Se un extracomunitario vuole aprire un esercizio commerciale in Italia deve prima imparare l’italiano. E’ il senso di una proposta della deputata leghista Silvana Comaroli. Secondo la quale, perché un extracomunitario possa aprire un negozio,si renderebbe necessario il superamento di un esame che ne attestasse la conoscenza della lingua. La proposta è contenuta in un emendamento al decreto legge incentivi ed è stato presentato nelle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera.
«Le regioni, nell’esercizio della potestà normativa in materia di disciplina delle attività economiche possono stabilire che l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di commercio al dettaglio sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente, qualora sia un cittadino extracomunitario, di un certificato attestante il superamento dell’esame di base della lingua italiana rilasciato da appositi enti accreditati»: è quanto si legge nell’emendamento proposto dalla leghista Silvana Comaroli che propone che gli extracomunitari che vogliono aprire un negozio passino un esame di italiano.
Per la deputata leghista Silvana Comaroli, tuttavia, non è sufficiente che un extracomunitario superi un test di Italiano per poter aprire un negozio. Sarebbe necessario anche limitare le insegne scritte in lingue straniere a favore di quelle in dialetto «Le regioni possono stabilire che l’autorizzazione da parte dei comuni alla posa delle insegne esterne a un esercizio commerciale è condizionata all’uso di una delle lingue ufficiali dei Paesi appartenenti all’Unione europea ovvero del dialetto locale» si legge in un altro emendamento depositato dalla stessa Silvana Comaroli.
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IL PD PROPONE UN ESAME DI ITALIANO PER LA LEGA – Immediata e piccata la replica del Pd. Che propone un esame di Italiano per gli esponenti del Carroccio. «La Lega vuole un esame d’italiano per gli stranieri che intendono aprire un negozio? A sentire molti degli esponenti del Carroccio che vanno in tv, in primo luogo i sindaci, un corso d’italiano con relativo esame sarebbe utile proprio per tanti leghisti», ha risposto il senatore del Pd, Roberto Di Giovan Paolo, segretario della commissione Affari Europei.