“Nello scontro Renzi-Juncker sto dalla parte del secondo. Il premier italiano in questo momento rappresenta la demagogia e gli egoismi nazionali, il presidente della Commissione Ue difende le regole comunitarie. E gli egoismi nazionali, inclusi quelli della Germania, stanno portando l’Europa alla più grave crisi politica dopo la seconda guerra mondiale”. Lo afferma Bernd Posselt, politico bavarese della CSU ed ex europarlamentare. Martedì il presidente del gruppo del Ppe all’Europarlamento, Manfred Weber, ha rimarcato: “Renzi sta mettendo a repentaglio la credibilità dell’Europa a vantaggio del populismo”.
Lei che idea si è fatto della polemica tra Renzi e Juncker?
L’Unione Europea è una comunità del diritto e delle regole. Il problema di Renzi è il suo populismo, e il fatto che non accetta le regole. Il presidente della Commissione Ue deve sovrintendere al rispetto delle regole e al fatto che tutti gli Stati membri le accettino. Per esempio il cancelliere tedesco Angela Merkel ha deciso di destinare una certa somma di denaro per i rifugiati che non sono ancora entrati in Europa. Questo denaro è bloccato però da Renzi, che sta facendo ostruzionismo anche su altre questioni. In questo momento mi trovo nel Parlamento europeo di Strasburgo, e qui tutti sono molto arrabbiati con Renzi.
L’Italia dovrà pagare 280 milioni di euro alla Turchia…
L’Italia ha accettato di farlo, e non riesco a capire perché Renzi abbia cambiato idea.
Forse perché Bruxelles ci continua a bacchettare per il debito e non ci aiuta sui profughi presenti in Italia…
E’ giusto che l’Ue aiuti l’Italia, anche perché quest’ultima in passato ha già fatto molto. Il problema però è che non ci si può comportare come fa Renzi: prima ha accettato l’intero pacchetto, e adesso lo sta bloccando.
La Francia ha un deficit sopra al 3% e la Germania viola le regole Ue sul surplus commerciale. Perché solo l’Italia deve rispettarle?
Questo è un altro problema, ma io sostengo Juncker perché sta facendo il suo dovere e perché è uno dei migliori presidenti della Commissione Ue degli ultimi decenni, insieme a Jacques Delors e a Romano Prodi. Il compito di Juncker è quello di essere difensore delle leggi e dei trattati comunitari. Io non difendo né la Germania né la Francia né l’Italia, ma chiedo che le leggi comunitarie siano rispettate. Ritengo che vadano criticati gli egoismi nazionali di ciascuno degli Stati membri, inclusa la Germania. L’Europa può funzionare solo se le regole sono accettate.
Perché nessuno le rispetta più?
Ci troviamo in una fase in cui gli egoismi nazionali di ciascuno degli Stati membri stanno diventando sempre più forti. Vanno quindi sostenuti quanti rappresentano il senso comune dell’intera Unione Europea. Altrimenti le cose precipiteranno, e sarà la peggiore crisi politica dalla seconda guerra mondiale.
Juncker ha reagito in questo modo anche perché è a sua volta sotto pressione da parte della Germania?
No. Juncker sta lavorando molto bene e oggi come oggi è il miglior politico a livello europeo. Il suo carisma nasce dal fatto di conoscere la mentalità di popoli diversi quali quello italiano, tedesco e francese. Agisce inoltre di comune accordo con Donald Tusk, che conosce a fondo la realtà polacca. Abbiamo quindi la miglior leadership europea da molto tempo a questa parte.
Come sono i rapporti tra Juncker e la Germania?
Nell’ultimo periodo non sono mancate tensioni. La Germania deve individuare procedure comuni con gli altri Paesi europei per quanto riguarda i rifugiati. In molti, incluso il mio stesso partito, il Csu bavarese, affermano che la soluzione è quella di chiudere i confini. Juncker ha ribattuto che la strada da seguire non è questa.
(Pietro Vernizzi)