DIREZIONE NAZIONALE PDL – Lo scontro tra Fini e Berlusconi – Alla Direzione Nazionale del Pdl si è consumato oggi lo strappo tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. Il presidente della Camera è partito subito all’attacco nel suo intervento: “Oggi viene meno la fase costitutiva del Pdl, c’è una maggioranza e una minoranza che non condivide in toto”. “voglio sapere se è lecito che ci siano opinioni diverse e organizzare dentro il partito un’area politico-culturale che si ritrova in esse. Non mi sento in difficoltà per chi mi ricorda che ho detto che le correnti sono una metastasi”.
Poi Fini si rivolge direttamente a Berlusconi: “Te lo dico in faccia, il tradimento viene spesso da chi alle spalle dice il contrario di ciò che dice pubblicamente, ma raramente il tradimento è nella coscienza di chi si assume la responsabilità di quello che pensa in privato e pubblicamente”.
Sulle proposte concrete, Fini ha detto che sarebbe necessario riscrivere il programma elettorale per quel che riguarda la parte economica: è possibile, si chiesto, ridurre le tasse a imprese e famiglie in questa situazione? Poi Fini ha chiesto che il federalismo fiscale non vada a minare l’unità nazionale e su questo punto ha poi spiegato che il Pdl finora non si è fatto portatore di proposte per le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia. E la colpa sarebbe della Lega.
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DIREZIONE NAZIONALE PDL – La replica di Berlusconi – Mi sembrava di sognare. Non mi sono mai giunte queste richieste, ha detto subito dopo Silvio Berlusconi a proposito del discorso di Fini. “Disponibilissimi a volere luoghi di discussione e dove presentare le proprie opinioni e su questo Gianfranco ha la nostra adesione. Ma devo dire che su queste cose ultime a me non erano mai arrivare voci da nessuno, neanche da Ignazio La Russa, che è stato l’uomo di collegamento tra noi e il presidente della Camera”. Poi si rivolge a Fini: “Hai cambiato totalmente posizioni: martedì nel tuo studio davanti a Gianni Letta mi hai detto ‘sono pentito di aver fondato il Pdl’ e che volevi fare gruppi autonomi in Parlamento”.
Poi è partito il contrattacco: “La Lega ha fatto proprie le posizioni di An sull’immigrazione. Non tanto noi siamo fotocopia della Lega, ma la Lega è stata una fotocopia delle posizioni di An”.
Sulle polemiche relative a Il Giornale, che aveva espresso posizioni contrarie a Fini, Berlusconi ha detto: “Ho convinto un mio familiare a mettere in vendita Il Giornale”. E poi ha invitato Fini a presentargli uno dei suoi amici imprenditori interessato a rilevare parte della proprietà del quotidiano di Via Negri. Infine ha ricordato che gli attacchi maggiori al Pdl vengono da Libero, quotidiano di proprietà di Angelucci, ex An.
Alla fine Berlusconi scaglia la stoccata finale: “Basta con il controcanto, se vuoi discutere ne discutiamo tra noi, tu però non sei mai venuto alle riunioni e non sei venuto neanche in Piazza San Giovanni. Scegli, o fai il Presidente della Camera o lavori per il partito”. A quel punto Fini si è alzato dalla prima fila in platea e ha fatto gesti con la mano quasi a dire “me ne vado”. Durante il discorso di Berlusconi, più volte Fini ha sorriso alle parole del Premier e ha anche agitato le mani, come a dire “Ma si può?”.