Come noto, Mps è al centro delle cronache non solo per la sua situazione contabile, ma anche per la morte di David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Rocca Salimbeni. La Procura di Siena ha chiesto l’archiviazione delle nuove indagini, ma Luca Scarselli, consulente della famiglia, che si oppone alla tesi del suicidio, ha spiegato perché sarebbe sbagliato chiudere di nuovo il fascicolo su Rossi: “Il fascicolo era stato riaperto per istigazione al suicidio, si chiedeva di indagare sulla presenza di terze persone al momento della morte, ma su questo non sono state date risposte”, ha detto parlando ad Antenna Radio Esse. “C’erano persone nell’ufficio, per noi è depistaggio e occultamento di prove. Poi chi c’era nel vicolo mentre Rossi era agonizzante a terra? È chiaro dalle immagini che c’erano persone che stavano aspettando che l’ex responsabile area comunicazione morisse”, ha aggiunto Scarselli.
Il Foglio ricorda un dato importante del piano di ricapitalizzazione precauzionale con cui lo Stato si farà carico di Mps utilizzando 6,6 miliardi di euro. Il piano infatti “prevede che i creditori istituzionali subordinati vengano rimborsati in nuove azioni a un concambio equivalente al 75 per cento del valore facciale delle loro obbligazioni”. Tuttavia, ricorda il quotidiano, molti di questi investitori hanno acquistato i titoli a un prezzo inferiore ai 75 centesimi per euro e “ciò implicherebbe un considerevole capital gain (in termini di attribuzione di nuovo equity) – frutto di uno spregiudicato azzardo morale – finanziato con risorse dei contribuenti”. Insomma, non sembrerebbe svanito ancora il rischio di avvantaggiare gli speculatori consentendo loro di avere dei guadagni attraverso l’uso di risorse pubbliche.
Come noto, uno dei punti importanti che Mps dovrà affrontare nelle prossime settimane è quello della cessione dei crediti deteriorati. E parimenti, ricorda Il Sole 24 Ore, anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovranno affrontare questo tema, anche perché la situazione dei loro Npl non è certo migliorata col tempo. “I dati di bilancio di giugno 2016 (gli ultimi disponibili) parlano di una montagna di crediti deteriorati lordi tra le due banche che, sommati, superano i 17 miliardi di euro, ben oltre il 35% del portafoglio impieghi totale che vale poco meno di 45 miliardi. Una situazione che non ha pari in Italia e che solo Mps può forse eguagliare”, scrive il quotidiano di Confindustria. Vedremo se per le banche venete ci sarà una cessione in blocco come quella che si paventa per Montepaschi. Anche perché dovranno anche loro ricorrere alla ricapitalizzazione precauzionale come la banca toscana.
Ci potrebbero voler almeno due mesi per mettere a punto il piano industriale di Monte dei Paschi di Siena, che andrà poi sottoposto alla valutazione di Banca centrale europea e Commissione europea. Lo scrive Il Giornale, spiegando che a Rocca Salimbeni si continua a lavorare, ma il fatto che siano coinvolte istituzioni europee, senza dimenticare il Tesoro italiano, sta facendo sì che i passi e le trattative per il completamento e la presentazione del piano procedano a rilento per la dovuta cautela richiesta. Per questo motivo prima di aprile non si dovrebbe vedere nulla di concreto. A supporto di questa tesi arrivano anche le notizie di Sienafree.it, secondo cui Monte dei Paschi di Siena avrebbe messo in programma ben tre riunioni del cda a marzo, anche per lavorare proprio al nuovo piano industriale. Anche se il quotidiano online senese ritiene che il piano industriale possa vedere la luce già nella prima metà di marzo. Forse al momento il punto che va maggiormente definito è quello riguardante la cessione dei crediti deteriorati. Le ultime indiscrezioni sono propense a indicare la volontà di indire un’asta tra soggetti specializzati negli Npl per una vendita in blocco. Tuttavia potrebbe volerci del tempo e occorre anche capire a quale prezzo avverrebbe questa operazione, perché potrebbe causare delle perdite consistenti per Mps. La quale ha comunque fatto registrare importanti perdite alla fine dello scorso anno proprio per le sofferenze bancarie. D’altro canto sia la banca toscana che il Tesoro hanno le “mani legate” di fronte alla necessità di avere per forza di cosa il “placet” delle autorità europee per procedere alla ricapitalizzazione precauzionale. Dunque non possono permettersi passi falsi.
I termini del rimborso per i possessori dei bond subordinati di Monte dei Paschi di Siena sono uno dei temi più importanti del nuovo piano industriale che dovrà essere messo a punto da Rocca Salimbeni. Per Finanzaonline.com, vi sarebbero indiscrezioni circa una richiesta dell’Ue di aumentare l’haircut previsto. In altri termini, Bruxelles vorrebbe che vi fosse un rimborso minore per i risparmiatori. Inoltre, vi sarebbe la richiesta di diminuire il prezzo di aumento di capitale del Tesoro. Non si tratta certo di richieste di scarso rilievo, anche perché di fatto incidono sulle risorse pubbliche che dovranno essere stanziate per Montepaschi. Per questo motivo, quindi, ci potrebbe essere un ritardo nella presentazione del piano industriale della banca toscana, che ancora sta lavorando a una bozza di questo documento che dovrà essere approvato dalle autorità europee.
Banca Mps sembra intenzionata a cedere i crediti in sofferenza in blocco attraverso un’asta. Secondo quanto scrive Finanze.net, probabilmente questa operazione è richiesta dalla Banca centrale europea per dichiarare solvibile Rocca Salimbeni e consentire quindi la ricapitalizzazione precauzionale da parte del Tesoro. La cessione degli Npl potrebbe avvenire in più tranche e questa indiscrezione, secondo il portale specializzato in notizie finanziarie, potrebbe convincere qualche investitore a sottoscrivere azioni di Monte dei Paschi di Siena. “Da quanto si legge chi le compra le prende a tranche da cento o duecento milioni: non è difficile immaginare una ‘moral suasion’ indirizzata a convincere operatori istituzionali a sottoscriverle, magari poi infilandole nei portafogli delle polizze assicurative dei clienti”, è scritto sul sito.