Conosce l’importanza del dialogo con le diverse fedi, Emmanuel Macron. Lo ha dimostrato in questi mesi da presidente della Repubblica francese, rapportandosi coi musulmani, i protestanti, gli ebrei. Mancavano i cattolici e a quelli il plenipotenziario di Francia si è rivolto un incontro al Collège des Bernardins a Parigi organizzato dalla Conferenza episcopale francese (Cef). Come riportato da L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, Macron ha parlato a lungo leggendo un discorso curato nei minimi dettagli, comprensivo di un riferimento all’esortazione apostolica di Papa Francesco Gaudete et exsultate pubblicata poche ore prima. Una conferma ulteriore del fatto che Macron voleva fare presa sulla platea. Come se non bastassero i tanti riferimenti a concetti cari ai cristiani come “trascendenza, martirio, santità, vocazione, salvezza, assoluto, speranza, o ancora conversione”. Macron ha dichiarato:”Sono qui stasera per chiedervi solennemente di non sentirvi sugli scalini della Repubblica, ma di ritrovare il gusto e il sale del ruolo che avete sempre svolto“. Insomma, un invito a partecipare, a fiancheggiare il Presidente in un’epoca di contrasti, in un momento storico in cui “il tessuto stesso della nazione rischia di strapparsi“. Non sono parole vuote di significato, quelle di Macron, che alla Chiesa parla rivolgendosi direttamente a Georges Pontier, presidente del Cef: “Abbiamo sfidato gli scettici dei due campi, lo abbiamo fatto perché entrambi percepiamo che il legame tra la Chiesa e lo Stato si è deteriorato e spetta a noi di ripararlo”.
POTERE TEMPORALE E SPIRITUALE
Ma in quel gusto per i simboli che contraddistinguono la retorica di Macron, tornano pure i riferimenti alla storia e ai ruoli che hanno visto la Chiesa in primo piano. C’erano una volta potere temporale (o politico) e spirituale. Da una parte i governatori del popolo accanto la Chiesa, cui spettava il compito di guidare le anime. Uno scenario che non è superato, secondo Macron (e chissà che non pensi di fondere le due esperienze nella sua persona), se è vero che il presidente precisa che “la laicità non ha in nessun caso come missione negare lo spirituale nel nome del temporale, e ancor meno sradicare dalle nostre società la parte sacra che nutre tanti nostri concittadini“. Si leggono una dichiarazione d’intenti ed una richiesta di scuse nelle parole di Macron, che si assume la responsabilità di “vegliare a che non sia intaccata la fiducia dei cattolici verso la politica e i politici. Non mi sembra né sano né positivo che la politica si sia impegnata, con così tanta determinazione, sia a strumentalizzare sia a ignorare i cattolici“. Dunque una chiesa francese che torni protagonista, questo chiede Macron:”Non rimanete sulla soglia della porta. Non rinunciate alla Repubblica che avete con tanto vigore contribuito a forgiare”. Prima di citare anche il filosofo Emmanuel Mounier, fondatore della rivista «Esprit», alla quale lo stesso Macron ha collaborato tempo addietro:”La Chiesa, in politica, è allo stesso tempo in anticipo e in ritardo”. Una frase che il presidente francese interpreta così:”Dovremo vivere aggiustando il meglio possibile il vostro lato intempestivo e la necessità che sarà la mia di essere nel tempo del paese”.