Un terremoto sta sconvolgendo il mondo fragilissimo delle criptomonete virtuali. Tali sono le monete generate da un sistema totalmente informatico, che lavora in modo indipendente, e non da un ente o organismo centralizzato. Sono dette criptomonete poiché il meccanismo di transazione, quando sono utilizzate per un pagamento, usufruiscono di un sistema di cifratura che nasconde i dati della transazione e rende impossibile la tracciabilità.
Ho già affrontato in passato questo argomento, riferendomi alla più famosa tra queste, cioè il fenomeno Bitcoin, da me criticato con lo stesso tipo di critiche che rivolgo ai sistemi monetari ufficiali. E anche oggi continuo a porre la stessa domanda: perché e come nasce la moneta in questione? Con quale criterio viene creata nuova moneta, quello strumento indispensabile al commercio in una moderna economia?
Se l’attuale sistema monetario da questo punto è criticabilissimo, poiché gli euro sono generati per difendere il sistema bancario e favorire le sue speculazioni (spesso contro gli stati), allo stesso modo il giudizio sulle criptomonete non può essere meno tenero, visto che anche in questo caso non esiste certo un giudizio morale alla fonte della moneta: questa viene creata da un algoritmo matematico, non da una decisione umana di valore. Anzi, proprio i critici del mio articolo mi avevano tacciato di non aver capito nulla del Bitcoin, perché proprio quello era il valore, cioè il fatto che non dipendesse da una decisione umana, da un essere sempre fallibile o peggio corruttibile.
Sempre il solito tentativo, quello di sostituire l’umano e la sua fragilità con la tecnologia, scavalcando il problema morale. Ma così la tecnologia, indifferente ai problemi morali, ne diviene un avversario agguerrito. E le cose sono così perché così sono create, non si possono cambiare. Non possiamo decidere noi che il sole non sia giallo. Allo stesso modo, non possiamo decidere noi che una questione, che sia morale per sua natura, non lo sia più grazie alla tecnologia. In tal caso, la scelta di una tecnologia che sostituisca il giudizio morale, diventa immorale per definizione.
E lo è per davvero: proprio a causa della non tracciabilità delle transazioni, il Bitcoin, per la sua convertibilità in dollari e quindi con le altre monete, è divenuto in breve tempo lo strumento ideale per il riciclaggio di denaro sporco, frutto di guadagni illeciti. E questo non ha mai fatto problema ai loro ideatori, che anzi si auguravano che proprio per questo divenisse ben presto la moneta alternativa di riferimento in tutto il mondo. Qualcuno si era pure sbilanciato, preconizzando una rapida fine per i sistemi monetari ufficiali.
Ma il tempo è galantuomo e i nodi, prima o poi vengono al pettine. Coloro che hanno tentato di mettere da parte l’uomo fallibile, si sono dimenticati un particolare: cioè che l’uomo è fallibile, come colui che doveva occuparsi di garantire la sicurezza dell’operatore MTGox. Troppo tardi si sono accorti della falla del sistema, quando ormai sembrano che siano stati sottratti Bitcoin per un valore equivalente a decine di milioni di dollari, se non di più. E proprio quello che era il fiore all’occhiello del sistema Bitcoin, cioè la non tracciabilità delle transazioni, rende impossibile ricostruire il furto e non permetterà la restituzione del maltolto.
Così da alcuni giorni l’operatore MTGox ha oscurato il proprio sito web e sembra che debba chiudere la propria attività: si tratta indubbiamente di un durissimo colpo. Se ne sono accorti anche gli altri titolari di conti Bitcoin, poiché il valore dello stesso è sceso fino ad appena 135 dollari (mentre a novembre arrivava addirittura a 1300). E questo è proprio un esempio perfetto per mostrare tutta la fallacia del cosiddetto “libero mercato”: quale sarebbe il giusto prezzo? Come si fa a saperlo? Oggi il valore del Bitcoin è di oltre 500 dollari: quale sarà il suo valore effettivo? Ma se quello attuale non fosse il giusto prezzo, allora come mai il libero mercato non produce il giusto prezzo?
L’ho spiegato più volte su queste pagine: ciò accade perché in realtà occorre abbattere quello che forse è il maggiore mito del libero mercato, cioè la sua efficienza. E il libero mercato non è efficiente perché è frattale. I frattali, per natura e per genesi matematica, favoriscono gli eccessi, quindi non favoriscono, nelle loro oscillazioni, la determinazione del giusto prezzo. Proprio il contrario di quanto racconta la dottrina economica oggi dominante.
Una domanda rimane sullo sfondo di questi ragionamenti: qual è la differenza sostanziale tra Bitcoin ed Euro? Secondo quale criterio morale vengono stampati gli Euro? Nessun criterio morale? E allora, che fine farà l’Euro?
Non credo che l’Euro finirà presto, troppo grandi sono gli interessi in gioco, per poter pensare a una sua rapida dismissione. Soprattutto finché non vi saranno sistemi monetari nazionali, una sparizione dell’Euro non credo sia possibile. Ma è chiaro che gli interessi della popolazione sono da un’altra parte. Occorre prenderne atto e adottare soluzioni alternative.