Il futuro del Pdl sarà un insieme di liste civiche che corrono ognuna per conto proprio? A leggere quello che si dice in giro sembrerebbe così. Vittorio Sgarbi, dopo averlo annunciato in anteprima proprio su IlSussidiario.net, torna a parlare con convinzione della sua lista, definendo il Pdl un partito finito. La sua intenzione è quella di intercettare i voti di protesta e impedire a Grillo “di farne razzia”. Altre sono le liste di cui si rumoreggia in questi gironi: una lista con l’ex direttore della Protezione Civile Guido Bertolaso come leader e anche una lista animalista guidata da Michela Brambilla. Cosa ci sia di vero in tutto questo, che consistenza ci sia dietro e che destino abbia il Pdl, IlSussidiario.net lo ha chiesto ad Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale. “Non ho mai avuto il sentore che queste liste civiche” ha detto “siano ostili al Pdl. “E’ come un supermercato dove nello stesso scaffale esistono delle opzioni diverse, ma il prodotto è sempre quello. Non credo che Bertolaso, Sgarbi o la Brambilla siano ostili a Berlusconi e a un progetto liberale ed efficiente di Stato”. Esiste una componente, aggiunge Sallusti, “di elettorato di centro destra che si è astenuta alle ultime elezioni o è andata in cerca di esperienze differenti. Il problema vero è capire se il Pdl è in grado di reinteressare alla politica questo elettorato”.
Direttore, è vero secondo lei che Berlusconi non ha per nulla rinunciato al progetto delle liste civiche?
Mi sembra l’abbia detto lui stesso alla direzione nazionale venerdì scorso, a patto però che le liste civiche siano una aggiunta al Pdl e non un frazionamento del Pdl.
Vittorio Sgarbi dice che il Pdl è finito.
Io non credo che il Pdl sia finito né c’è evidenza che lo sia. Dico questo perché con tutti i problemi che ha avuto la maggioranza di governo, il Pdl è ancora un partito che viaggia secondo i sondaggisti sopra il 20%, per cui direi che il termine finito sia abbastanza improprio.
Sempre Sgarbi dice che lo scopo della sua lista civica sia intercettare i voti che prende il movimento di Grillo. Secondo lei è possibile fare questo?
Bisogna capire che c’è una componente interessante di elettorato storicamente di centro destra che si è o astenuta o è stata attratta da esperienze movimentiste tipo quella di Grillo. Il problema è capire se il Pdl da solo, che ormai è diventato un partito strutturato, è in grado di reinteressare alla politica questa componente elettorale.
Per cui le liste civiche potrebbero essere una risorsa interessante per il Pdl.
Ci sono due tratti in gioco, uno il Pdl. L’altro è dire sì al Pdl, ma in aggiunta offriamo a quell’elettorato non ostile al centro destra anche dei contenitori diversi nella forma e nelle facce, ma alleati dentro qualcosa che diventa un progetto unico. Una sorta di diversificazione della stessa offerta anche per intercettare un’opinione pubblica che appare un po’ curiosa di novità.
Dunque si rimane tutti con il Pdl.
Non ho mai avuto sentore che questo progetto di liste civiche, si parla di quella di Sgabri, ma si parla anche di altre liste, una con a capo Bertolaso, e anche una lista animalista con la signora Brambilla, siano ostili al Pdl. E’ come un supermercato dove nello stesso scaffale esistono delle opzioni, ma il prodotto è sempre quello. Non credo che Bertolaso, Sgabri o la Brambilla siano ostili a Berlusconi e a un progetto liberale ed efficiente di Stato.
La posizione di Schifani e Alfano invece sembra essere quella di rafforzare il partito.
Bene fanno Schifani e Alfano a difendere l’integrità e la centralità del Pdl, ci mancherebbe altro. Sarebbe bizzarro l’inverso. Comunque anche all’interno di un progetto del genere, che è tutto da vedere se prenderà forma, la centralità del Pdl è fondamentale. Con tutto l’affetto e il rispetto per l’amico Sgarbi quel progetto lì può avere un senso se affianca il Pdl, non se lo sostituisce, quindi ben fanno a difendere la centralità del Pdl né mi risulta che Berlusconi l’abbia messa in dubbio.
Lei dunque non ha il sentore di contrasti tra Berlusconi e Alfano?
Non mi risultano contrasti fra di loro. Se Berlusconi vuole fare l’allenatore di un vasto schieramento il suo giocatore di punta è sicuramente Alfano in quanto segretario. Può esserci che ci saranno altri giocatori che il presidente in quanto allenatore dovrà collocare in campo. Da quello che ho capito io è sbagliato vedere quanto succede come una guerra interna. In realtà è un tentativo di allargare l’area.
Contrasti interni però se ne vedono.
E’ evidente che esistono paure di vario tipo o anche questioni di orgoglio che possono creare tensioni, ma il progetto politico non è distruggere quello che è rimasto del Pdl, ma anzi di consolidarlo.
Cosa ne pensa di quanti dicono che potrebbero tornare Alleanza nazionale e Forza Italia?
Se tornasse An e Fi, saremmo allo spacchettamento del Pdl. Sarebbe un passo epocale, ma non credo che questo accadrà perché non è convenienza per nessuno. Dividersi in un momento di debolezza lo troverei un passo suicida. E non credo nemmeno che An possa essere una lista civica. Si tratterebbe di una scssione, ma non ne vedo i presupposti né l’utilità.