Il primo atto da sindaco di Giuseppe Sala dopo aver messo fine al periodo di autosospensione iniziato con la sua comparsa nel registro degli indagati nell’inchiesta “Piastra” di Expo è si è tradotto in una visita al consolato tedesco nel capoluogo meneghino. In seguito all’attentato di ieri sera a Berlino, il sindaco Sala, rientrato nel pieno delle sue funzioni a partire da questo pomeriggio, come riportato da varesenews.it, ha così motivato la sua visita al consolato:”Sono stato al Consolato della Repubblica Federale di Germania a Milano dove ho incontrato Peter von Wesendonk, per portare il cordoglio e la solidarietà della nostra città dopo i tragici fatti di Berlino. Il terrorismo non vincerà e va combattuto con tutte le forze”. Un gesto che sarà sicuramente apprezzato e tenuto in considerazione dalla comunità teutonica residente a Milano.
Dopo la decisione di Giuseppe Sala di porre fine al periodo di autosospensione da sindaco di Milano, cominciano ad arrivare i primi commenti da parte della classe politica meneghina e nazionale. Chi si è detto “felice” che il primo cittadino abbia ripreso possesso del suo ruolo a Palazzo Marino è Stefano Parisi, che la poltrona di sindaco a Beppe Sala l’ha contesa fino al ballottaggio delle ultime elezioni amministrative in qualità di candidato del centrodestra. Intervenendo a Radio Cusano Campus, Parisi ha commentato:”Sono felice che Sala sia tornato sui suoi passi, la sua è stata una decisione affrettata. Non esiste l’autosospensione. Sala può andare in vacanza ma non autosospendersi. Io sono un garantista per cui Sala innocente fino a prova contraria”. Parisi ha poi aggiunto che quelle rivolte al suo ex competitor sono “accuse secondarie” e che in materia di Expo ci sono più in generale “tante opacità”.
Giuseppe Sala ha deciso di porre fine al periodo di autosospensione e di tornare ad essere a tutti gli effetti sindaco di Milano. La decisione del primo cittadino meneghino è giunta dopo aver accertato la propria estraneità ai fatti contestati nell’ambito dell’inchiesta “Piastra” per Expo, di cui Sala è stato commissario straordinario prima di candidarsi alla guida del centrosinistra a Milano. Erano stati tanti gli inviti rivolti al manager affinché tornasse ad occupare la poltrona di sindaco. L’ultimo di questi, benché violento, era arrivato da Matteo Salvini, il leader della Lega Nord che aveva scelto le frequenze di Radio Padania per rivolgersi al sindaco di Milano:”Sala dovrebbe aver presente che fa il sindaco e non è un bambino isterico che litiga con gli amici ai giardinetti. Se non ha voglia e non ha tempo di fare il sindaco, se Sala preferisce farsi candidare a Roma per avere più soldi e più potere o se ha la coscienza sporca, si dimetta. L’autosospensione è una buffonata e una farsa. Se vuoi fare il sindaco, oggi pomeriggio alzi le chiappe e vai a lavorare”. In un certo senso Sala ha raccolto il suo appello.
Alla fine Giuseppe Sala, ad una settimana dall’autosospensione in seguito all’avviso di garanzia, decide di tornare a fare il sindaco di Milano: lo fa con una lettera-annuncio su Facebook in cui a tutta la città di Milano avvisa del suo ritorno in sella. «Cari concittadini, mi sono dovuto assentare per qualche giorno dal lavoro. Lasciate che vi spieghi il perchè. Nella serata di giovedì scorso ho appreso da numerose fonti giornalistiche, prima in modo confuso e poi in forma più chiara, di essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura Generale di Milano, che ha ritenuto di dover ulteriormente indagare su fatti già oggetto di anni di inchieste della Procura della Repubblica e per i quali era stata già formulata richiesta di archiviazione. Fatti che riguardano la più importante gara d’appalto di Expo 2015, quella della cosiddetta “Piastra”. Nessuna comunicazione ufficiale mi era stata fatta al riguardo, nessun avviso di garanzia mi era stato notificato, non avevo nessuna informazione in merito alle ipotesi accusatorie». Lunghissima la lettera di Giuseppe Sala che in questo modo accoglie anche i tanti inviti da maggioranza e opposizione a Palazzo Marino: riferirà in Consiglio Comunale e non con una conferenza stampa, come filtrano fonti dal Comune di Milano in queste ore. «Avrei potuto limitarmi a una risposta “normale”, e forse anche un po’ scontata, di “fiducia nell’operato della magistratura”. Ma io non credo che le cose si debbano sempre risolvere così. Ho fiducia nella magistratura, certo. Ma non posso negare il mio stupore nell’aver appreso la notizia dalla stampa. Mi direte, non è certo la prima volta. Vero, ciò nondimeno dobbiamo tutti insieme fare uno sforzo per non considerare la cosa “normale”. Non lo è se riguarda un cittadino e non lo è se riguarda il Sindaco di Milano, con le responsabilità che porta verso la collettività», si legge nella lettera prima della sua “spiegazione” riguardo la scelta strana dell’autosospensione, “compiuta per preservare mia dignità personale e pubblica”.
Giuseppe Sala torna sindaco di Milano e lo fa con una lettera su Facebook che trovate in parte anche qui sopra: il sindaco torna nel suo ruolo una settimana dopo l’avviso di garanzia, e motiva dettagliatamente la sua scelta considerata da tutti strana o “irrituale”: «Ho scelto una via diversa, irrituale. Ho deciso di autosospendermi poiché su un punto non si può transigere: un professionista, un uomo d’azienda e, tanto più, un amministratore pubblico hanno nell’integrità morale l’elemento insostituibile della propria credibilità. Ne va della dignità personale e della concreta possibilità di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini. Io non ho alcun motivo di polemizzare con la magistratura, di cui rispetto il lavoro, tanto essenziale nel funzionamento di un sistema democratico. Né ho motivo di lamentarmi per le inchieste che riguardano Expo 2015: lo sforzo di trasparenza che è stato compiuto ha aiutato la credibilità internazionale dell’evento», si legge nel lungo comunicato sull’account personale di Facebook. Sala si dice del tutto “innocente” e rilancia il lavoro su Milano: «So di aver agito sempre nell’unico interesse di portare Expo 2015 al successo, con tutte le opere pronte il giorno dell’inaugurazione. Come so perfettamente di non aver mai goduto di nulla che non fosse il mio regolare stipendio e di non aver mai utilizzato i miei poteri per favorire qualcuno. Le verifiche svolte dai miei legali in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell’indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione.Torno a fare il Sindaco, certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività».