LA PREOCCUPAZIONE DELLA CGIL
Sono stati pubblicati i decreti relativi alla ricapitalizzazione precauzionale di Mps, ma non mancano le preoccupazioni sulle ricadute che la crisi della banca toscana potrebbe avere sull’occupazione del territorio. La Cgil di Siena ha diffuso un comunicato in cui esprime preoccupazione per gli esuberi di Montepaschi e le ripercussioni che ci potrebbero esserci al di fuori della banca. “Ovviamente continuiamo a chiedere che i presidi sul territorio della banca non vengano meno”, scrive il sindacato, che segnala come la provincia non sia certo risparmiata dalla crisi economica e occupazionale. “L’aumento dell’occupazione precaria, il grave problema occupazionale giovanile, la condizione contrattualmente subalterna delle donne e di tanti immigrati sono alcuni degli elementi che descrivono una condizione sociale che continua ad aggravarsi non risparmiando i pensionati ai quali, pur con molti sacrifici, va dato grande merito di contribuire in modo fondamentale alla tenuta anche economica di tante famiglie”, segnala la Cgil.
LANNUTTI CRITICA IL DECRETO SULLE VENETE
Anche il Senato ha approvato il decreto sulle banche venete, che viene criticamente da Elio Lannutti. Il Presidente dell’Adusbef bolla il provvedimento con la cessione a un “ricatto” da parte di Intesa Sanpaolo, che riceve di fatto gli asset buoni di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, lasciando allo Stato i costi da sostenere fino a 17 miliardi di euro. “Se il governo impegna soldi pubblici per salvare le banche, invece di subire un vero e proprio ricatto in piena regola a cui sono adusi i banchieri, nell’antica arte di strangolare i contraenti deboli, che stavolta è purtroppo lo Stato privo di diritto che imbastisce un decreto incostituzionale, avrebbe avuto il dovere di nazionalizzare Veneto Banca e BpVi, come nel salvataggio di Monte dei Paschi, il cui piano industriale 2017-2021, prevede lacrime e sangue per i lavoratori, con una riduzione di circa 5.500 unità entro il 2021”, evidenzia Lannutti, che ricorda come Pier Carlo Padoan, negli ultimi quattro anni, abbia “avallato i peggiori decreti salva banche di un sistema bancario pieno di buchi, spacciato per solido dalla sua narrazione e da quella dei suoi sodali di Bankitalia”.
Lannutti ritiene il ministro responsabile, insieme a Ignazio Visco, “dei disastri e dei dissesti delle due banche venete, costate 708 euro a famiglia e ben 28,8 mldi di euro a 207 mila soci delle venete”. E annuncia anche l’Adusbef “solleverà eccezioni di costituzionalità nelle citazioni in giudizio dei responsabili dei crac delle due banche venete, di Consob, Bankitalia e Mef, per il doveroso risarcimento dei danni subiti” dai risparmiatori che hanno sottoscritto azioni e obbligazioni subordinate.