Il giorno dopo il doppio attentato a Berlino e ad Ankara, anche gli italiani come rilevano i sondaggi di questi ultimi giorni confermano la paura sempre crescente per un attentato terroristico anche in Italia: l’Europa e il mondo interno è sotto il giogo dei vari attacchi fondamentalisti e la morsa della paura non smette neanche in vista del nuovo anno. Stando ai sondaggi politici prodotti da Eumetra Monterosa la scorsa settimana (dunque prima della nuova impennata di terrore in Europa) 9 si scopre che il 48% degli italiani ritiene il rischio di attentati abbastanza elevato. Solo il 12% è sicuro che da un momento all’altro anche l’Italia potrebbe essere colpita dal terrorismo, mentre il 30% lo ritiene un’eventualità abbastanza remota. Solo l’8% invece ritiene che non esistano le possibilità per un attentato in Italia, mostrando come i sondaggi, esattamente come la percezione reale della vita di tutti i giorni, sottolineino un 2016 tutt’altro che sereno e un 2017 che non nasce sotto i migliori auspici, sotto il profilo politico e sociale.
Nei sondaggi politici prodotti da Ipsos lo scorso 14 dicembre si può osservare come il futuro delle elezioni in Italia potrebbe e dovrebbe dipendere da tre personaggi su tutti: Matteo Renzi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i tre giovani protagonisti che vengono visti (più dagli elettori che non dai partiti stessi, va detto) come i prossimi cardini delle elezioni politiche al termine del Governo Gentiloni. Secondo i sondaggi elettorali dunque prodotti dall’istituto Ipsos, scopriamo come nella sfida Renzi-Di Maio, presumibilmente la più probabile alle urne, Di Maio viene scelto maggiormente dagli elettori, con il 35% contro Matteo Renzi e il suo 28% (nessuno dei due al 28%); nella sfida tra i “Mattei” il leader della Lega viene sconfitta dal segretario Pd, con il 32% contro il 26% di Salvini (nessuno dei due al 29%). Da ultimo, Luigi Di Maio ha batterebbe anche Salvini con un risultato schiacciante 33% vs il 22% del segretario leghista (nessuno dei due al 35%).
Una piccola rivincita di Matteo Renzi: dopo gli ultimi sondaggi politici ed elettorali prodotti in seguito alla sua lunga relazione all’Assemblea Pd – il primo vero banco di prova dopo la cocente sconfitta al referendum costituzionale – il segretario dem schizza in testa nella fiducia dell’elettorato di centrosinistra. Secondo i sondaggi elettorali prodotti da Scenari Politici – Winpoll si scopre che Matteo Renzi per il 36% dovrebbe anticipare il congresso e candidarsi alla guida del Pd. Fiducia più alta delle altre scelte: si va dal 28% “prendersi un anno un anno sabbatico e poi tornare a fare politica”, passando per il 24% di “doveva chiedere subito di andare al voto” (cosa che tra l’altro avrebbe anche fatto ma il Capo dello Stato Mattarella non era per nulla d’accordo). Si chiude col solo 12% che ritiene la sconfitta al referendum il momento giusto per chiudere per sempre con la politica nazionale. Un dato interessante, soprattutto se letto assieme al sondaggio che trovate qui sotto sulla fiducia nel neonato governo Gentiloni. Insomma, una piccola ma sostanziale rivincita…
Non ha neanche cominciato ad esercitare davvero le sue funzioni, che secondo gli ultimi sondaggi politici elettorali il Governo Gentiloni andrebbe bocciato: stando ai dati rivelati da Winpoll – Scenari Politici si scopre che solo l’8% dell’intero elettorato italiano giudica molto positivo il neonato Governo Gentiloni; un dato che riflette anche altri sondaggi politici di questi giorni post-crisi di governo e post-dimissioni di Renzi. Complessivamente, con il 24% dei voti “abbastanza” positivi, è il 31% degli italiani che giudica buona la formazione e la qualità del governo Gentiloni. Per il resto è bocciatura totale: il 26% reputa abbastanza negativo il nuovo esecutivo, mentre il 42%, dato più alto degli altri, reputa del tutto negativo e da bocciare il governo del premier Paolo Gentiloni. Una rivincita per Renzi da un lato ma anche un ulteriore macigno pesante per il Pd che si avvia verso le elezioni con ben tre governi in una sola legislatura e una sonora bocciatura alle scorse Europee e al referendum costituzionale. Insomma, per il segretario Renzi una “vittoria di Pirro”?