La situazione interna al Pd è di fatto spaccata sulle Unioni Civili, con il ddl Cirinnà in discussione in Parlamento in questi giorni e che probabilmente si rivelerà un punto molto più ostico di quanto preventivato dal premier Renzi che anche ieri in serata ha ribadito che «nessuna marcia indietro, secondo me questa è la migliore legge, dopodiché decide il Parlamento in libertà di coscienza», insomma per il segretario Pd non esiste alcuno stralcio alla tanto problematica Stepchild adoption – ovvero l’adozione del figlio anche da parte del convivente del genitore biologico – che in queste ultime settimane sta sollevando un polverone politico, etico e morale nei vari partiti di maggioranza e opposizione. La novità di ieri rappresenta una sorta di mini frattura interna al Pd con l’ala cattolica che presenta un emendamento al Senato che di fatto chiede lo stralcio della parte più critica della Stepchild: i cattolici democratici, andando contro la visione di Renzi, provano a proporre una via alternativa per arrivare ad una sintesi, in sostanza chiedendo che l’adozione diventi un affido rafforzato del figlio da parte del compagno. All’interno dei Dem si cerca di mediare, ma intanto i 37 deputati cattolici vanno avanti e l’emendamento verrà presentato, anche se fino al 22 gennaio potrà essere corretto o integrato. Grande polemica sta però sollevando in queste ore la decisione provocatoria del portale Gay.it che ha deciso di pubblicare i nomi e le mail della trentina di deputati cattolici del Pd che hanno presentato l’emendamento e che sarebbero, secondo il portale, in procinto a non votare il ddl Cirinnà.