A – L’onorevole Maurizio Paniz ha risposto alla domande del Popolo viola, mentre i contestatori – compreso chi lo stava intervistando – lo sommergevano di fischi e insulti
Maurizio Paniz è, o almeno è stato fino a ieri, tra i personaggi più in vista del momento. Si tratta del relatore della legge sul “processo breve”, approvata ieri dall’Aula di Montecitorio, ora all’esame del Senato. Il quale, all’uscita della Camera, ieri, è stato protagonista di un singolare confronto in un contesto inedito: attorno a lui il Popolo Viola che contesta duramente, con cori, fichi, urla e insulti. Uno degli esponenti del gruppo, con un microfono in mano lo interpella: «Per quale ragione questo Parlamento è rimasto aperto fino alle 21.22, è rimasto bloccato, per una settimana a discutere una legge sulla prescrizione breve, ma in dieci anni non è riuscito a fare una leggina sulla giustizia? Tutto questo per-sal-va-re-Berlusconi!», scandisce. Paniz, sommerso dalle grida, non si scompone: «Di leggi sulla giustizia ne abbiamo fatte tante, come quella sulla Stalking…».
Niente da fare. I contestatori continuano a sommergerlo di “Vergogna”. Quando gli viene rivolta una domanda su processi, come quello della strage di Viareggio che decadranno, spiega: «Il reato di omicidio colposo plurimo, che si prescrive in 30 anni, è escluso dalla normativa che abbiamo votato». Ancora fischi, “buu” e “vergogna”. Gli stessi che continuano a inondarlo quanto, sorridente, lascia la platea poco ben disposta, dicendo: «Sono sempre disposto al confronto. Sfido altri Parlamentari a rispondere alle vostre domande come ho fatto io».