E’ una guerra di religione, dice Giuliana Ferrara nel suo ultimo editoriale su Il Foglio. Parla di Islam, di Isis e invoca una “violenza incomparabilmente superiore” per sconfiggere appunto l’islam; dice ancora, “è questa una guerra di religione, della cui ferocia ultimativa e coesiva, appunto religiosa, solo un fronte è consapevole, il loro”. Un islam, dice ancora, che “ha tappato la bocca a un Papa di Roma, che ha reso riluttante e timido un potere imperiale e internazionalista come quello americano”. Proseguendo nella sua analisi, Ferrara rifiuta le argomentazioni di coloro che sostengono che l’attuale situazione sia tale per colpa dell’invasione americana dell’Iraq, che avrebbe distrutto un regime totalitario ma che permetteva la coesistenza delle varie religioni e teneva a freno l’islam radicale. Non è così, dice: “So di dire qualcosa di sconcertante ma non si risponde a questa altezza di sfida e a questa brutalità santificante con lo stato di diritto, con un’idea di polizia internazionale, con la denuncia della violenza; l’unica risposta è in una violenza incomparabilmente superiore”.