A sorpresa, i sondaggi politici prodotti da Demos per Repubblica sulla gradimento dei tre principali attori politici di quest’ultimo mese – Matteo Renzi, premier dimissionario; Paolo Gentiloni, attuale premier dopo la crisi di governo; Beppe Grillo, leader M5s in mezzo a polemiche e rilancio dei Cinque Stelle – mostrano come l’ex ministro degli Esteri sia al momento il più apprezzato per il suo operato rispetto agli altri due duellanti, che molto probabilmente si troveranno di fronte alle prossime Politiche Nazionali (Grillo nelle vesti di uomo ombra di un Di Maio o Di Battista). Stando ai dati prodotti dai sondaggi elettorali di Demos si scopre infatti come per il 45% degli italiani Gentiloni è apprezzato in una scala tra 6 e 10, mentre il 44% premia così Renzi e solo il 31% il leader M5s. Di contro, il 49% boccia il nuovo premier, il 54% il vecchio, e il 67% il garante dei Cinque Stelle. La crisi politica continua in Italia, con il principale partito di opposizione che non mostra un particolare vento in poppa viste le ultime vicende su Raggi-Roma e il codice etico sugli indagati, che probabilmente ha fatto perdere qualche punto di fiducia nei sondaggi a Grillo.
Sì o No, questo dilemma ha attraversato non solo i sondaggi politici ed elettorali per mesi, ma le stesse discussioni e divisioni politiche prodotte dalla campagna elettorale sulla riforma costituzionale del Referendum 4 dicembre: ebbene, praticamente un mese dopo e con numerose novità scoppiate, dal nuovo governo ai vari attentati in Europa, le rilevazioni dei sondaggi provano a sondare il terreno sugli elettori di quella chiamata alla urne, presumibilmente l’ultima prima delle Politiche nazionali ormai prossime. Secondo i sondaggi prodotti da Quorum per Sky Tg24, si scopre che per livello di istruzione il risultato del referendum ha di fatto visto bocciare la riforma renziana dalla maggioranza dei laureati. I più istruiti hanno bocciato la Boschi e Renzi in quella che doveva essere la riforma madre di tutte le riforme del governo appena dimissionario; ben il 61% dei laureati ha votato No, mentre solo il 39% ha scelto il Sì. Anche per chi ha la licenza superiore il No è stato un voto speso in maggioranza, il 65% contro il 35& del Sì; parità in pratica sugli elettori con licenza elementare o media, con il Sì a l 47% molto vicino al 53% del No.
Non ci volevano certo i sondaggi politici ed elettorali di questo inizio 2017 per far capire che gli elettori italiani hanno bocciato l’operato del Governo Renzi con una sentenza piuttosto netta: nel voto al referendum costituzionale, anche per colpa dello stesso Renzi, il risultato si è trasformato in un giudizio da ultimatum sulla persona politica del premier, con una sconfitta che ha pesato tanto da arrivare alle dimissioni. Eppure nel dettaglio il risultato non tanto della riforma ma dell’intero operato del Renzi Premier, sono intervenuti i sondaggi politici prodotti da Ipsos lo scorso 12 dicembre 2016. Si nota che l’indice di gradimento è ancora tutto sommato positivo, al 37%, maggiore ad esempio di quanto si stimi oggi al nuovo premier, Gentiloni, eppure l’operato in sintesi dell’intero Esecutivo degli ultimi due anni e mezzo è sostanzialmente bocciato. Per il 35% degli elettori, i voti per Renzi sono positivi (in una scala da 6 a 10), mentre ben per il 59% degli intervistati per i sondaggi Ipsos hanno risposto negativamente, con scala di valori tra l’1 e il 5.
“choc” per Movimento 5 Stelle e Partito Democratico: secondo le ultime rilevazioni di Winpoll – Scenari Politici, il listone del centrodestra unito supererebbe ad oggi entrambe le formazioni fino a ieri capolista nelle preferenze degli elettori. Un solo istituto di sondaggistica finora mostra questi risultati, ma questo certifica comunque un andamento in risalita generale per il ”gruppone” dei moderati. E qui sorge il problema: se Berlusconi, Salvini e Meloni avranno visto questi sondaggi sapranno anche benissimo che l’unico modo per poter battere alle prossime Elezioni grillini e dem è quello di unirsi in un unico listone, magari anche con l’impossibile al momento adesione del Ncd. Ma quale leadership potrà garantire coesione e rappresentanza per tutti, tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia? I sondaggi questo ancora non lo mostrano, ma di certo portano un ottimo “consiglio” per le segreterie dei tre partiti di centrodestra… Nei risultati si vede il listone al 34,4%, contro il 26,4% del M5s e il 27,5% del centrosinistra con Pd forza portante: in pochi giorni, tra il 17 e il 24 dicembre, i sondaggi hanno evidenziato come le vicende romane e il Codice Etico sugli indagati all’interno del Movimento hanno pesato e molto sulle intenzioni di voto, passando dal 28,1 al 26,4%. Lega Nord invece al 14,1%, Forza Italia al 13,2% e Fratelli d’Italia al 4,4% compongono una forza che insieme batterebbe ad oggi al primo turno sia Pd che M5s: qualcosa cambierà con la formazione di una nuova legge elettorale, che cosa al momento non è però ancora dato saperlo con certezza…