Aver atteso un’infinità di tempo per ufficializzare la discesa in campo più lunga della storia potrebbe essersi rivelata la scelta corretta. Sia ben chiaro: Montezemolo, ad oggi, si è guardato bene dal dichiarare pubblicamente la sua candidatura alle prossime politiche. E’ ormai chiaro, tuttavia, che – salvo clamorosi colpi di scena – la direzione assunta è quella e non sarà invertita. Perché, altrimenti, far pubblicare sul Corriere della Sera un sondaggio realizzato dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli secondo il quale se Italiafutura si presentasse da sola alle prossime elezioni potrebbe ottenere il 20% dei voti? IlSussidiario.net ha chiesto a Nicola Piepoli, sondaggista titolare dell’omonimo Istituto, se condivide le stime della concorrenza. «Confermo. Anche se il sondaggio non l’ho fatto io. Montezemolo potrebbe, effettivamente, prendere attorno al 20%. Potrebbe. Perché, non essendosi mai candidato, pur essendo da anni in procinto di farlo, non è possibile effettuare proiezioni su dati realistici. Come dire? Finora, abbiamo aspettato Godot. Diciamo, quindi, che affermare che raggiungerebbe il 20% se si candidasse con l’intenzione di vincere è verosimile». Addirittura, dicono che se fosse affiancato da personaggi quali il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e da quello dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, e se si collocasse in una forza moderata e centrista, prenderebbe 25%. «Sì – dice Piepoli –, anche questa è un’ipotesi realistica». L’ex presidente Fiat potrebbe anche scegliere di posizionarsi al centrodestra. «In quel caso, il centrodestra potrebbe risultare un’unità combattente mentre, adesso, è piuttosto debole. Se sommassimo il peso potenziale di Montezemolo (20%) a quello di tutti gli altri partiti dello schieramento (totale 25%), la coalizione avrebbe reali chance di vittoria». Se parliamo di centrodestra, dobbiamo, necessariamente riferirci anche all’eventualità che esso venga scomposto in una costellazioni di partiti minori. Da tempo, non è escluso, infatti, che il Pdl venga spacchettato in una miriade di liste di categoria precedute dal suffisso “Forza” (Forza Giovani, Forza Donne, Forza Imprenditori) più un’altra serie ove ciascuna sarebbe capeggiata da personaggi quali Sgarbi (Partito della Rivoluzione), la Santanché (lista di destra), la Brambilla (lista animalista) o Bertolaso. Ebbene, secondo Piepoli, meglio lasciare perdere: «Ciascuna prenderebbe frazioni di punto. Nessuna, di sicuro, supererebbe la soglia di sbarramento del 4%». Una, in realtà, ce la farebbe. Sarebbe quella guidata da Berlusconi. «L’ex premier potrebbe, con facilità, prendere tra il 10 e il 12%. Senza neanche alzare un dito». Più difficile stimare i voti del Pdl. «Sta progressivamente calando e, siccome è ancora arrivato alla fine della sua discesa, non possiamo quanto prenderebbe. Sappiamo, tuttavia, che un Pdl senza Berlusconi guadagnerebbe il 10% circa dei consensi. Forse, anche qualcosa in meno».
E Berlusconi assieme a Montezemolo? «E’ uno scenario fantascientifico. Se lo assumiamo come realistico potrebbero prendere tra il 30 e il 35%». Pareva poco verosimile anche che Casini decidesse di allearsi con il Pd. Di recente, tuttavia, ha ammesso la possibilità di un’asse tra i moderati e progressisti. «L’Udc e il Pd, insieme, potrebbero guadagnare intorno al 32-33%». Secondo Piepoli, la mossa vincente di Casini consisterebbe nell’allearsi proprio con Montezemolo «Il suo 7% più il 20% del presidente della Ferrari riempirebbe il vuoto che c’è al centro».
(Paolo Nessi)