Il summit della Global Alliance for Future & Food e l’assemblea annuale dell’European Foundation Council saranno il doppio “grande evento” di questa settimana dell’Expo: il primo davvero global nel semestre appena iniziato sulla piattaforma di Rho. Un raduno di grandi fondazioni mondiali impegnate nel campo dell’alimentazione, a cominciare da quella di Bill e Melinda Gates. E poi la convention dell’Efc, maggiore club planetario della grande filantropia, di cui le Fondazioni italiane di origine bancaria, da alcuni anni, sono un pilastro. È stata proprio la Fondazione Cariplo a diramare gli inviti a 600 presidenti e chief executive di 270 istituzioni not-for-profit di 20 paesi. L’hanno affiancata, dall’Italia, la Compagnia San Paolo e poi Fondazioni Crt, CariPadova, Monte di Lucca, Cassa Cuneo, Venezia oltre a Fondazione Bracco, Fondazione Umanamente, EnelCuore.
Personal choice dai programmi: una conversazione fra l’ex direttrice del carcere femminile di Bollate, Lucia Castellano, e Vasyl Cherepanyn, direttore del Visual Culture Center di Kiev. E poi un face-to-face fra Barbara Ibrahim, dell’American University del Cairo, e Natascia Matic della King Khalid Foundation di Ryhad.
Presidente Renzi, perché si è messo in testa di distruggere le Fondazioni bancarie italiane? Forse perché, di nuovo qualche giorno fa, “lo ha detto l’Europa, lo ha detto il Fondo monetario internazionale”? Il Fmi: quella cosa che sta a Washington, quasi sempre diretta da uno spagnolo o da un francese sotto scandalo o sotto inchiesta (Rato, Strauss-Khan, Lagarde, ora anche il capo economista dimissionario, Olivier Blanchard)? L’Europa della Germania dove le Sparkassen e Landesbaken sono tutte fallite dopo il 2008 e sono state salvate dallo Stato perché non hanno mai accettato la riforma italiana del 1990?
Presidente Renzi, vuole per caso distruggere e/o regalare gratis UniCredit, Intesa Sanpaolo e le grandi Popolari come – qualcun altro – ha distrutto e regalato (a pagamento per l’Azienda-Italia) quella Telecom Italia che ora tanto la disgusta sul piano banda larga? Un suo – illustre – predecessore, il ministro Beniamino Andreatta, quando negoziò con l’Ue l’ingresso dell’Italia nell’euro, ebbe il buon gusto civile di informare i suoi elettori (sovrani) che il governo italiano si era impegnato a privatizzare Telecom.
Presidente Renzi, vuole forse (nuovamente) cambiare per decreto la parola data nella sua veste istituzionale di Presidente del Consiglio? Per esempio quella – messa per iscritto – dal suo ministro dell’Economia Per carlo Padoan in calce all’atto negoziale che ha sancito l’autoriforma delle Fondazioni dell’Acri un mese fa?
Presidente Renzi, vuole impossessarsi “a braccio” dei 40 miliardi di patrimonio delle Fondazioni? Per tappare i buchi di un bilancio statale di cui lei non riesce né a tagliare le spese, né a renderle un po’ più efficienti? Per rifare della Cassa depositi e prestiti una “nuova Iri” a suo uso? Tempo fa ci ha già provato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti spinto dalla Lega di Umberto Bossi (lei dov’era nel 2001?). Anche oggi ripete che fu “una bestialità” anche perché fu colpito di ritorno da una sentenza della Corte costituzionale di peso pari a quella che in questi giorni le sta dando tanti grattacapi sulle pensioni (ancora una volta: attenzione a farsi prendere in mezzo quando i tecnocrati apolidi o i banchieri di Londra, a cominciare da quelli suoi amici, scherzano con quelle due o tre cose che contano di una pur vecchia democrazia europea).
Governatore Visco, fra otto giorni lei pronuncerà le sue Considerazioni finali: cui, in Italia, molti attribuiscono ancora un qualche valore. Non ci deluda. Dica – com’è sempre stato per chi ha parlato a fine maggio in Via Nazionale da Luigi Einaudi in poi – ciò che le detta la sua onestà intellettuale e la sua coscienza istituzionale. Ma, per favore, non stia in silenzio: dica qualcosa. Grazie.