Quelle larghe intese a cui un frastornato ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, aveva giurato e spergiurato di non essere più disponibile collocando — si disse — l’Spd all’opposizione di un governo e di una maggioranza a guida Merkel che non c’era e — dopo lo streaming con i liberali di bersaniana memoria — tuttora non c’è.
Posizione ribadita fino a qualche giorno fa, prima della pronuncia da parte del presidente della Repubblica tedesco Steinmeier della parolina magica: elezioni anticipate.
A quel punto, tutto è cambiato! L’Spd è sceso dall’Aventino, e come per incanto, anche in Germania è nato il partito dei “responsabili” (anche detto “dei poltronisti”).
Certo, il ritorno alle urne sarebbe stato uno smacco per il “sistema tedesco”, ma anche un momento di chiarezza democratica e di responsabilizzazione dell’elettorato chiamato a scegliere tra proposte politiche alternative, serie e credibili.
Ma la democrazia fa 90 e la paura di perdere ulteriore terreno (ovvero poltrone) a favore dei populisti della destra ha consigliato la real-politik dell’accordo a due (o forse a tre); popolari, socialdemocratici (e verdi).
Eppure, in un Paese normale (ed anche in partiti normali) come la Germania ha sempre dimostrato di essere (e di avere), la notizia della sconfitta della Merkel nella partita del nuovo governo avrebbe potuto essere un boccone prelibato per Schulz e la sua traballante leadership, se non per vincere (la debolezza della proposta politica del partito socialdemocratico è lapalissiana) almeno per “liquidare” definitivamente il merkelismo ed aprire una nuova era per la locomotiva d’Europa.
Invece — come le fonti più accreditate ormai danno per assodato — si sta andando verso “l’usato sicuro”: una riedizione della grande coalizione vecchio stampo con una cancelliera assolutamente indebolita (ciò non può che essere una bella notizia per l’Italia che verrebbe ad assumere più peso politico, ma non certo per il processo di integrazione europea), ed un’opposizione regalata alle cosiddette “forze antisistema”.
In politica le posizioni demagogiche (come quella del finto Aventino del Spd) hanno sempre le gambe corte, soprattutto se dietro non esiste neppure uno straccio di strategia o di progetto politico.
Già alla fine di settembre si era parlato di una italianizzazione della politica tedesca per la progressiva frammentazione del quadro politico, l’impossibilità di individuare un reale e forte vincitore delle elezioni e la scarsità di leadership, ma adesso, con l’avvento anche dei responsabili, la politica tedesca appare talmente la fotocopia del Bel Paese da meritare i migliori auguri.