La recessione globale spingerà altri 89 milioni di persone in estrema povertà entro la fine del prossimo anno. Lo afferma la Banca Mondiale in un documento da presentare al G20 di Pittsburgh, nel quale invita le nazioni ricche ad aumentare gli aiuti ai Paesi in via sviluppo.
Mentre l’economia mondiale mostra i primi segni di ripresa, i 43 paesi a più basso reddito fra quelli in via di sviluppo, infatti, «continuano a fare i conti con le conseguenze della recessione». Il che «mette in evidenza la necessità di aumentare il sostegno in favore dei Paesi più poveri», spiega la Banca Mondiale.
Nel documento preparato per il G20 di Pittsburgh, l’istituto di Washington stima che il numero di «estremamente poveri», cioè di coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, aumenterà di 89 milioni di unità entro la fine del 2010.
«La recessione globale – si legge nel documento – mette anche a rischio 11,6 miliardi di dollari di spese nei Paesi più deboli in settori quali l’educazione, la sanità e le infrastrutture». Al G20 «non si possono ignorare – spiega il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick – i costi di lungo termine della recessione globale» per i Paesi più poveri. Il documento della Banca Mondiale raccomanda quindi azioni politiche coordinate in alcune aree, fra cui soprattutto l’agricoltura e le piccole e medie imprese.