Nonostante la luna di miele tra gli italiani ed il Governo giallo-verde sembra tenere la distanza e, per certi aspetti, addirittura premiare le due forze politiche uscite vincitrici dalla urne del 4 marzo, si fa sempre più strada nelle stanze del potere (e, secondo i più recenti sondaggi, in parte rilevante dell’opinione pubblica) l’idea che l’Esecutivo Salvini-Di Maio-Conte abbia, se non le ore, i mesi contati.
Le crepe in maggioranza certamente non mancano, Ed i distinguo politici su migranti, giustizia, economia e diritti civili sono all’ordine del giorno. Eppure le voci “bene informate” di un piano Salvini-Berlusconi per far naufragare in occasione -probabilmente- della legge finanziaria l’esperienza (con molte virgolette) “del cambiamento”, appare assai azzardata se non un autentico miraggio per Arcore (come per il Nazareno).
La realtà politica infatti, sembra recitare tutt’altra parte. Fra nove mesi gli europei -italiani inclusi- saranno chiamati a rinnovare, con un sistema elettorale proporzionale (ovvero, senza coalizioni), il Parlamento Europeo. Un primo vero generale banco di prova che le singole forze di governo non potranno né vorranno mancare sia rilanciando le proprie promesse elettorali (con un crescente, inevitabile, spreco di fibrillazioni) sia rivendicando gli eventuali primi risultati governativi.
Proprio questo orizzonte toglie molta credibilità ad ogni velleitaria voce di piano salvin-berlusconiano per rilanciare una coalizione di centrodestra che, nel breve periodo (Mattarella non concederà mai nuove elezioni “al buio”), non avrà senso se non a livello locale con l’ondata di elezioni amministrative 2019.
Resta un ma. Appunto, il livello locale. E le molte giunte regionali a presidenza leghista che Forza Italia potrebbe mettere in crisi e persino far cadere uscendo dalla maggioranza. Questo è l’unico pericolo per Salvini e, per contro, l’unica arma rimasta in mano al Cav. (e brandita anche recentemente nell’intervista di domenica) per tenere ancorato il Carroccio.
Un’arma, del resto, assai spuntata per Forza Italia che, se veramente utilizzata, finirebbe per mettere a rischio la giunta ligure (una delle pochissime, se non l’unica, restata in mano azzurra) ed allontanare da ogni stanza dei bottoni (centrale e periferica) l’entourage berlusconiano.
La logica politica -se ancora la politica ha una logica- sembra garantire al Governo ancora molto futuro sia per i numeri presenti in Parlamento (dove non esiste alcuna una maggioranza senza Lega o 5 Stelle), sia per i numeri potenziali nel Paese (dove i sondaggi accreditano a leghisti e grillini un consenso complessivo del 60-65%).
Per altre ambizioni, servirà tempo (e forse anche qualche vera, nuova proposta politica)!