Il fisco bussa a casa degli italiani, presentandosi sottoforma di busta contenente un “Questionario” utile per scoprire i professionisti che si fanno pagare in nero. Stando a quanto scrive Repubblica, in questi giorni vari comandi locali della Guardia di Finanza stanno inviando questi formulari a molti italiani. In buona sostanza, quando le fiamme gialle pensano che un professionista possa essere un evasore fiscale, chiede anche aiuto ai cittadini che possono aver avuto affari con lui. A loro è quindi chiesto di indicare quali servizi o prodotti ha richiesto al professionista in questione e con quali modalità abbia provveduto a pagarlo. In alcuni casi pare che questo questionario (il cui uso è consentito da una vecchia legge) abbia sortito gli effetti desiderati, portando a scoprire, per esempio, che un dentista fatturava solo il 30% di quello che si faceva pagare. Il fatto è che questa forma di “collaborazione” dei cittadini è quasi una sorta di “obbligo”: se non si risponde completamente (o per niente) alle domande o se non si dichiara la verità, il malcapitato destinatario del questionario rischia una multa che va da 258 a 2.066 euro, ed è pure passibile di denuncia. I controlli vengono effettuati non a campione, ma a riscontro, il che vuol dire che gli investigatori hanno già degli elementi che collegano professionista e cittadino “interrogato”, quindi scoprire un’eventuale dichiarazione mendace può essere semplice. Oltre a professionisti, come medici e artigiani, questo tipo di controllo è stato esteso anche agli affitti. Per esempio, nelle grandi città universitarie le Fiamme gialle hanno acquisito l’elenco degli studenti fuori sede cui hanno inviato il questionario chiedendo di indicare il nome del proprietario dell’appartamento in cui sono in affitto, oltre che dell’eventuale presenza di coinquilini nello stesso.