Cosa succederebbe se si andasse ad elezioni prima del termine della legislatura? Secondo i sondaggi politici ed elettorali analizzati da Index, si riscontra un dato assai interessante riguardante il Movimento 5 Stelle: nella rilevazione effettuata da Index Research lo scorso 14 dicembre per vari committenti tra cui il programma di La7 Piazza Pulita – è stata posta questa domanda a coloro che nelle intenzioni di voto hanno dichiarato di votare per il M5s: “Se fosse l’unico modo per arrivare a governare il Paese, per lei sarebbe plausibile che il M5s accettasse un’alleanza o una qualsiasi forma di appoggio esterno?” Gli elettori del Movimento 5 Stelle hanno risposto in stragrande maggioranza, il 74,9%, che “non è accettabile nessuna alleanza o appoggio esterno” ad altri partiti. Basse le percentuali di elettori M5s che, secondo i risultati di questi sondaggi elettorali e politici hanno, indicato un partito al quale il Movimento dovrebbe dare il suo appoggio per diventare forza di governo: Lega 5,9%, Fratelli d’Italia 1,4%, Forza Italia 0,2%, Partito Democratico 0,1%, Sinistra 3,4%. Infine il 14,1% non ha risposto alla domanda.
Tra gli ultimi sondaggi politici ed elettorali prodotti dall’istituto Winpoll – Scenari Politici si scorgono alcune rilevazioni sul possibile futuro del Partito Democratico verso il prossimo Congresso: dopo le dimissioni di Renzi da premier e la salita al governo di Gentiloni le acque nel Pd sono ancora più mosse e con le correnti che rischiano di prendere il sopravvento l’una sull’altra. Si muovono le pedine per il prossimo Congresso di dicembre dove Matteo Renzi si ricandiderà alla segreteria e dove contro avrà al momento una rosa ristretta a Enrico Rossi, Roberto Speranza e forse Michele Emiliano (anche se al momento sostiene la candidatura del compagno di partito della minoranza dem). Ebbene, nei sondaggi elettorali prodotti da Winpoll si scorge come in realtà le quote sulla fiducia nei candidati anti-renziani non siano per nulla convincenti: tra gli elettori del Pd che hanno votato dem alle ultime Europee, solo Enrico Rossi ottiene un risultato decente, il 14% delle preferenze, mentre tutti gli altri non riescono a sfondare, stando a questi dati. Michele Emiliano bocciato, resta al 9,8%, il ritorno di Massimo D’Alema è dato ad un basso grado di credibilità, il 9,3%, mentre per il Governatore Lazio, Nicola Zingaretti, il risultato è fermo al 8,1%. Male anche Gianni Cuperlo, 6,6%, Andrea Orlando al 5,3% e Francesco Boccia, 1,4%; ma è la seconda bocciatura eccellente, quella di Roberto Speranza (al 6,2%) che fa riflettere il popolo dem sul possibile sostituto credibile di Renzi. Al momento non c’è, tra qualche mese spunterà?
Un interessante studio partito dai sondaggi elettorali e politici prodotti a fine 2016 ha evidenziato come tra i fatti politici che hanno inevitabilmente segnato la memoria storica degli italiani intervistati, due elementi su tutti sono rimasti impressi in maniera più incisiva. Tenendo conto che nei sondaggi politici prodotti da Demopolis erano consentite anche più scelte per gli intervistati, ben l’80% ha indicato come la vittoria del No al Referendum il vero fatto saliente dell’anno appena lasciato. È ancora il referendum ad “entrare” nel secondo fatto votato, visto che per il 54% le dimissioni di Renzi e il nuovo governo Gentiloni corrispondono al secondo evento significativo dl 2016: proprio la sconfitta alle urne sulla riforma costituzionale ha di fatto lanciato le dimissioni di Renzi e la conseguente nascita del nuovo esecutivo. Al terzo posto troviamo il Movimento 5 Stelle che vince nelle città di Roma e Torino, portando al primato comunale le nuove sindache Virginia Raggi e Chiara Appendino: col 51% battono anche il caso Mps e i problemi del sistema bancario generale in tutta Italia (42%). Da ultimo troviamo tra i fatti maggiormente rimasti nella memoria collettiva e raccolti dai sondaggi, al 37% la legge sulle Unioni Civili che ha di fato segnato una svolta nell’ordinamento civile dopo anni di discussioni e polemiche.