Per ora Renzi non ha voluto ancora “replicare” alla lunga lettera apparsa sul Fatto Quotidiano, ma ci ha pensato uno dei suoi fedelissimi – Michele Anzaldi – a dare una sorta di “lettura politica” all’invocazione fatta da Celentano nei confronti dell’ex premier fiorentino. «Freccero consigliere Rai in quota M5s annuncia: lavoro a programma Rai con Grillo Celentano Mina», scrive su Twitter il deputato del Partito Democratico in quota “renziana”, «E oggi Celentano sul Fatto Quotidiano, giornale schierato, chiede a Renzi di sostenere il governo Di Maio. A pensar male si fa peccato ma.. Super conflitti di interessi M5s». Una mossa dunque ragionata e partita da Travaglio su “imbeccata” di Freccero? Di sicuro una lettura spregiudicata e azzardata cui solo Celentano, o lo stesso Renzi, potranno smentire, confermare o “modificare”. Di certo, il web non ha gradito la lettera del Molleggiato tacciandolo di “venduto” con i nuovi “potenti” grillini, i commenti più “tranquilli” che si leggono in queste ore su Facebook.
CELENTANO SCRIVE A RENZI
Adriano Celentano è un’icona ormai, non è solo un cantante, e come tale si “permette” di tanto in tanto di lanciare il suo “verbo” sulla vicende italiche, spesso legate alla politica: i suoi “sermoni” in tv sono divenuti ormai famosi (anche se ormai è anni che non li fa più, ndr) ma anche con le lettere sui giornali il Molleggiato non scherza. L’ultima arriva dalle colonne del Fatto Quotidiano, di certo il giornale più vicino come temi e linea editoriale al Movimento 5 Stelle, e l’obiettivo diretto delle sue parole si chiama Matteo e di cognome fa Renzi. Un consiglio, in forma di lettera semi-pastorale, al leader della nuova sinistra in decadenza dopo le Elezioni: “incontri Di Maio e la faccia finita con le diatribe, qui bisogna salvare l’Italia da Salvini”. Abbiamo liberamente tradotto il senso della lettera, ma il senso ve lo garantiamo, è proprio questo: «Ecco cosa farei se fossi al tuo posto: prenderei la bicicletta e, da SOLO, andrei a trovare il vincitore del 4 Marzo: Luigi Di Maio. E in religiosa umiltà gli direi: eccomi qui pronto al tuo fianco per guarire l’Italia», scrive Celentano nelle prime righe della lettera aperta a Matteo Renzi (che siamo pronti a scommetterci prima o poi, in una bella Enews magari, risponderà a tono). Secondo l’idolo della Via Gluck una mossa del genere potrebbe «spiazzare anche Papa Francesco», confermando tra il serio e il faceto il suo intento quasi “religioso” nel rivolgersi a Renzi, ovvero al Pd, ovvero alla Sinistra di oggi che sembra aver perso il contatto con la “base elettorale”, quel popolo tanto “osannato” da un Celentano col passare degli anni sempre più “populista” e sempre meno “realista”.
“SBAGLIARE UMANO, MA RISBAGLIARE…”
Celentano non vuole pensare ad una Italia in cui non siano Di Maio e il Pd a prendere le redini del gioco: «Non riesco e non voglio neanche pensare quali benefiche ripercussioni potrebbe avere, anche in campo internazionale, una mossa del genere. E… non voglio neanche pensare cosa succederebbe se tu non la facessi…», scrive ancora nella lunga lettera apparsa sul Fatto. Poi il buon Molleggiato si diletta nel ripercorre il fulgido percorso del giovane Matteo dalla Toscana fino a Palazzo Chigi, «Quel giorno tutti ti guardavamo come un’improvvisa apparizione che prometteva grandi cambiamenti, tre quarti di Italia davanti ai monitor e dentro ogni monitor c’eri sempre tu». Poi però l’affondo in cui si nota tutto il cambiamento di rotta che Celentano negli ultimi anni ha migrato dal centrosinistra di stampo ancora cattolico al “nuovo” Movimento 5 Stelle. «l 4 marzo, sia tu che il PD siete stati sbaragliati dalla vittoria schiacciante dei Cinque stelle. Con al secondo posto la sorpresa Salvini all’interno di una coalizione che, solo “grazie” a Berlusconi, l’uomo che da anni danno per spacciato, ha potuto realizzare il più alto numero di voti, anche sopra i Cinque stelle. Per cui cosa si fa?», si chiede Celentano, dando subito una sua lettura alquanto “specifica” e “netta”. «sbagliare è umano, ma risbagliare potrebbe essere da Deficienti. So che in politica non si usa, perché per i politici l’unico binario percorribile è quello del risentimento. Ma tu forse sei diverso. Perché magari sai anche perdere. E d’altra parte non c’è altro modo per Rivincere».