestra era un’occasione troppo ghiotta far perdere il centrosinistra a Torino dopo 23 anni. Questa motivazione ha prevalso sopra ogni altra cosa».
Le elezioni amministrative di Torino hanno regalato un colpo di scena che in pochi si aspettavano con Chiara Appendino proclamata Sindaco vincendo al ballottaggio con l’uscente Piero Fassino. L’emozione dopo questo successo l’ha riassunto la stessa Chiara Appendino sul suo profilo di Twitter dove ha semplicemente scritto: “Abbiamo fatto la storia”, clicca qui per il tweet. Era infatti dal 1992 che non veniva scelto una donna come sindaco quanto salì Giovanna Cattaneo Incisa. Da allora a oggi si sono poi alternati Riccardo Malpica, Valentino Castellani, Sergio Chiamparino e Piero Fassino. Dal 1945 fino all’elezione della Incisa l’unica altra donna a diventare Sindaco fu Maria Magnani Noya dal 20 luglio del 1987 al 30 luglio del 1990 per il partito Socialista. Di sicuro una bellissima soddisfazione per Chiara Appendino che ora non vede l’ora davvero di cominciare.
E’ clamoroso il risultato del ballottaggio di Torino in queste elezioni amministrative comunali. Quello di Torino è appunto il risultato più inaspetatto che apre a parecchie riflessioni di carattere nazionale. La Appendino ha scardinato il potere costituito e ramificato che governa da almeno un ventennio la città di Torino. E’ caduto un muro e si rompe quel groviglio istituzionale capace negli anni di Fassino e Champarino prima di assorbire qualunque problema in una linea di “solidarietà” istituzionale. La neosindaca non usa toni enfatici, ma ha voluto ribadire la sua volontà di tenere insieme Torino, volendo tenere insieme anche gli elettori che hanno sostenuto Fassino: “Abbiamo il dovere di ricucire una città profondamente ferita ricostruendo i rapporti di fiducia tra i torinesi e i loro amministratori. Ogni torinese dovrà sentire il Palazzo di città come la sua casa, la cui porta sarà sempre aperta. I torinesi ci hanno accolto con un rinnovato interesse per la politica. Siamo un piccolo frammento della storia della nostra città: prima di noi ci sono le vittorie per la nostra libertà e le tante vite di famiglie che qui sono venute per far crescere i loro figli. Questa eredità ho il dovere di custodirla e lasciarla migliore a chi ci succederà”. Fassino ma soprattutto il Pd renziano sono i grandi sconfitti di queste elezioni amminstrative comunali. Il candidato di sinistra, dopo aver accusato il suo premier per non essere riuscito a vincere al primo turno delle elezioni, stavolta decide di abbassare i toni dello scontro “interno” e di attaccare il voto del centrodestra che sarebbe confluito sulla grillina: “Il voto del centrodestra si è trasferito sulla Appendino, è una conseguenza del passaggio da un sistema bipolare a uno tripolare. Noi confermiamo i nostri voti, il dato aritmetico è netto. Stessa cosa in tuttele città dove c’erano candidati del M5S al ballottaggio”.
Il ballottaggio di Torino 2016 per le elezioni amministrative comunali 2016 sta portando Chiara Appendino a sostituire Piero Fassino come Sindaco del capoluogo piemontese. La conferma arriva, oltre che da exit poll e proiezioni, dallo spoglio dei voti, con lo scrutinio di oltre 852 sezioni su 919. La candidata del Movimento 5 Stelle ha il 54,6% dei voti, contro il 45,4% del suo avversario. E dire che Fassino al primo turno aveva 11 punti di vantaggio sulla sua avversaria: la situazione è sostanzialmente ribaltata, con la Appendino che è stata capace di guadagnare il 20% sul Sindaco uscente. Non ci vorrà molto per avere i risultati definitivi e il Movimento 5 Stelle potrà quindi bissare il successo di Roma con la conquista di un’altra importante città dove la sua vittoria sembrava impossibile 15 giorni fa.
Una conferma dai primi exit poll sul ballottaggio di Torino Appendino-Fassino di quanto avevamo annunciato nel pomeriggio: il vantaggio della grillina Appendino su Piero Fassino sindaco uscente. Parlando dei risultati delle elezioni amministrative comunali a Torino abbiamo detto che gli industriali insieme ad alcuni salotti buoni della borghesia piemontese avevano deciso di appoggiare la candidata 5Stelle Chiara Appendino. Infatti i primi exit poll (Fonte Istituto Piepoli) danno la grillina al e Piero Fassino al . Dati confermati anche dagli exit poll di Mentana che danno in vantaggio la Appendino con una forbice tra il 49% e il 53,5%. Guardando i voti reali, con sole 5 sezioni scrutinate abbiamo un per la Appendino e un per Fasssino. Aspettiamo ora i secondi Exit poll per vedere se questa tendenza verrà confermata. Un risultato clamororso che mette ko il Pd di Renzi. , , ,
Manca poco meno di un’ora alla chiusura dei seggi di questo ballottaggio alle elezioni comunali amministrative 2016. Anche a Torino come negli altri capoluoghi è partito il toto-risultati e cominciano in qualche modo a girare proiezioni più o meno attendibili e veritiere. Sui social ci si chiede come finirà il ballottaggio Fassino-Appendino, se alla grillina riuscirà il miracolo di recuperare più di dieci punti dal vecchio leader Pd. A guardare i risultati del primo turno delle elezioni comunali amministrative verrebbe da dire che un sorpasso della Appendino è quasi impossibile e che la partita in questo ballottaggio è praticamente chiusa. In raltà le proiezioni tra loro sarebbero discordanti. Si passa da un vantaggio di 5/6% per Fassino a un quasi testa a testa tra i due condidati. La verità vera è che bisognerà aspettare lo spoglio reale dei voti, per capire se il famoso risultato a sorpresa si concretizzerà con la vittoria della candidata del Movimento 5 stelle, oppure se anche stavolta nella vecchia e stanca Torino avrà prevalso la paura del nuovo e se i poteri borghesi avranno fatto quadrato sulla rielezione di Fassino a sindaco di Torino.
Il ballottaggio a Torino per le elezioni amministrative 2016 sta vedendo un calo dell’affluenza rispetto al primo turno. E vedendo quel che è accaduto in corso Racconigi c’è da dire che anche chi ha voluto recarsi al voto non ha avuto vita facile. Il sito dell’edizione locale de La Stampa riporta infatti la notizia dell’arrivo della Protezione civile nel seggio della scuola Casati per consentire a una donna di 84 anni di votare. L’edificio è infatti privo di ascensore e la sezione elettorale in cui è iscritta la donna si trova al primo piano. Arrivata alle 9 del mattino, l’elettrice, accompagnata, non ha avuto modo di poter votare al piano terra, in quanto andava presentata precedentemente un’apposita richiesta, ed era impossibilitata a salire al primo piano dato che nessuno era in grado di attivare “il cingolo” necessario ai disabili. Dunque è stato necessario l’intervento dei volontari della Protezione civile, che sono arrivati dopo circa un’ora e mezza. Non è stato quindi certo facile per l’anziana esercitare il proprio diritto di voto.
Con grandissima rapidità, è già disponibile il dato sull’affluenza al ballottaggio per le elezioni amministrative comunali 2016 di Torino delle ore 19:00. La percentuale totale è al 39,15%, con un balzo notevole rispetto al 14,8% registrato alle 12:00. Il dato, tuttavia, è inferiore rispetto al primo turno di due settimane fa, quando l’affluenza alle 19:00 era stata del 41,32%. Il dato è più alto tra gli uomini (40,13% contro il 38,28% delle donne). E sembra che sia proprio il voto rosa a essere mancato di più rispetto al 5 giugno. Allora, infatti, la differenza con il dato generale era stata di circa mezzo punto percentuale, mentre era è di quasi un punto. In valori assoluti, l’apporto delle donne è in ogni caso più alto (140.560 votanti donne contro 131.847 uomini). In totale quindi su 695.740 aventi diritto al voto, si sono recati ai seggi 272.407 persone. , , ,
Il ballottaggio per le elezioni amministrative comunali 2016 a Torino potrebbe portare a un risultato “storico” per il Movimento 5 Stelle, dato che Chiara Appendino potrebbe essere il primo Sindaco pentastellato di una delle più grandi e importanti città italiane. Senza dimenticare che la collega Virginia Raggi potrebbe ottenere un risultato ancora più importante a Roma. Tutto il Movimento è mobilitato, come dimostra il tweet di Nicola Morra, Senatore del M5S, dove si nota una sua foto in compagnia di Chiara Appendino accompagnata dalla frase: “Affluenza in crescita a #Torino, avanti tutta Chiara #Appendino!”. Un’altra utente ha postato la foto di una coppia fuori dal seggio pronta a votare e che indossa ancora l’abito della propria cerimonia nuziale, accompagnata dal messaggio: “Sposi votano a #Torino. Messaggio inviato da un militante #M5S. Non ci sono scuse per chi si astiene”.
Torino in controtendenza anche questa volta? Al primo turno delle amministrative 2016 l’affluenza era stata sotto la media nazionale e anche sotto la media delle ultime comunali; al ballottaggio invece gli elettori, se saranno confermati anche questa sera i dati delle 12, stanno andando più numerosi e Chiara Appendino, candidata a sindaco di M5s, potrebbe giovarsene. Intanto, torinotoday.it fa uno scenario politico con le due possibili composizioni del consiglio comunale di Torino derivanti dal ballottaggio di queste elezioni amministrative, a seconda che vinca il favorito Piero Fassino (Pd) o la sfidante Chiara Appendino (M5s). Chi vince queste comunali prende 24 seggi in consiglio (più il sindaco), chi perde ne ottiene 16. Se vince Fassino, Al Pd andrebbero 18 seggi, più altri 6 seggi da assegnare alle liste alleate; in minoranza, al M5s andrebbero 10 seggi (quello di Appendino più nove). Se vince Appendino, M5s prende tutti i 24 seggi della maggioranza, lasciando al Pd otto seggi più quello di Fassino (quindi nove) e sei residui seggi alle liste alleate.
Il ballottaggio di Torino tra Fassino e Appendino sarà una delle sfide più intriganti e meno scontate di queste elezioni amministrative comunali 2016. Torino è una città chiusa, da sempre roccaforte della sinistra e dei poteri forti rappresentati in primis dagli Agnelli, e gestita quasi normalmente dai salotti borghesi che a Torino appunto sono dei veri punti direzionali e decisionali. Il risultato di queste elezioni amministrative ci racconterà se a Torino il vento è cambiato, se una certa sinistra e un certo mondo di potere ha deciso di voltare le spalle a Matteo Renzi, se per la prima volta il Comune cambierà colore. La corsa della Grillina Appendino che era iniziata come uno scherzo, si sta traducendo in una rincorsa appassionante e sempre più convincente. La candidata M5s è riuscita ad aggregare intorno a sè i consensi dei giovani di Torino che fino ad oggi non vedevano vie d’uscita. Ma soprattutto ha aggregato gli industriali del capoluogo piemontese. Un elemento da non trascurare in questo ballottaggio. La Appendino non è una nuova della politica, una neofita catapultata a fare il sindaco. Viene anche lei dalla borghesia Torinese e forse è quel segnale di cambiamento che con queste elezioni comunali amministrative un certo mondo vuol mandare alla sinistra, Lo ha capito prima di tutti, e al primo giorno di Ballottaggio proprio Piero Fassino che ha accusato il colpo e ha denunciato uno scollamento tra i suoi elettori, dovuto, a suo dire, dalla delusione per il malgoverno di Renzi. Più di un segnale ci fa sospettare che stasera il risultato del ballottaggio di Torino potrebbe essere la vera Caporetto di Renzi. E non si potrà liquidare il tutto dicendo che sono solo delle elezioni comunali amministrative.
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Sale l’affluenza al ballottaggio Torino 2016, con le Elezioni Comunali Amministrative che entrano nel vivo con le prossime otto ore ancora di voto prima della chiusura delle urne alle 23: la città di Torino si prepara ai risultati che arriveranno dallo spoglio di questa sera con il grande favorito, il sindaco uscente Piero Fassino, che deve stare attento dall’avanzata – con l’affluenza che cresce potrebbe essere un vantaggio per lei – di Chiara Appendino, candidata M5s. Appena dopo il voto la grande protagonista di questi ultimi mesi di campagna elettorale, arrivata ad un risultato quasi storico al primo turno, ha voluto postare su Facebook una indicazione insolita per gli elettori torinesi: «fatto, se siete al mare o in montagna ricordateci di rientrare in tempo per la chiusura dei seggi alle 23. Si vota mettendo solo una croce sul nome». La lotta all’astensione con volto ironico, le prova tutte l’Appendino per la rimonta arrivata ad un passo dall’impresa: si attendono i prossimi dati di affluenza alle ore 23, le Comunali Torino proseguono. , , ,
Piero Fassino, sindaco uscente e candidato Pd a primo cittadino di Torino, sta già giocando in difesa in questo ballottaggio delle amministrative 2016 che lo vede contrapposto a Chiara Appendino di M5s? Definito “neorenziano” da alcuni organi di stampa, Fassino si è distinto da Renzi per aver detto, all’indomani del primo turno, che la stentata ripresa economica poteva aver influenzato la partecipazione e il voto degli elettori; e due giorni fa ha dichiarato che “l’esito del voto amministrativo influenzerà la politica nazionale”. Affermazioni dense di significato politico, che vanno lette insieme all’aumento dell’affluenza di quasi un punto percentuale registrato a Torino alle ore 12. Un punto percentuale in più, che significa – secondo i calcoli di Repubblica – 695mila torinesi in più alle urne, proprio quando l’affluenza ai ballottaggi è generalmente inferiore a quella del primo turno. E questo, in una città come Torino, potrebbe essere buon segno per la sfidante Chiara Appendino, candidata di M5s.
Il sindaco uscente Piero Fassino ha già votato ai ballottaggi alle elezioni comunali amministrative 2016 a Torino. Il sindaco uscente lo ha fatto sapere ai cittadini postadto sui social network Facebook e Twitter la fotografia che lo ritrae mentre inserisce la scheda nell’urna. Ma Fassino, che si ripresenta ai torinesi per chiedere un secondo mandato di cinque anni per la carica di primo cittadino, non smette di twittare. Pochi minuti fa ha infatti postato un altro tweet: “#Torino. Una bellissima giornata di sole e mi auguro una bella partecipazione ai seggi.Votando il sindaco si sceglie il futuro di Torino” (clicca qui per leggerlo). Ma i commenti ricevuti sono contrastanti. C’è infatti chi lo sostiene e chi invece ritiene che la sua amministrazione non sia stata all’altezza della città e quindi Piero Fassino non meriti di continuare ad essere sindaco di Torino. Vedremo a seggi chiusi chi tra lui e la sfidante Chiara Appendino, candidata del Movimento 5 Stelle, avrà ottenuto la maggioranza dei voti al ballottaggio per le elezioni comunali 2016 e quindi ricoprirà l’incarico di sincado del capoluogo piemontese.
Affluenza in linea con il primo turno quella del ballottaggio Torino 2016: oggi 19 giugno alle 12 ha votato il 14,79% contro il 14,05% di domenica 5 giugno. Gli sfidanti alla poltrona di sindaco del capoluogo piemontese sono il sindaco uscente Piero Fassino, candidato del Partito Democratico, e Chiara Appendino, candidata del Movimento 5 Stelle. I due candidati alla carica di primo cittadino sono già andati entrambi a votare nei rispettivi seggi. Dopo che Chiara Appendino ha pubblicato la foto in cui inserisce la propria scheda nell’urna anche Piero Fassino ha fatto sapere ai torinesi di essersi recato al seggio per esprimere il voto. E anche lui lo ha dimostrato con una fotografia pubblicata sul suo profilo Twitter: Oggi il voto è #peramoreditorino. (clicca qui per vedere) Poi un altro tweet del sindaco uscente e ricandidato al ballottaggio Torino 2016 per spronare i cittadini ad andare ai seggi per votare: “Mancano 11 ore alla chiusura dei seggi. Sei andato a votare? #perAmorediTorino #Ballottaggio”. , , ,
Il refrain anti-astensionismo al ballottaggio di Torino 2016 coinvolge direttamente i candidati sindaci alle elezioni amministrative: ne è la prova Chiara Appendino, esponente del Movimento Cinque Stelle, che subito dopo aver espresso la propria preferenza nel seggio in via Vidua, nel quartiere Cit Turin, a pochi passi dalla sua abitazione, ha invitato i suoi sostenitori su Facebook a seguire il suo esempio. La candidata pentastellata ha esercitato il suo diritto di voto nello stesso seggio in cui due settimane fa arrivò accompagnata dal marito e dalla figlia Sara in passeggino. Questa volta però, come fa sapere La Repubblica, la pargoletta è rimasta a casa: a dare appoggio alla Appendino vi era soltanto il marito, giunto al seggio mano nella mano con la speranza grillina torinese. Clicca qui per vedere la foto dell’arrivo al seggio di Chiara Appendino.
–Caccia all’ultimo voto “telefonica” per il ballottaggio 2016 di Torino: lo riporta Il Giornale, secondo cui a pochissime ore dalle elezioni amministrative del capoluogo piemontese sia militanti del Pd a sostegno di Piero Fassino, sia attivisti del M5S a supporto di Chiara Appendino, hanno tempestato di chiamate i torinesi per sensibilizzarli sull’importanza di andare a votare. Secondo il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti però, vi è stato un diverso modo di agire da parte dei due schieramenti: i procacciatori di voti del Pd hanno bombardato soprattutto i simpatizzanti del partito; i grillini invece hanno pescato a caso dalle pagine bianche, andando incontro ad un richiamo da parte del Garante della Privacy. Insomma, gli 11 punti percentuale di vantaggio conquistati da Piero Fassino non lasciano tranquillo il seguito dell’ex Ds, d’altro canto la Appendino sa di dover compiere una rimonta davvero molto difficile: gli ingredienti per un testa a testa emozionante sembrano esserci tutti.
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Nell’arco di questa giornata vanno in scena le Elezioni Amministrative Torino 2016 con i tanto attesi ballottaggi che decideranno chi tra Piero Fassino, sindaco uscente e candidato sostenuto dal Partito Democratico, e Chiara Appendino candidata del Movimento Cinque Stelle, sarà il sindaco del capoluogo piemontese per i prossimi cinque anni. Complessivamente i cittadini aventi diritto di esprimere la propria opinione sono circa 698 mila su chi tra i due candidati sia maggiormente meritevole. Nella prima tornata elettorale Piero Fassino ha ottenuto 160.023 voti pari al 41,83% contro i 118.273 raccolti da Chiara Appendino accreditata del 30.92%. Dunque una sfida che vede partire in netto vantaggio il candidato del Pd anche se la sfida è aperta giacché sarà importante vedere dove confluiranno i voti di Alberto Morano (Lega Nord + Fratelli d’Italia) pari all’8,39% e di Osvaldo Napoli (Forza Italia) 5,31% nonché quelli di Roberto Rosso (Unione di Centro – Area Popolare – Mir) pari al 5,05%. Noi seguiremo per voi tutte le fasi di queste elezioni amministrative 2016 di Torino con aggiornamenti in diretta anche e soprattutto con lo spoglio per vedere se Fassino sarà riconfermato sindaco oppure ci sarà un clamoroso colpo a sorpresa della candidata penta stellata.
Lo scorso 6 giugno è andato in scena il primo turno delle Elezioni Amministrative 2016 della città di Torino che tuttavia non è stato sufficiente per decidere il nome del prossimo sindaco del capoluogo piemontese giacché nessuno dei candidati in lizza ha saputo raggiungere il 50% più uno dei voti. Ricordiamo rapidamente quali sono stati i risultati che hanno reso necessario il ballottaggio. Piero Fassino sostenuto principalmente dal Partito Democratico ha ottenuto 160.023 voti pari al 41,83% davanti a Chiara Appendino del Movimento Cinque Stelle che ha raccolto 118.273 voti pari al 30,92%. Alberto Morano sostenuto dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia ha ottenuto 32.103 voti pari all’8,39% mentre Osvaldo Napolo candidato di Forza Italia, ha saputo raccogliere 20.349 voti pari al 5,31%. Roberto Rosso candidato sostenuto dall’Unione di Centro – Area popolare è stato votato da 19.334 persone pari al 5,05 mentre Giorgio Ariaudo di Sel 14.166 voti pari al 3,70%. Meno significativi i riscontri di Gianluca Noccetti (Lega Padana Piemonte), Marco Rizzo (Partito Comunista), Marco Racca (Casapound), Vito Colucci (Il popolo della famiglia), Mario Cornelio Levi (Italia dei Valori), Anna Battista (Lista civica), Pier Carlo Luigi Devoti (Lista civica) e gli altri.
I candidati sindaco di Torino giunti al ballottaggio, Piero Fassino e Chiara Appendino si sono scontrati nell’arena di Sky in vista dello scontro di questa domenica. Piero Fassino, nato ad Avigliana in provincia di Torino nel 1949, è sostenuto dal Partito Democratico, dai Moderati, dalla Lista Civica – Per Fassino e da Sinistra – Sinistra per la città. Fassino ha iniziato il confronto rispondendo alla domanda sulla nuova visione di Torino, rimarcando come la sua città abbia portato avanti uno sviluppo industriale autonomo in questi anni tuttavia dedicandosi anche ad altre vocazioni come l’università, la cultura e la ricerca. La coniugazione di movida e tranquillità in una città universitaria ma anche storica come Torino passa, secondo Fassino, attraverso una mediazione tra gli esercenti commerciali e i giovani, stabilendo rigide regole per una “movida ordinata”. Per quanto riguarda l’ammontare del debito di Torino (pari a circa 3 mld 400 mln all’epoca in cui Fassino è diventato sindaco 5 anni fa) e la possibilità di diminuire le tasse ai cittadini, Fassino sostiene di essersi impegnato in modo massiccio nella previdenza sociale, avendo ridotto di molto la soglia del debito. Riguardo al tema della sicurezza, Fassino ricorda come la sicurezza sia un diritto inalienabile, vada perseguita attraverso un patto con il Governo centrale per l’aumento dell’organico di Forze dell’Ordine e coadiuvata da un sistema di sorveglianza video. In tema di superamento dei campi Rom, Fassino fa presente come già sia stato portato avanti in questi 5 anni dalla sua giunta, tramite le soluzioni abitative alternative date a diverse centinaia di persone e il rimpatrio forzato di oltre 200 Rom in Romania. Ancora sull’immigrazione, Fassino si dimostra convinto che l’integrazione tra etnie (le più presenti sono quella rumena e quella marocchina, per un totale di 150.000 persone) sia stata già realizzata, almeno in parte, per far sentire “torinesi” queste persone senza che perdessero la propria identità. Invece, sulle problematiche di Welfare e mancanza di lavoro, per Fassino, vanno gestite tramite percorsi assistenziali anti povertà, mettendo a disposizione servizi sanitari ed educativi ed inserendo quante più persone possibile nel tessuto sociale.
Piero Fassino e Chiara Appendino si sono confrontati a Sky Tg24 in vista del ballottaggio per decidere il prossimo sindaco della città di Torino. Chiara Appendino, 31enne nata a Moncalieri in provincia di Torino, sposata e madre di una bambina, è sostenuta dal Movimento Cinque Stelle. La Appendino ha iniziato il confronto sostenendo di vedere Torino come un bacino storico-culturale nel quale si necessario aumentare la produzione incentivando le PMI e l’artigianato per rilanciare davvero la qualità della vita dei torinesi. Sulla movida torinese, in particolare nel quartiere San Salvario, la Appendino sostiene che bisogna coniugare esigenze giovanili e diritto alla tranquillità per una convivenza pacifica e civile, lottando anche contro l’abusivismo di chi non rispetta i regolamenti. La candida grillina sul debito ereditato dall’amministrazione uscente, rispondente ai calcoli di Fassino, rimarca come sia un debito soltanto strutturale, del quale non fanno parte i calcoli sulle partecipate, manifestando l’impegno a riconsiderare le risorse disponibili per poi accusare l’amministrazione Fassino di aver svenduto le quote delle partecipate. Sul tema sicurezza la candidata Pentastellata spinge sull’insicurezza delle donne aggiungendo di voler liberare i Vigili dall’attività amministrativa per mandarli di nuovo nelle strade, ripristinando inoltre presidi locali del territorio. Anche la questione dei campi Rom viene gestita dalla Appendino con la chiusura totale, e il reinserimento nel tessuto sociale di persone sia in età lavorativa che scolare, per salvaguardare le persone dalle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui vivono. L’integrazione è, per Appendino, promossa dal multiculturalismo e dalla tendenza ad accogliere, insita negli stessi torinesi, anche se nelle periferie c’è molta xenofobia e paura del diverso, per cui è proprio qui il Comune deve provvedere a tutelare tutte le tipologie di cittadini, anche tramite l’intervento del Tavolo Interfedi. Per le problematiche di Welfare e povertà e sulla questione del lavoro, Chiara Appendino propone di istituire il reddito di cittadinanza, rafforzando anche l’offerta lavorativa della città nel settore infrastrutture e servizi, per creare posti di lavoro. Proprio sulla questione debito pubblico e tasse Fassino ha chiesto il primo diritto di replica, sostenendo che le partecipate siano in realtà in attivo e producano dei dividendi interessanti. Anche Appendino chiede a propria volta la replica, continuando a sostenere l’importanza delle partecipate che sono state svendute nonostante il risultato referendario dei cittadini. Chiara Appendino ha chiesto il diritto di replica sul Welfare, sostenendo che il numero dei poveri sia un dato oggettivo fornito dalla Caritas e vada affrontato con decisione; a sua volta Fassino risponde che la sua Giunta si sia impegnata in modo massiccio contro la povertà.