Angela Merkel uber alles: la battuta vien semplice a guardare i sondaggi politici prodotti da Demos & Demetra per Repubblica pubblicati ieri. La fiducia degli elettori italiani nei principali leader politici, specie dopo le ultime vicende elettorali – in Francia – e gli scontri a livello mondiali – Usa e Russia – è variata sensibilmente, mostrando in testa a tutti ancora lei, la cancelliera tedesca che si avvicina al suo quarto mandato con le elezioni in programma il prossimo settembre. Nei sondaggi si legge come la fiducia sulla cancelliera tedesca, in periodo di fortissima crisi europea e mondiale, resta la principale forma di stima nei confronti della Merkel, sopra tutti gli altri leader internazionali.
Il 46% sceglie “Germania” mentre il 40% è rimasto affascinato dalla promessa e dalla vittoria inaspettata di Emmanuel Macron in Francia (ora è però chiamato a guidare la ripartenza europea, ancora deve dimostrare tutto). Al terzo posto troviamo Vladimir Putin, al 35%, inossidabile presidente russo, sempre a metà tra il timore e la stima, quantomeno negli elettori intervistati da Demos; male Trump, al 26%, davanti solo all’estremista di destra francese, Marine Le Pen, crollata in fiducia al 21% dopo la sconfitta alle Politiche verso l’Eliseo.
Se si prendono in considerazione i leader dei principali partiti italiani con relativi sondaggi di fiducia, si scopre che una volta di più Matteo Renzi rappresenta ancora oggi, nonostante i fallimenti del 4 dicembre 2016 (e non solo), il leader che ispira maggiore fiducia rispetto ai rivali concorrenti. Pd, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia: i principali leader di questi partiti sono visti dagli elettori italiani dei sondaggi prodotti da Index Research con un’ottica particolare e con tante “piccole sentenze”. Prima tra tutte, è proprio Renzi ad uscire di nuovo rinfrescato dopo le primarie dem vinte il 28% sceglie lui alla domanda del sondaggio, «Le leggerò ora i nomi di alcuni protagonisti della politica italiana. Mi può dire quanta fiducia ha in…».
Nessuno lo supera, anche se sale in classifica al secondo posto Luigi Di Maio che con il 23% vince la sfida interna al Movimento 5 Stelle (Grillo è infatti relegato al 20%). Nel centrodestra invece Salvini convince molto più dei concorrenti rivali-amici Silvio Berlusconi (17%) e Giorgia Meloni, al 15%, che nulla possono fare con il 20% del leader leghista, sempre più orientato ad una proposta più nazionale che padana.
I sondaggi prodotti dal gruppo statistico Ixè prova ad inquadrare il prossimo voto politico che rilancerà un nuovo governo in Italia dopo cinque anni e tre diversi presidenti del Consiglio: i sondaggi elettorali raccolti raccontano una volontà del popolo italiano (nel campione intervistato da Ixè, ndr) di andare alle urne in forma anticipata, già in questo autunno. Ben il 47% di loro scegli infatti il voto anticipato, ponendo fine al Governo Gentiloni prima del dovuto, mentre il 43% spinge ancora per la scadenza naturale della legislatura.
In entrambi i casi, gli italiani al momento esprimono un parere abbastanza chiaro sulla forma con cui si dovrà votare: dopo le polemiche ancora in itinere per la legge elettorale in discussione in Parlamento, per gli elettori è il maggioritario quanto serve in questo momento (per il 37%) mentre il proporzionale, che garantisce ad oggi meno possibilità di un governo chiaro e forte subito, è scelto solo dal 17% di loro. Indifferente il 27%, basta votare, e il 19% ancora non si sa esprimere. Insomma elezioni anticipate e maggioritario, pare che questi sondaggi “ispirino” fiducia a Matteo Renzi…
Sul fronte delle intenzioni di voto invece sono i sondaggi politici prodotti sempre da Ixè a rappresentare l’ultima informazione riguardo l’attuale situazione politica tra le varie forze politiche. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle di fatto sono allo stesso gradino del podio, il primo, con un minimo vantaggio dei dem che calcolando l’errore statistico rende quasi nullo quello 0,1%. Pd Al 28,6%, M5s al 28,5%, una situazione ancora “stagnante” per quanto riguarda soprattutto l’attuale legge elettorale che “condanna” il Paese ad una maggioranza che non esiste e ad improbabili coalizioni post-voto che al momento paiono solo utopie. Mentre il Parlamento sta lavorando per cambiare il sistema di voto, il resto delle intenzioni di voto vede un Forza Italia in lieve aumento al 12,9%, una Lega Nord stazionaria al 12,4% e Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni ferma al 4,6%. Male Sinistra Italiana al 2,4%, Mdp non cresce troppo (2,8%) e Alternativa Popolare di Alfano che non si schioda dal 3%.