Il magistrato siciliano Antonio Ingroia ha presentato il suo libro “Nel labirinto degli dei”. Un lavoro che ripercorre la sua vita da pm in lotta contro la mafia.
I passaggi più significativi della fatica editoriale di Ingroia sono quelli che riguardano la presunta trattativa Stato-mafia degli anni ’90. “Gli dei sono quei potenti che con la mafia hanno fatto e fanno affari pretendendo la propria impunità. La trattativa è stata fatta per paura, ma chi l’ha fatta non l’ha comunicata ai cittadini e nemmeno ha tenuto conto di chi stava lottando contro la mafia e ci ha rimesso o ha rischiato di rimetterci la vita”.
A chi lo accusa di essere una toga rossa, un magistrato politicizzato Ingroia risponde così: “Non credo proprio di essere una toga rossa. Lo si diceva anche di Giovanni Falcone solo perché ha indagato sul partito moderato dell’epoca, la Democrazia Cristiana. E lo si dice di tanti magistrati oggi in modo infondato e pretestuoso”.
A chi chiede a Ingroia se abbia paura fisica della mafia, il pm siciliano con serenità ribatte con un “no, in questo momento storico no. In altri magari sì, ma ormai mi sono uniformato al motto che fu di Borsellino: ‘Normale avere paura, ma basta avere ancora più coraggio”.