Vengono arrestati quasi all’improvviso due personaggi che sembrano appartenere a un mondo ancora parzialmente sconosciuto e abbastanza difficile da comprendere nei suoi meccanismi, soprattutto per coloro che non sono addetti ai lavori, informatici o di spionaggio.
I due personaggi appartengono al mondo dei “nuovi James Bond”, ma quelli infedeli, che si muovono con incredibile disinvoltura tra le caselle postali elettroniche degli altri, soprattutto di quelli “importanti”. Si tratta del cosiddetto cyberspionaggio, con cui poi si riempiono dossier di personaggi di rilievo, con notizie e dati sensibili. Insomma una sorta di “Spectre” all’apparenza, tanto per restare ai racconti di Ian Fleming, che però non si capisce con quali scopi precisi si muova.
I due arrestati sono fratelli: Giulio Occhionero, di 45 anni, ingegnere nucleare, e Francesca Maria, di 49 anni. Entrambi sono residenti a Londra, ma domiciliati a Roma e sono anche noti nell’ambiente dell’alta finanza della capitale italiana. Occhionero è anche un noto massone, maestro venerabile di una loggia italiana.
L’arresto dei due fratelli è avvenuto lunedì e le accuse sono pesantissime: avrebbero violato sistemi informatici per procacciarsi notizie concernenti la sicurezza dello Stato; per aver compiuto attività di dossieraggio nei confronti di cariche istituzionali; per accesso abusivo a sistema informatico aggravato e di intercettazioni illecite di comunicazioni informatiche e telematiche.
Venendo alla sostanza, questi personaggi, che avrebbero costituito una vera e propria “centrale di cyberspionaggio”, sarebbero entrati nelle mail di Matteo Renzi, Mario Draghi, Mario Monti, l’ex ministro Fabrizio Saccomanni, il cardinale Gianfranco Ravasi. Cose da brividi. Ma siamo solo alla punta dell’iceberg, perché i fratelli Occhionero avevano una “biblioteca” o meglio un database di 18mila username e password. Nell’elenco si trovano una miriade di nomi del potere italiano.Tanto per far comprendere la portata della “centrale” messa in piedi dai fratelli Occhionero, tra gli spiati ci sono anche gli account di quattro diversi ministeri: Istruzione, Interni, Esteri e Tesoro, oltre agli account di Camera e Senato. Ma tra i domini di società o enti istituzionali ci sono anche quelli della Guardia di Finanza, dell’Istat, della Regione Lombardia e della Regione Campania, del Comune di Roma, dell’Università Bocconi e dell’Eni. Insomma, chi più ne ha più ne metta.
L’impressione è che i due, non si sa bene se per uso personale o per conto di qualcun altro, raccoglievano notizie e dati sensibili, spiando in tutta Italia, in tutta la mappa del potere italiano.
Ma ci sono collegamenti che sembrano di carattere internazionale e che sono al momento oggetto di indagine. Secondo l’accusa infatti, i due hanno utilizzato “una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione di un malware denominato Eyepyramid (da cui prende il nome l’operazione) e per anni acquisito dalle numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, gelosamente custodite su impianti informatici statunitensi, ora sequestrati dalla Polizia postale, grazia all’aiuto e alla collaborazione della Cyber Division dell’Fbi e che di fatto consentiranno di accertare quanti e quali dati siano stati illecitamente sottratti”.
La sensazione che “tutti siamo spiati”, attraverso il computer e il telefonino, è ormai un fatto di opinione comune, che è difficile dimostrare. Ma certo questo tipo di rivelazioni, che si accompagnano alle grandi operazioni internazionali che abbiamo assistito in questi anni, fanno pensare che ci siano delle “centrali di ascolto” o meglio delle “centrali di spionaggio” che sanno tutto molto prima degli altri e che hanno anche la possibilità di interpretare quello che può capitare nel mondo molto prima degli altri.
Il problema che dovrebbe nascere da questa inchiesta di così gravi e grandi proporzioni è comprendere quali siano i veri “mandanti” di una simile operazione. Difficile immaginare che i due fratelli Occhionero acquisissero da soli, per vendere o per altri usi illeciti, le notizie e i dati riservati che raccoglievano entrando nelle mail delle istituzioni e dei personaggi di tanti italiani.
C’è una interessante spiegazione di un esperto della sicurezza. Andrea Zapparoli Manzoni, che sottolinea come i due arrestati sono sconosciuti al mondo degli hacker: “sono due prestanomi, dietro c’è uno sponsor. Spiare quasi 20mila persone vuol dire un’operazione su scala industriale e fare restare invisibile il malware per lungo tempo presuppone capacità di alto livello che non sono nelle possibilità delle due persone arrestate. Tra i domini usati c’è appunto eyepyramid.com che non userebbe nemmeno una persona sprovveduta. Questa è una storia affascinante a cui manca un pezzo”.
Come si diceva la spiegazione è interessante, ma per nulla rassicurante. Chi è lo sponsor? La famiglia Occhionero? La loggia massonica di Occhionero? Oppure uno Stato? O il “grande fratello” di Orwell? Senza fare tante battute, forse è il caso, in questa occasione, di non fermarsi alle congetture, ma di arrivare alla comprensione di un fenomeno che sta diventando sempre più inquietante e che adesso riguarda anche l’Italia.