Silvio Berlusconi, a pochi giorni dalla spettacolare direzione nazionale del Pdl in cui ha avuto un duro chiarimento con Gianfranco Fini, co-fondatore del movimento politico (non c’è accordo sul fatto che sia un partito) del Pdl, torna in televisione per il messaggio del 25 aprile.
Dopo la mano tesa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel suo lungo intervento sul 25 aprile ha richiamato le parole di Berlusconi nel suo discorso pronunciato lo scorso anno a Onna e l’indiretta, ma prevedibile, bacchettata a chi non riconosce nell’unità d’Italia il valore che ci ha fatto entrare nella modernità (leggi Lega e movimenti autonomisti) sono in tanti che si aspettano da Silvio Berlusconi un segnale di risposta.
Una risposta indirizzata a Gianfranco Fini, che da presidente della Camera continua a esprimere preoccupazioni per il rispetto del ruolo del Parlamento nell’azione politica di Governo e che ha rispedito al mittente (Pierluigi Bersani) la proposta di un patto repubblicano tra le forze di opposizione per le riforme.
La Lega, dal canto suo per bocca di Calderoli ha riportato il problema politico nel campo della maggioranza: “le riforme si fanno con le maggioranze allargate, non con le opposizioni allargate”. Il segnale di oggi – se ci sarà – potrebbe essere importante: Berlusconi potrebbe dare “il pretesto” a Fini per rientrare in buonordine “Per litigare bisogna essere in due e io non ci sono stato e non ci sono, ha dichiarato Berlusconi” o prepararsi a dare la spallata definitiva come auspica nemmeno velatamente Umberto Bossi.