“Per gli italiani l’Expo conta incomparabilmente di più dell’Italicum”. Lo rivela Nicola Piepoli, sondaggista e fondatore dell’Istituto Piepoli, secondo cui “il 40-45% della popolazione è molto favorevole a Expo. L’esposizione universale vale lo 0,5% del Pil in più, cioè in totale 10 miliardi di euro. In termini di consensi per Renzi, che pure dell’Expo non è stato l’ideatore, l’evento milanese è un patrimonio sicuro di consensi e in termini di voti vale molto di più dello 0,5% di Pil guadagnato”. Il primo giorno di Expo è stato segnato dagli scontri de black bloc che hanno devastato Milano. Già ieri il personale del Comune e cittadini volontari hanno unito gli sforzi per ripulire le vie imbrattate dai contestatori. Per Renzi, “gli italiani sanno benissimo da che parte stare: hanno sciupato la festa? Hanno cercato di rovinarcela. Ma quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare Expo. E Milano è molto più forte come spirito e determinazione di quello che questi signori pensano”.
Piepoli, quanto conta l’Expo 2015 per gli italiani?
Quando si parla di Expo bisogna fare una distinzione. Per gli italiani l’Expo è una specie di giostra in cui ci si diverte. Da chi vive nell’area di Milano è vista invece come qualcosa che incide realmente sul fatturato, grazie anche al fatto di incrementare la propria visibilità in Europa e nel mondo. Il sentimento pro-Expo in Lombardia è quindi molto forte, e a farsene portavoce sono stati Mattarella e Renzi. Lo stesso Papa ha aggiunto all’Expo se stesso, tanto è vero che la continuazione naturale dell’esposizione universale sarà il Giubileo. A prescindere da quelli che sono abbastanza favorevoli o indifferenti, ben il 40/45% degli italiani sono molto favorevoli a Expo.
E i milanesi invece?
Per i milanesi l’Expo è un vero business. Basti pensare che il sindaco ha chiesto ai tassisti di occupare due turni invece che uno: questo è un utile economico immediato. Lo stesso si può dire per quanti hanno costruito i padiglioni, e adesso pensano di continuare a costruirne altri. Nell’area espositiva c’è ancora molto lavoro da fare, e questo significa dei guadagni sicuri.
Ci può dare qualche cifra?
I calcoli economici prevedono che Expo consentirà un aumento del Pil dello 0,5%, ma nell’immaginario è di alcun punti di Pil in più e anche questo a sua volta rende.
Quindi l’Expo è essenzialmente un fatto d’immagine?
Sì. Le imprese e le associazioni industriali hanno dei bei padiglioni, Palazzo Italia è bellissimo, e lo stesso vale per gli altri Stati partecipanti. E’ una bella esposizione, e quindi si finisce per dimenticarsi che si parla di agricoltura o di salute. L’Expo in quanto tale resta vivamente impresso nell’immaginario collettivo.
Questo risultato d’immagine che cosa significa per l’Italia in termini concreti?
Lo 0,5% del Pil non è poco, corrisponde a 10 miliardi di euro aggiuntivi prodotti dall’Expo, cioè a un sesto del fatturato Fiat pari a 59,4 miliardi (senza contare Chrysler).
Torniamo al dato politico. Per gli italiani conta di più l’Italicum o l’Expo?
Expo è senza paragoni più importante dell’Italicum. Quest’ultimo è una legge truffa, mentre l’Expo non è una truffa ma sono tutti soldi veri.
L’Expo quanti consensi porta a Renzi?
Renzi ha consensi sempre. Che sia contro Expo o a favore, per gli italiani ha sempre ragione. Il premier ha fatto la sua campagna pro-Expo, e quindi è dalla parte giusta. Fatta eccezione per i negozianti colpiti dai black bloc, rispetto a cui la stampa non ha detto né quanti siano stati né quali danni abbiano subito, l’Expo sta rendendo e quindi Renzi ne trae beneficio. Anche se Renzi non è stato il creatore dell’Expo, perché il merito è di Letizia Moratti.
In termini numerici quanto vale per il premier?
Senz’altro molto ma molto di più dello 0,5%, l’incremento di Pil creato da Expo.
E i black bloc quali effetti hanno?
Se non ci sono colpi di scena in un certo senso l’Italia si annoia. Gli stessi black bloc che creano il caos sono il contorno di un Expo di successo.
A livello di immagine il danno provocato dai black bloc è rilevante?
Sì, i black bloc sono disturbanti. L’opinione pubblica li considera come un elemento di disturbo, anche se per il momento non si tratta di un pericolo reale. Sono più che altro un disturbo alla quiete pubblica, e la gente vuole stare tranquilla.
(Pietro Vernizzi)