Il vertice tecnico di lunedì tra le forze della maggioranza avrebbe dovuto indicare, una volta per tutte, come abolire l’Imu e come scongiurare l’aumento dell’Iva. Non si è venuto a capo di nulla. Al termine della riunione, che si è svolta al ministero dell’Economia, è stato proprio il Tesoro a diffondere un comunicato in cui spiegava che è stato raggiunto un accordo sul metodo. Meglio che niente. La senatrice di Scelta civica Linda Lanzillotta, che era nella cabina di regia, assieme a Renato Brunetta (Pdl) e Matteo Colaninno (Pd), ci spiega quali sono ancora i nodi da sciogliere.
Perché non si è giunti alla quadratura del cerchio?
Le difficoltà principali risiedono nella definizione della copertura per il 2013 e nella definizione delle tipologie abitative meritevoli di esenzione dall’Imu. Rispetto a quest’ultima ipotesi, poi, le opzioni cambiano radicalmente a seconda della prospettiva di un’abolizione totale o parziale. Nel secondo caso, auspicato da noi a dal Pd, occorre discutere sulle linee guida di un intervento più ampio che coinvolga tutte le voci della tassazione immobiliare quali, oltre all’Imu, la Tares o l’imposta di registro. Sulla base delle indicazioni dei partiti, il governo si è riservato di individuare le coperture e di avanzare la sua proposta.
Tra quelle a cui la stampa ha dato maggior risalto vi è il pagamento dell’Imu per tutti gli immobili superiori a 150 metri quadrati e con più di 10 vani, a prescindere dalla categoria catastale.
E’ una proposta a cui sta lavorando il Pd, ma che non è emersa durante l’incontro.
Crede che abolire l’Imu e scongiurare l’aumento dell’Iva siano le priorità?
Indubbiamente, l’Imu va alleggerita o eliminata per le fasce sociali più deboli. Trovandoci in una fase particolarmente critica, tuttavia, dovremmo concentrare le poche risorse disponibili sul sostegno all’economia reale, diminuendo, cioè, le imposte sul lavoro e sulle imprese. Questa, a detta di tutti gli analisti, gli economisti e le organizzazioni internazionali, è la priorità. In tal senso, per il 2014, abbiamo depositato una proposta di riduzione dell’Irap che riguardi per lo meno il monte salari.
Intervenire su Imu e Iva e, contestualmente, sull’Irap, è possibile?
Le risorse sono poche, e tutto non si può fare. Altrimenti, rischiamo la riapertura della procedura di infrazione per lo sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil. Il rischio, in sostanza, è che la propaganda prevalga sulle emergenze. Ora, pur sapendo che l’Imu e l’Iva non sono le priorità, ma visto che altre forze politiche le hanno imposte come tali, facciamo buon viso a cattivo gioco e ci impegniamo per raggiungere in ogni caso la migliore mediazione possibile.
Dove si possono trovare le risorse?
Si deve intervenire sulla spesa pubblica. Tagliare le tasse con altre tasse è bizzarro, il bricolage fiscale che propone il Pdl non convince.
Il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, si è detto d’accordo con il guru dell’M5S, Gianroberto Casaleggio, che ha parlato di una situazione vicina ai livelli di rabbia.
Guardi, penso che si ci siano tante situazioni di difficoltà e di esasperazione. Per questo la politica dovrebbe, oltre a fornire singole soluzioni, indicare un orizzonte positivo: l’Italia dispone ancora di eccellenze, di un tessuto produttivo in grado di esportare e competere a livello internazionale, di assets unici al mondo come il nostro paesaggio naturale o le nostre opere d’arte; tuttavia, nessuno investirà nel nostro Paese se continueremo ad avere livelli di burocrazia e corruzione inaccettabili, un mercato del lavoro estremamente rigido, tasse e costi dell’energia così elevati.
Sono riforme che richiedono tempo, mentre la gente inizia ad essere piuttosto irritata del fatto che il governo non riesce, dopo così tanto tempo, a varare due interventi su Imu e Iva. Quando crede che ci vorrà ancora?
Speriamo che entro la prossima settimana il ministro Saccomanni fornisca un piano strutturale su Imu e Iva. E che, da quel momento, si possa passare a un altro ordine del giorno.
(Paolo Nessi)