Di Monte dei Paschi di Siena si parla molto nell’ultimo periodo, per via dell’intervento pubblico per mettere in sicurezza la banca toscana. Tuttavia da tempo c’è un caso di cronaca legato a Montepaschi, quello della morte di David Rossi, che si arricchisce di un nuovo elemento. La Procura di Siena ha infatti chiesto l’archiviazione delle indagini sulla morte dell’allora capo della comunicazione di Rocca Salimbeni, deceduto dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio quasi 4 anni fa. Il Procuratore Salvatore Vitiello ha infatti spiegato che a seguito della riapertura delle indagini è stata svolta una meticolosa attività, incentrata su investigazioni tecniche. “I risultati della complessa attività sono stati rappresentati nelle relazioni depositate e messe a disposizione delle parti. Sono stati acquisiti gli elementi disponibili senza ricusare alcunché”, scrive il Procuratore in una nota. Nella quale spiega anche che gli elementi raccolti “conducono a ritenere ragionevole l’ipotesi del suicidio e altamente improbabile quella dell’omicidio”. È stato inoltre chiesto lo stralcio del procedimento per l’ipotesi di omissione di soccorso a carico di ignoti. È noto infatti che l’autopsia ha messo in rilievo che Rossi non è morto subito dopo la caduta e delle immagini delle telecamere di sorveglianza hanno evidenziato la presenza di un uomo vicino al suo corpo ancora in vita. Vitiello nella nota ha anche scritto che “nella richiesta di archiviazione si è cercato di dare risposte ai quesiti sollevati dalle parti con le quali si aprirà eventualmente il confronto davanti al giudice dell’indagine preliminare, anticipando fin d’ora la totale disponibilità della Procura a qualsiasi approfondimento utile e possibile”.
Mps non può attendere la concessione della garanzia pubblica Gacs (garanzia cartolarizzazione sofferenze) per procedere alle cessione dei suoi crediti deteriorati, in quanto ci potrebbero volere 12-18 mesi. Per questo, scrive Milano Finanza, Montepaschi starebbe pensando a un modello simile a quello usato da Unicredit con il progetto Failure is not an otion (Fino), su cui sarebbero già al lavoro gli advisor Mediobanca, Lazard e lo studio legale Bonelli Erede. Secondo quanto riporta MF, a breve dovrebbe partire la ricerca di potenziali compratori interessati agli Npl del Monte e alcuni importanti studi legali milanesi sarebbero già in contatto con dei fondi. Tuttavia non essendo chiari tutti i dettagli della struttura dell’operazione di cessione dei crediti deteriorati è anche difficile ipotizzare quale potrebbe essere il reale interesse degli operatori specializzati del settore.
Come noto, il decreto salva-risparmio approvato dal Parlamento non contiene alcuna norma relativa alla predisposizione e pubblicazione di una liste dei principali debitori insolventi di una banca sottoposta a ricapitalizzazione precauzionale. E Massimo D’Alema ha usato parole piuttosto forti per commentare questo fatto. “Il Parlamento ha votato per non pubblicare le liste dei debitori, ricchi signori che non hanno restituito i soldi. Anche il mio partito, di cui ho la tessera in tasca, ha votato. Provo un sentimento di vergogna”, ha infatti detto l’ex Premier partecipando a un seminario organizzato dalla Fondazione Nenni. Tra l’altro D’Alema era finito al centro di un attacco indiretto di Matteo Renzi, quando nel suo discorso alla direzione del Pd aveva parlato della necessità di far luce sulle operazioni compiute intorno ad alcune banche pugliesi.
Il Movimento 5 Stelle si schiera accanto ai famigliari di David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Mps, nel chiedere che le indagini sulla morte dell’uomo non vengano archiviate un’altra volta. “Avevamo combattuto accanto alla vedova e ai legali la battaglia per la riapertura dell’inchiesta, a fronte di elementi probatori forti che consentivano di non escludere la pista dell’omicidio. Ora la richiesta della procura ci sembra, ancora una volta, fondata su conclusioni superficiali”, si legge in una nota del gruppo parlamentare M5S, in cui si ricorda che è stata depositata “una nuova interpellanza parlamentare, a prima firma Daniele Pesco, in cui si mettono in risalto i riscontri e le evidenze sui fatti che accaddero quella sera del 6 marzo 2013. Evidenze che non consentono di archiviare la pagina giudiziaria con la sbrigativa conclusione del suicidio di David Rossi”.
Il decreto salva-risparmio non dovrebbe limitare i suoi effetti solamente a Mps, ma consentire allo Stato di intervenire anche in aiuto di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, le due realtà ormai controllate dal Fondo Atlante e in procinto di fondersi. Secondo quanto scrive La stampa, il ministero dell’Economia e delle Finanze è già in contatto con la Commissione europea per far sì che questa intervento, come quello sulla banca toscana, non venga bloccato come aiuto di Stato. E, secondo il quotidiano torinese, proprio per questo motivo il piano di fusione tra le due banche venete potrebbe slittare di qualche settimana. In ogni caso il piano, oltre ad alcune cessioni, come quella relativa ad Arca Sgr, dovrebbe prevedere la cessione dei crediti in sofferenza.
Il Movimento 5 Stelle ha tenuto ieri una manifestazione a Siena davanti alla sede di Mps. Il blog di Beppe Grillo ha spiegato le ragioni della protesta, descrivendo il decreto salva-risparmio come “un assegno in bianco di 20 miliardi in favore di banchieri cui non viene chiesto di pagare nulla per le loro responsabilità. Il Governo che dice di non trovare i soldi per il Reddito di cittadinanza e che non riesce a consegnare nemmeno le casette di legno ai terremotati, poi trova subito una cifra enorme per aiutare le banche, ma senza creare le condizioni per una vera stabilizzazione del sistema”. Nel post viene quindi ribadita quella che è la linea del Movimento 5 Stelle su Montepaschi e le altre banche in situazioni critiche: “Una autentica nazionalizzazione di pezzi del sistema del credito, con l’azzeramento di un ceto manageriale che ha massacrato gli istituti e una gestione interna alle banche e trasparente dei crediti deteriorati”.