Dopo tre attentati e una Brexit non cominciata nel miglior modo possibile, i sondaggi politici a pochi giorni dal voto in Inghilterra – giovedì 8 giugno il primo turno delle Elezioni in Regno Unito – non vedono la premier Theresa May in “splendide” condizioni a livello di fiducia. Stando ad un donaggio pubblicata da YouGov, il Partito dei Tory passerebbe da 330 a 310 deputati, con un guadagno invece netto di 30 seggi per il Labour di Corbyn, dato in grande recupero rispetto proprio alla May. I 257 seggi del partito di centrosinistra si avvicina “pericolosamente” ai 310 dei Tory, che rischiano di non avere la maggioranza assoluta nelle due Camere del Parlamento. In periodo di forte crisi a livello globale con il rischio attentati che soffia sempre di più, l’ultimo ieri notte a Londra con 7 persone sgozzate e uccise da terroristi islamisti, il premier May si dice impegnata al 100% nella lotta al terrorismo, ma pare che gli inglesi non abbiano più una fiducia “cieca” nella sua guida e le elezioni potrebbero riservare qualche sorpresa. (agg. di Niccolò Magnani)
I sondaggi politici sono quanto mai attuali vista l’intesa sulla legge elettorale tra le maggiori forze del Parlamento. Ma quali saranno i rapporti di forza una volta che gli italiani saranno chiamati alle urne? L’ultima indagine commissionata dal TgLa7 all’istituto Emg Acqua sottolinea la tendenza delle ultime settimane, con un M5s primo partito italiano con il 29,9% ma ancora incapace di raggiungere il magic number di seggi alla Camera utile per governare in autonomia. Alle spalle dei grillini si trova il Partito Democratico: lo schieramento di Matteo Renzi raccoglie ad oggi il 27,5% delle indicazioni di voto, ma non sono pochi i rumours che vogliono il Pd pronto a dialogare con Forza Italia dopo il voto per dare vita ad un governo di larghe intese.
Gli azzurri, però, in questo momento sono principalmente concentrati a mantenere la golden share del centrodestra: il partito di Silvio Berlusconi per il momento è il primo partito di un’ipotetica coalizione con il 13% dei voti, ma la Lega Nord è ad un’incollatura (12,9%). Con l’attuale soglia di sbarramento al 5% sarebbero esclusi dal Parlamento, sia i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che Alternativa Popolare di Angelino Alfano.
Il ritiro dall’accordo sul clima di Parigi da parte degli Usa ha creato non poche preoccupazioni a quanti credono che il riscaldamento globale rappresenti una grave minaccia per il Pianeta. Ma cosa ne pensano gli italiani di questa vicenda? Termometro Politico ha riportato alla luce un sondaggio del 2015 realizzato da Statista per Forbes, in cui veniva fuori che il 55% degli italiani si diceva preoccupato rispetto alla questione. Un dato in linea con la media mondiale (54%), ma nulla in confronto ai paesi più allarmati:
Brasile (86%) e India (76%). Gli effetti di questa decisione, però, avranno un impatto maggiore soprattutto in America, dove il presidente Trump sembra aver soppesato anche gli umori del suo elettorato. Solo il 20% dei Repubblicani, infatti, considera il global warming una questione importante: un dato in netta opposizione rispetto ai Democratici, i quali nel 2015, evidentemente convinti dalle politiche attuate dall’allora presidente Obama, si dichiaravano preoccupati per il 68% dell’eccessivo riscaldamento del Pianeta.