Candidare Marina Berlusconi, effettivamente, sarebbe stato il modo migliore per eliminare in un colpo solo tutti i pretendenti alla successione e perpetuarsi ad libitum. Sarebbe stato come dire che il centrodestra, da vent’anni a questa parte, e per l’eternità, non può fare a meno di un Berlusconi presidente per sopravvivere, poco importa se padre o figlia. Ma Marina continua a ribadire che in politica non ha alcuna intenzione di entrarci. Abbiamo chiesto a Giovanni Toti, direttore del Tg4 e di Studio Aperto se l’irritazione della presidente della Fininvest è reale o se non stia, per caso, dissimulando; e, a questo punto, cosa ne sarà di Alfano e dell’ala governativa del Pdl.
Normalmente, gli ingressi in politica sono preceduti da un certo periodo di tempo in cui si nega con forza l’ipotesi.
Marina è una persona seria. Se dice di “no” con la veemenza con cui si è espressa ieri mattina, ciò significa che realmente non ha alcuna intenzione di scendere in campo. Almeno, per un periodo medio lungo; e che è stufa di farsi tirare per la giacca. So per certo che non ha realmente intenzione di candidarsi anche per averi parlato. In questo momento è a capo a tutti gli effetti dell’holding che controlla le aziende di famiglia e della Mondadori e non vuole rivivere e fare rivivere alle sue aziende un periodo difficile come quello dell’impegno politico del padre.
Un giorno, al Pdl potrebbe non restare altra alternativa?
La politica e la vita istituzionale del Paese sono in una fase estremamente fluida. La discesa in campo di Renzi ha posto al Pd dei problemi piuttosto seri che difficilmente si possano conciliare con la vita del governo; d’altra parte, occorre capire come evolverà l’iter giudiziario di Berlusconi. All’orizzonte, infine, ci sono le elezioni europee di maggio. Di fronte ad un simile scenario, fare previsioni è pressoché impossibile.
Non crede che Berlusconi non possa ammettere altra successione a se stesso salvo quella di sua figlia?
No, credo al contrario che soffrirebbe parecchio nel vedere sua figlia in politica.
Perché il suo nome continua ad essere tirato in ballo?
Credo che chi continua a mettere in giro la voce della sua candidatura siano gli stessi che hanno i maggiori interessi nel tenere sotto schiaffo i “ministeriali”.
Cosa intende?
Un’eventuale discesa in campo di Marina contenderebbe a chiunque altro la leadership del partito e del centrodestra. L’ipotesi sarebbe vissuta come un freno alle legittime ambizioni di Alfano che è sempre stato indicato come il delfino di Berlusconi. E’ evidente che se Marina si candida, il delfino diventa lei.
Di chi parla, in ogni caso, dei falchi?
No, guardi, non posso sapere chi ci sia dietro a questa operazione. Di certo, se un quotidiano come Repubblica non passa giorno in cui non pubblica un improbabile retroscena sulla sua imminente discesa in campo, il sospetto che l’ipotesi stia venendo strumentalizzata per dividere il Pdl è alto.
Per dividerlo ulteriormente.
Mi pare che il partito stia lavorando per trovare la quadra.
Alfano è rientrato nei ranghi?
Beh, intanto ha smentito l’esistenza di una raccolta di firme tra i ministeriali per impedire il ritorno a Forza Italia.
Il progetto di conquistare il partito, mettendo i falchi i minoranza, che fine ha fatto?
Ma cosa dovrebbe voler conquistare? E’ vicepremier, ministro degli Interni, capodelegazione di Forza Italia nel governo e, per anni, è stato segretario del partito, per volere da Berlusconi; è verosimile, peraltro, che nei prossimi passaggi politici diventerà suo vice
Eppure, lui e gli altri ministri del Pdl, parevano intenzionato a far prevalere la propria linea, trasformando il Pdl in un patito europeista, moderato e democratico.
Non mi pare che tale visione strategica, all’interno di Forza Italia, non sia condivisa. Il dibattito, casomai, verte sulla posizione da assumere rispetto al governo e alla legge di stabilità.
(Paolo Nessi)