Come si può desumere dal sondaggio pubblicato ieri dal Corriere della Sera, l’intera area di centrodestra non al governo e cioè la somma di Forza Italia, Fratelli d’Italia e partitini di ispirazione centrista supera a malapena il 10 per cento. Eppure nelle dichiarazioni degli esponenti non leghisti del centrodestra, ammesso che quel centrodestra esista ancora, non vi sono tracce di autocritica bensì un continuare a ritenersi indispensabili quando addirittura molti a stento ricordano i volti ed i nomi dei protagonisti. La strategia attuata da Forza Italia appare sostanzialmente suicida: appellarsi allo “stellone” di Berlusconi vuol dire coprire le ragioni della crisi senza affrontarle. E non sarebbe la prima volta.
Ma perché oggi più del 60 per cento degli aventi diritto al voto si divide tra Lega e M5s? Perché i partiti di opposizione, Pd compreso, non riescono a risalire la china?
Semplicemente, perché non credono in quello che dicono e nulla fa pensare che siano disposti a sostenere l’onere del governo in tempi difficili. Piuttosto sono propensi a lasciare ai cosiddetti populisti le gatte da pelare, contentandosi di ciò che gli sta veramente a cuore: la Rai a Berlusconi, i servizi segreti per poter prevalere nel Pd, a Renzi.
Tutto qui. Gli elettori non sono stupidi e per il futuro hanno già deciso: non cercheranno soluzioni al di fuori del perimetro gialloverde.