“Evitare una fine convulsa della legislatura”: è quanto, a caldo, il Capo dello Stato aveva chiesto ieri alle forze politiche ai primi fuochi di quella che sta divampando come una vera crisi di governo. Un Pdl intenzionato a staccare la spina al governo Monti come ha dichiarato proprio oggi il segretario Alfano: consideriamo l’esperienza Monti conclusa. Come si sia giunti a questa accelerata è ben noto: le parole di Silvio Berlusconi a proposito del suo desiderio di candidarsi alle prossime elezioni nazionali hanno provocato i malumori del ministro Passera, cosa che ha scatenato l’ira del Pdl stesso. A questo punto si sta aprendo l’inevitabile processo delle consultazioni da parte del capo dello Stato: visto Alfano stamattina, Napolitano sta incontrando in queste ore gli altri leader della maggioranza Bersani e Casini, per poi vedere anche i presidenti di Senato e Camera. Ilsussidiario.net ha chiesto a Emanuele Macaluso il suo parere su come Napolitano potrà gestire questa crisi: “E’ evidente che il Capo dello Stato deve attenersi alle sue prerogative costituzionali, che sono quelle di sciogliere le Camere solo una volta verificata l’assenza di una maggioranza di governo”. Per Macaluso però ci sono molti punti oscuri dettati dalle ambiguità di Berlusconi che rendono questa crisi una incognita.
Il Capo dello Stato sta incontrando i rappresentanti delle forze di governo che sostengono la maggioranza: come gestirà secondo lei questa crisi?
La gestirà secondo la Costituzione come ha sempre fatto. La Costituzione dice che fino a quando c’è una maggioranza di governo il capo dello Stato non scioglierà le Camere. Quando non c’è più un governo e non c’è neanche una diversa maggioranza allora scioglierà le Camere.
Ieri però ha rivolto un pressante appello alle forze politiche facendo appello al loro senso di responsabilità affinché la legislatura non finisca di colpo.
Certamente, Napolitano sta lavorando e stimolando le forze politiche al loro senso di responsabilità. Per prima cosa perché bisogna approvare le leggi di stabilità, che adesso si chiamano così ma in sostanza si tratta della classica finanziaria senza la quale non si possono pagare neanche gli stipendi. In caso contrario, se cadesse il governo ora, bisognerebbe dar vita al cosiddetto esercizio provvisorio, un qualcosa che non si fa da trent’anni almeno. L’Italia ricadrebbe nelle cose più incredibili. Anzi, Napolitano aveva anche chiesto che si facesse la legge elettorale ma chi lo sa a questo punto se ci sono ancora i tempi.
Una crisi di governo adesso aprirebbe dunque scenari complicati.
Napolitano ha chiesto a tutti di calmarsi, dicendo non facciamo precipitare la situazione che diventa poi per tutti qualcosa di ingovernabile e anche di drammatico.
Lei ritiene che questa crisi si possa gestire nel modo in cui auspica Napolitano?
Non lo so sinceramente come farà. Ha incontrato il segretario del Pdl a nome di Berlusconi, ma il Pdl vuole evidentemente accelerare la crisi. Sta interrogando le forze politiche di maggioranza e poi valuterà il da farsi. Certo è che Berlusconi si è svegliato ieri con l’idea di voler fare le elezioni a febbraio, ma credo sia impossibile in quanto per far ciò bisognerebbe sciogliere le Camere adesso. Questi sono atteggiamenti gravi, cose insensate di un uomo che ha perso del tutto anche il cervello.
Napolitano dunque garante della Costituzione davanti a una crisi dai risvolti oscuri.
Esatto è il garante per tutti i problemi del Paese e il potere che ha lo ha guardando alla Costituzione. Scioglierà il Parlamento se non ci sarà più il governo, il Pdl dovrebbe presentare mozione di sfiducia e il governo dimettersi e quindi potrebbe sciogliere le Camere. Tutto questo inevitabilmente scivola a gennaio. Francamente è difficile dire cosa succederà.
Quella del Pdl secondo lei è più una minaccia per agitare le acque in vista delle elezioni o un vero tentativo di far cadere il governo?
Non lo so perché Berlusconi ne fa una al giorno cambiando opinione nella stessa giornata. Nel suo partito sono tutti ubbidienti a lui tranne qualcuno che giustamente si è stufato e non lo ascolta più. Secondo me si andrà a votare come previsto a marzo, però c’è un ostacolo.
Quale?
Il Tar ha ordinato che nel Lazio bisogna votare il 2 e 3 febbraio. lo ha detto con una sentenza. Allora io mi chiedo: si può votare a Roma il 2 e 3 febbraio e poi tornare a votare a marzo? E’ una cosa che bisogna vedere nelle leggi se è possibile per il governo rinviare le elezioni nel Lazio. Certamente il Capo dello Stato non può intervenire sulle date di una elezione e chiedere che venga spostata.