I marxisti non parlano mai al vento, sentenziava il marxista più matto e geniale del ‘900, antico allievo del filosofo cattolico Jean Guitton, ossia Louis Althusser. Il motto, tutt’altro che banale, non vale solo per i marxisti, vale anche per i cosiddetti “profeti” del “sogno europeo”, non meglio definito, ma così sovente annunciato. Chi sono? Sono le lapidi di Altiero Spinelli & C., “quelli di Ventotene”, il confino, per alcuni dorato (vabbè, ma questi sono i fascisti, “topi di fogna”, quindi azzeriamo la critica, dicono “quelli perbene”), per altri creativo, così tanto da mandare alle stampe il celeberrimo, e chissà poi in che misura letto, Manifesto di Ventotene.
Il pellegrinaggio grottesco alla tomba di cotanta leggenda a opera del Trio dei Falliti, Renzi, Merkel e Hollande non fa altro che rendere carta straccia l’analisi “tecnica” dei sapientoni dei conti pubblici, soprattutto altrui, tutta gente che parla inglese con accento teutonico. Si sono inventati, lorsignori, che la Germania, il quarto reich “de noantri” a mandato fallimentare permanente, deve ridurre i suoi trasferimenti agli stati cosiddetti “più fragili”. Che dire di fronte a cotanto sprezzo del ridicolo?
Onoriamo l’atto critico dell’intelligenza come meglio possiamo o come Dio comanda, ora vediamo cosa scappa fuori.
1) I trasferimenti della Germania sono roba risibile rispetto a quelli ricevuti dai tedeschi, a cominciare dall’unificazione, pagata con le tasse di tutti, e noi abbiamo coperto non poche toppe di quel sistema elefantiaco e costoso, proveniente per più di un terzo dal comunismo. Poi i nostri soldi sono arrivati alle casse tedesche, grazie all’infausto ingresso nell’euro, a condizioni create ad hoc per favorire la Germania e far fallire l’Italia. Di punto in bianco, i redditi dei ceti medi, l’asse portante del nostro welfare, sono stati dimezzati e il resto è cronaca dei nostri giorni. Potrei continuare per pagine e pagine, ma mi fermo qui, rilancio solo per l’ennesima volta la domanda: mi sono distratto ancora… ma nessuno sa più niente di quella “banchetta” tedesca che mi pare si chiami Deutsche Bank?
2) La fuffa del pellegrinaggio del Trio dei Falliti (Renzi, Merkel, Hollande, per non perdere il filo…) è ancora più un insulto all’intelligenza, perfino quella non così esaltante dei burocrati di Berlino, in quanto, da un lato, si rilancia il Nulla in salsa retorica, ossia il Destino dell’Europa dei Padri, come l’Araba Fenice, in altre parole, nessuno l’ha mai vista, mentre, dall’altro, si scorticano le carte per grattare ancora buona cassa dai conti altrui, fingendo un rigore che oggi corrisponde all’integrità di un pedofilo a guardia di un asilo. No comment, che è poi il più grave comment.
3) Renzi non ha preso un voto, non è legittimamente presidente del Consiglio, è il sig. Matteo Renzi, quindi questa farsa deve finire al più presto. Cosa fa il Nostro? Approfitta di una sede popolata di lacchè di corte per tirare fuori la boria dello sconfitto: si voterà soltanto nel 2018, qualunque sia l’esito del referendum. Anche gli americani più seri, global ma non talebani globalist, e soprattutto gente seria che non scazza, come diceva Giorgione Gaber, hanno sentenziato così: The Renzi’s Great Gamble. Renzi è un gambler per gli americani. Chi è il “gambler”? Pronta la definizione: è uno che scommette, sottintendendo che lo fa alla cieca e in preda o a compulsione o a disperazione.
4) Nella società dello spettacolo di debordiana memoria, ci sta tutto, anche il Nulla elevato a schema ideologico, ma‘cca niscuno è fesso (cfr. la Fonte al punto 5).
5) Come appunto dichiarato dal grande filosofo partenopeo, Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, brevemente Antonio De Curtis, in arte Totò, un attore così comico da essere serio, contrariamente alla Trimurti dei Morti Viventi, così seri da essere comici. A futura memoria, please. Et de hoc satis.