E’ guerra aperta tra cosiddetti lealisti e scissionisti in vista del consiglio nazionale del Pdl che si terrà sabato. Un clima alimentato da botta e risposta tra i vari esponenti delle due ali, ad esempio ieri tra Formigoni e Gelmini, e che oggi trova conferma nelle parole di Fabrizio Cicchitto. In questo clima di scontro, ha detto, potremo disertare il consiglio nazionale (Cicchitto è esponente di spicco di coloro che vedrebbero bene Alfano prendere il posto di Berlusconi). Sul tema era intervenuto lo stesso Berlusconi dicendo nei gironi scorsi che la posizione degli scissionisti li condannerebbe al suicidio politico proprio come successo a Gianfranco Fini. Parlando con il quotidiano Il Mattino, Cicchitto ha detto come non sia nemmeno chiaro l’ordine del giorno del consiglio nazionale. L’espoente del Pdl ha poi rifiutato l’accusa di scippo del partito che è stata fatta loro dai falchi: “Non si tratta di scippo si tratta del fatto che c’è una parte del partito che si riconosce nelle posizioni del segretario Angelino Alfano. In ogni caso è assolutamente sbagliato fare quest’accelerazione ai danni del governo”. Ha poi rifiutato ogni paragone con Fini dicendo che non centra nulla con quanto sta succedendo oggi: “Penso che non ci sia nessun motivo per cui si debba bollare alcuni esponenti del partito come traditori”. Durissima infine la posizione di Daniela Santaché, fedelissima di Berlusconi che ha così espresso il suo parere: “Dobbiamo essere tutti d’accordo che si torna a Forza Italia e che tutte le deleghe sono in mano a Berlusconi, che è quello che prende voti per tutti e quindi deve poter decidere. Poi se c’è qualcuno che preferisce la poltrona del ministro, pensando di essere diventato capace e di essere il più bravo, si sveglierà e sarà un incubo”.