Spesso si guardano i sondaggi elettorali politici con l’occhio giustamente mirato sulla situazione attuale del gradimento di partiti, coalizioni e leader politici, con purtroppo però sempre più spesso il tratto di astensione che sale ad ogni sondaggio. Ci sono però anche altri tipi di dati che a leggerli bene forniscono a volte molte più indicazioni sulla strade che governo e opposizione stanno percorrendo sui programmi e le scelte attuali. Ad esempio, i dati forniti da Ipr in questi giorni e mostrarti a Porta a Porta, trattano dei casi più scottanti della politica oggi, dalle Unioni civili ai licenziamenti: sul riconoscimento delle unioni civili, il 75% della popolazione è d’accordo alla legge, identificando anche lo scenario in Parlamento con i tanti favorevoli. I punti nodosi entrano però nell’approfondire la struttura del ddl Cirinnà che dal 28 gennaio verrà discusso al Senato: per il riconoscimento delle coppie gay, abbiamo una maggioranza di 46% che è positiva, ma il dato importante è il 40% che non si vede d’accordo sull’identificazione delle coppie gay con il matrimonio canonico. In questo caso però, elettori Pd e M5s sono più favorevoli, centrodestra del tutto contrario. Altro tema caldo è quello della stepchild adoption, e qui il Governo si vede superato dalla maggioranza degli italiani, e il dato è certamente interessante: adozione figli per coppie gay? Contrari il 48%, per il sì il 40%, mentre sulla maternità surrogata i possibili elettori sono favorevoli nel caso di coppie etero che usufruiscano del servizio, contrari nel caso di omosessuali. Lo scoglio rimangono questi ultimi due punti, mentre la maggioranza crede che sia giusto che ci siano dei regolamenti che rendano legale un’unione civile.
Dal punto di vista dei sondaggi elettorali politici, il polso sulla situazione del Paese è piuttosto complesso, con varie zone d’Italia che vedono casistiche diverse. Per prima cosa, la differenza tra possibili elezioni nazionali e prossime tornate elettorali amministrative è una chiave importante: a vedere i sondaggi sulle primarie Pd a Milano, per esempio, offrono una panoramica di pochi elettori in generale che votano ma che darebbero fiducia alla “scia di Renzi” che ha chiaramente lanciato e appoggiato l’ex commissario di Expo, Giuseppe Sala. Secondo i dati di Ipsos pubblicati sul Corriere due giorni fa, il personaggio numero 1 di Expo sarebbe davanti con il 49% dei consensi, mentre staccati e industrissimo gli altri due sfidanti Francesca Balzani (19%) e Piefrancesco Majorino (15%). Commenti immediati al sondaggi: «Dimostra che Sala ha perduto molto consenso prima di Natale era oltre il 60% ma la cosa che più mi colpisce è il campione di 319 possibili elettori delle primarie, è un sondaggio tra pochissimi intimi» annuncia la Balzani, mentre reagisce lo stesso Sala commentando «i sondaggi proprio non li guado, li leggo e me li dimentico, voglio che i miei rimangano concentrati: ogni voto è importante, se noto che qualcuno si rilassa perché leggono i giornali, si prendono i calci». Ma il dato dei pochi voti pesa anche sulle considerazioni nazionali: vincere ma con un emorragia di astensione non è esattamente sinonimo di grande vittoria.
Siamo ad inizio settimana, si aprono altri scenari politici ed è tempo ancora di sondaggi elettorali in questo inizio 2016: come sempre, andiamo a vedere grazie ai dati di Termometro Politico, le medie dei vari sondaggi della settimana precedente con risultati interessanti e che tengono conto delle varie riflessioni e proiezioni dei singoli istituti di statistica. Stando a questi dati, il valore reale del Partito Democratico, se si votasse domani per le elezioni nazionale, si stanzierebbe tra il 30 e il 34%, al comando stabile davanti a tutte le altre forze politiche. Segue un partito che vive una fase molto particolare e non solo per il caos Quarto, ma che tiene dentro anche il possibile e definitivo passo indietro di Beppe Grillo alla guida del Movimento Cinque Stelle; nel frattempo prende tra il 24 e il 28.5%, mentre la Lega Nord di Matteo Salvini insegue ma molto staccato con il 13-16% delle preferenze. Il dato di Forza Italia, con gli sforzi di Silvio Berlusconi, ancora non convince e rimane dietro ai “rivali” verdi nel centrodestra di via Bellerio: per gli azzurri dati tra il 9,5% e l’11,4%. Sinistra Italiana invece tiene un buon risultato tra il 3,4 e il 4,8%, facendo meglio di fine 2015, mentre Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni vede i dati oscillanti tra il 3,5 e il 5,2%. Chiudiamo con la tendenza di voto a Ncd che invece non sale e rimane tra un basso 2% e un intermedio 4,2%, come massima aspettativa.