Le tasse nascoste della manovra Monti. Si potrebbe indicare così il capitolo dolente che tocca l’aumento (doppio) dell’accisa sui carburanti. Se qualcuno si consolava pensando che almeno in questo settore, quello dell’auto, a pagare erano i ricchi con la supertassa sulle vetture di lusso, a piangere invece saremo tutti. Scatta da subito con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale probabilmente già domani l’aumento del prezzo dei carburanti. Una accisa che aumenta a 704,20 euro per mille litri per quanto riguarda la benzina; a 593,20 euro per il gasolio; a 267,7 euro per mille chili quella sul Gpl e a 0,00331 per metro cubo quella sul metano. Con l’aggiunta dell’Iva, l’aumento sul prezzo dovrebbe essere calcolabile in 10 centesimi per la benzina verde, 13,6 centesimi per il gasolio e 2,6 centesimo al litro per il Gpl. Ma non basta, perché la manovra Monti dà diritto alle Regioni, per recuperare qualcosa dai tagli imposti dalla manovra, di applicare una ulteriore accisa di un cent al litro.
Secondo Paola Garrone, Docente di Economia ed organizzazione aziendale ed Economia delle reti al Politecnico di Milano, intervistata da IlSussidiairo.net,”spesso ci si concentra nei commenti su questa manovra e altre analoghe manovre del passato su grandi temi come le pensioni piuttosto che la tassa sulla prima casa”. Invece, aggiunge, “resta una caratteristica della fiscalità italiana di avere tantissime misure molto diverse a cui attingere continuamente. Per cui se si facesse la somma di tutti i prelievi fiscali a vario titolo che dobbiamo pagare, questa manovra non smentisce la tradizione tutta italiana di trovare sempre dove colpire il cittadino”.
Con una particolarità: “Quella di infondere nei propri testi una notevole dose di scarsa leggibilità da parte del cittadino, per cui aumenti come quelli della benzina possono finire ignorati, almeno inizialmente”. Nelle pieghe della manovra dunque un ulteriore esborso per i cittadini: “L’aumento della accisa è una misura pesante sui bilanci familiari e, un aspetto che si sottolinea poco, anche sui costi per le imprese. Il costo del trasporto merci aumenterà di conseguenza e questo potrà avere avere un impatto sulla competitività della nostra industria”. Si tratta insomma, per la professoressa Garrone, “di un modo abbastanza semplice di attingere dalle tasche dei cittadini. Essendo poi il nostro un Paese trasformatore di materiale grezzo, in cui una parte importante è il trasporto merci, avrà un impatto negativo sulla competitività delle merci prodotte in Italia”.
Secondo il docente, però, ci potrebbe anche essere un aspetto se non positivo, accettabile di questo aumento doppio della accisa: “Si potrebbe dire che questo tipo di misura fiscale, pur non essendo una tassa ambientale, potrebbe avere l’effetto di incentivare l’uso del trasporto pubblico. Il fatto che venga data alle Regioni la possibilità di applicare un’ulteriore accisa da impiegare per finanziare il trasporto pubblico locale sembra indicare questa volontà da parte del governo”.