La delegazione del Partito Democratico è uscita dalla Vetrata e con il segretario reggente Maurizio Martina ha tenuto un profilo molto simile ad una settimana fa: «Chi ha vinto le elezioni deve “smetterla col tira e molla, le tattiche, i tatticismi, i personalismi estremi e la grande incertezza che sta generando. Il Paese ha il bisogno di scelte chiare: chi ha prevalso ha il dovere di dire cosa vuol fare senza continuare con i balletti di polemiche pubbliche che nascondono solide intese di occupazione», sottolinea un Martina impegnato ad offrire a Mattarella la “carta possibile” di un Governo alternativo (di minoranza) in cui M5s e Lega non siano gli unici attori protagonisti. Secondo il Pd è inaccettabile il rinvio del Governo per aspettare le Regionali – proposta paventata nelle due forze che hanno vinto le Elezioni nelle scorse ore – anche perché a livello internazionale incombe la crisi siriana sull’agenda della Politica Estera. «Noi non possiamo non esprimere anche in questa circostanza la nostra preoccupazione forte per la vicenda molto particolare della crisi siriana e per certe reazioni a quella vicenda anche da parte di alcune forze che hanno prevalso il 4 marzo. Se qualcuno intende cambiare il quadro delle alleanze che l’Italia ha sempre avuto, deve dirlo chiaro agli italiani. Noi rimaniamo saldamente nel quadro delle scelte che la cooperazione italiana ha sempre confermato», conclude Martina. Ora è il momento della verità in casa Centrodestra: Salvini (con Centinaio e Giorgetti), Meloni (con Rampelli e Bertacco) e Berlusconi (con Gelmini e Bernini) sono dentro all’ufficio di Mattarella per le Consultazioni che potrebbero vedere una svolta (lo strappo di Salvini verso Di Maio) o lo stallo ulteriore, lasciando la palla in mano al M5s che entrerà al Colle per le 18.30.
PD ENTRA DA MATTARELLA
Prima Gelmini e Bernini (Capigruppo Forza Italia) rilanciano al M5s, «accordo insieme se però riconoscere Silvio Berlusconi», poi la replica secca dei Capigruppo Toninelli e Giulia Grillo che invece sparano, «Ribadiamo: mai un governo con Berlusconi. Forza Italia potrebbe risolvere l’impasse facendosi di lato e consentendo così un governo M5s-Lega». Mentre la pattuglia del Partito Democratico sta entrando nella Sala Vetrata del Quirinale per riaprire le Consultazioni, si agitano le acque verso un possibile accordo di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle con il paradosso di vedere insieme al Colle alle 17.30 una coalizione, il Centrodestra, quasi pronta a spaccarsi se non succede qualcosa di clamoroso nelle prossime ore. Lo stallo e i veti sono ormai esasperati e il mini vertice di Palazzo Grazioli è difficile che abbia ricomposto i cocci di una maggioranza futura che vede un grosso nodo politico sulla persona di Silvio Berlusconi. In attesa di vedere come e se cambierà la situazione in Parlamento, la Delegazione formata dal segretario reggente (Maurizio Martina), il Presidente (Matteo Orfini) e i Capigruppo a Camera e Senato (Graziano Delrio e Andrea Marcucci), il Pd è al momento seduto al tavolo delle Consultazioni con il Capo dello Stato.
IL NODO DELLA SIRIA
Il primo partito “big” che salirà al Quirinale per la seconda parte delle Consultazioni oggi è il Partito Democratico che dovrebbe confermare la propria posizione attendista e all’opposizione, a meno di un Governo del Presidente che possa “scardinare” lo stallo delle posizioni tra M5s e Centrodestra. Saranno ancora Martina, Orfini, Delrio e Marcucci a presentarsi al Colle per dare il proprio “niet” a possibili accordi con M5s o con il Centrodestra a guida Salvini. Alle 15 invece il vertice a Palazzo Grazioli con i tre leader del Cdx anticiperà i temi che poi verranno presentati a Mattarella, con l’ipotesi di un Berlusconi “defilato” nel governo Di Maio-Salvini che da più parti viene rilanciato anche se poi nettamente smentito dai colonnelli di Forza Italia, Tajani in primis. Oltre allo stallo politico, un punto ulteriore di problematica nelle consultazioni è derivato dalla crisi internazionale in Siria che potrebbe “costringere” il Colle a pressare per fare in fretta un Governo che possa poi essere chiamato eventualmente ad interventi importanti dal punto di vista militare e geopolitico nelle prossime settimane. «Mattarella è preoccupato per l’escalation in Siria e per come reagiscono le forze politiche in Italia», ha riferito Juliane Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie del Senato, dopo aver parlato con il capo dello Stato.
VERTICE PRE-QUIRINALE TRA SALVINI, BERLUSCONI E MELONI
Silvio Berlusconi ha riunito i vertici di Forza Italia a Palazzo Grazioli per decidere il da farsi prima della forse decisiva fase di Consultazioni; non solo, poco prima dei colloqui al Colle, ci sarà un mini-vertice tra Salvini, Meloni e lo stesso ex Cav per provare a distendere i nervi e allontanare il tradimento presunto tra Lega e Di Maio. Nel frattempo la prima fase di Consultazioni si è conclusa con il Gruppo Misto (Lupi e Lorenzin) e Liberi e Uguali, in attesa dei big (dalle 16.30 il gruppo del Pd è atteso al Colle, ndr). «La crisi in Siria rende necessaria un’accelerazione sulla soluzione della crisi sul trovare intese e non attendere le elezioni regionali per poter stabilire i rapporti di forza all’interno delle coalizioni», ha detto Pietro Grasso di Leu dopo il colloquio con Mattarella. Poco prima invece Maurizio Lupi d Noi con l’Italia aveva spiegato che «Siamo stati eletti nel centrodestra. Abbiamo espresso a Mattarella la necessità assolta di fare un passo avanti e uscire dal retroscena per una assunzione di responsabilità. La legge elettorale prevedeva coalizioni per potersi candidare a governare il Paese. Una, quella di centrodestra, unita, ha la maggioranza relativa, e unita partecipa al compito che ci ha affidato Mattarella nel trovare una maggioranza. Dividerla sarebbe un gravissimo errore con veti che non si spiegano da parte di un partito che non ha vinto le elezioni». Giornata decisiva insomma, per capire se lo strappo ci sarà e se soprattutto Mattarella darà l’incarico a qualcuno dei leader “attesi” o darà una svolta a questa complessa fase istituzionale (tipo un Governo con incarico ad un nome terzo).
GRUPPI AUTONOMIE E BONINO: “NO A GOVERNO LEGA-M5S”
Ora da Mattarella, come da programma, si trova il Gruppo Misto e subito dopo il gruppo di Liberi e Uguali: le Consultazioni hanno preso il via in orario alle ore 10 con la visita al Colle del Gruppo per le Autonomie che hanno escluso una possibile fiducia ad un governo M5s-Lega che sempre di più emerge come “possibile” incarico nelle prossime settimane, Forza Italia permettendo. «Dialogare con tutti, collaborare è un’altra cosa. Mi sentirei di escludere la fiducia a un governo M5s-Lega, che peraltro non avrebbe bisogno dei nostri voti. Supportiamo le forze europeiste in una prospettiva autonomista», ha spiegato Julia Unterberger della Sud Tiroler Volkspartei (Svp) dopo l’uscita dalla stanza delle Consultazioni. Per il Psi e +Europa, Nencini e Bonino hanno poi riproposto lo stesso schema di sette giorni fa: il Governo deve andare al Centrodestra che dovrà trovare i numeri in Parlamento, altrimenti si torna alle urne.
«Non ha senso aspettare le elezioni regionali. La crisi siriana ci obbliga a fare in fretta e a dare rapidamente un governo alla Repubblica. Sia presentata al più presto dal centrodestra una concreta ipotesi di lavoro che non sia solo programmatica, ma si leghi ad una maggioranza parlamentare», ha raccontato il segretario del Psi. Anche per loro nessun accordo con Lega o M5s per un possibile Governo: si sta all’opposizione, «È un’interpretazione errata, basandosi peraltro sui programmi elettorali e le dichiarazioni delle ultime settimane quando parlo di tenuta conti pubblici non mi pare ci siano margini in questo momento, a meno che alcune forze politiche non cambino posizioni. Ma non mi pare sia così», conclude Emma Bonino. Nel pomeriggio, ricordiamo, i partiti più importanti con la conferma della presenza di tutti e tre i leader del Centrodestra nella folta delegazione che andrà da Mattarella alle 17.30.
CONSULTAZIONI: LE MOSSE PER IL GOVERNO
Altro giro e altro… non è detto. Oggi scatta il secondo turno di Consultazioni al Quirinale dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e l’obiettivo di cercare un possibile governo di maggioranza che inizi a guidare questo Parlamento, dopo le elezioni del 4 marzo 2018, è tutt’altro che una ipotesi probabile. Il Presidente della Repubblica ha lasciato tempo, spazio, trattative e “dispetti” ai principali attori politici del momento, la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, ma a poche ore dai nuovi colloqui che da oggi fino a domani terranno impegnato il Quirinale, l’ipotesi di un possibile accordo di Governo è ancora lontana dal realizzarsi. I veti sono sempre gli stessi (come spieghiamo qui nella fitta cronaca della giornata di ieri, ndr) con Di Maio che rifiuta la presenza di Berlusconi nel tavolo di Governo e Salvini che invece ripropone l’aut aut, “o tutto il Centrodestra e Di Maio giù dal piedistallo, o si torna alle urne”. In tutto questo, il Partito Democratico in piena crisi d’identità attende tanto lo sviluppo del Quirinale – con un possibile “Governo del Presidente” che potrebbe prendere in considerazione per entrare nella partita – quanto la riunione del 21 aprile dove si decideranno tempi e modi del Congresso per rilanciare la proposta identitaria. Insomma, ognuno ha la propria priorità ma al momento nessuna è riuscita a porre un “ponte” tra le varie forze politiche per trovare quel “benedetto” accordo che allontani la possibilità di nuove Elezioni e affronti le prossime imminenti scadenze economiche.
IL CALENDARIO DEI COLLOQUI
In realtà un piano “B” Mattarella l’avrebbe anche messo a punto e vedrebbe un Roberto Fico o meglio una Elisabetta Casellati come possibili “presidenti del Consiglio” in grado di raccogliere una vasta maggioranza in Parlamento per un Governo di qualche anno su alcuni punti chiave e riforme specifiche (come quella elettorale). Resta il niet di gran parte degli elettori (che ha votato M5s e Lega proprio per evitare intrighi di questo tipo) ma per Salvini e Di Maio la “proposta” di Mattarella potrebbe essere un ottimo pressing per iniziare a mettere da parte i veti e trovare finalmente quell’accordo che il Colle vorrebbe per evitare di convocare urne in autunno. In attesa di vedere come finirà anche questo secondo turno di Consultazioni (e non è detto che ve ne sia un terzo, come invece ritengono quasi tutti i partiti che chiedono ancora tempo a Mattarella), ecco il calendario specifico degli incontri di oggi e domani al Quirinale: alle ore 10 Gruppo per le Autonomie; ore 10.30 Gruppo Misto Senato; ore 11 Gruppo Misto Camera; ore 11.30 Gruppo Liberi e Uguali. Dopo la pausa pranzo, si riprende con i gruppi più importanti: ore 16.30 il Partito Democratico; alle 17.30 il Centrodestra unito con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Salvini; chiude alle ore 18.30 il Movimento 5 Stelle. Domani invece tutti gli altri incontri istituzionali, con il Presidente Emerito Napolitano, e i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico.