Caro direttore,
dopo aver letto l’articolo del prof. Vittadini in merito alle considerazioni di Casaleggio riguardo alla futura scomparsa del Parlamento da lui profetizzata, ulteriori aspetti mi sono balzati alla mente. Il tema è vasto e non vanto competenze tali da poter approfondire in toto questi cambiamenti epocali. Vorrei tuttavia esprimere il mio punto di vista, fermo restando che sono indiscutibili i contenuti esposti nell’articolo che concernono il valore del Parlamento come garante della democrazia, la crisi delle istituzioni a cui assistiamo che non va certo a beneficio della stessa democrazia, crisi ultimamente non scindibile da quella dei corpi intermedi, che va certamente recuperata.
La domanda che mi sovviene, a fronte di questa analisi, che diventa una sorta di provocazione che rivolgo a Vittadini medesimo in primis, è se proprio la rete web, se utilizzata in modo adeguato, non possa costituire un’occasione per sollecitare la rinascita di una reale democrazia sia in ambiti istituzionali tradizionali (sede di Parlamento, governo ecc.), sia in ambiti sociali più informali. Ritengo infatti che contrapporre la comunicazione via web con quella a tu per tu di per sé porti a sterili dibattiti: la realtà delle cose attuale è che viviamo in una realtà in cui esiste la commistione delle due dimensioni: incontri in carne ed ossa e via web. Ritengo che l’uso consapevole di questi strumenti possa consentirci di ampliare la nostra libertà e possibilità di azione, essendo in grado la comunicazione on line anche di controllare l’abuso di potere che gli organi istituzionali possono operare sulle persone. Rispetto a questo fattore (la possibilità di controllo sulle persone tramite il trattamento indiscriminato dei loro dati ad opera di agenzie governative) suggerisco la visione di film documentario come Citizenfour e Risk.
Insomma, non possiamo negare che la rete web permea la nostra vita e credo che questo avverrà sempre di più. La sfida a cui siamo di fronte credo consista nel non lasciarci fagocitare da essa, formando soggetti che siano in grado di utilizzare consapevolmente questo potenziale al servizio dell’uomo e quindi della democrazia. Per questo motivo la posta in gioco non credo consista nel valorizzare di più l’importanza del web a discapito delle istituzioni, spingendosi ad analisi apocalittiche (come dice Casaleggio). Neppure però possiamo accontentarci di riguadagnare il valore delle istituzioni esaminando la loro importanza nel passato, o per lo meno non solo. Occorre, credo, più proficuamente guardare avanti servendosi di tutti gli strumenti anche tecnologici a nostra disposizione in modo tale che ci consentano di dire sempre con maggiore libertà e verità chi siamo, per difendere la nostra identità con maggiore potenza.