Paolo Del Debbio, cofondatore di Forza Italia, promuove Matteo Renzi; per anni vicino a Berlusconi, per il quale scrisse il programma politico della sua discesa in campo, saluta positivamente la prepotente irruzione del leader dem, che “dà fastidio alla palude”. Le elezioni europee sono fissate al 25 di maggio: sarà il primo vero test per il presidente del Consiglio, ma anche per tutti gli altri partiti. Sotto la lente d’ingrandimento, oltre al Partito democratico, c’è ovviamente Forza Italia, che il 10 aprile conoscerà la sorte del suo deus ex machina. Quale futuro per i forzisti? E quanti di loro potrebbero confluire (come forse lo stesso Del Debbio) nel bacino elettorale trasversale di Renzi?
Da sempre vicino a Berlusconi, ha recentemente detto che sta pensando di votare Matteo Renzi.
Ho detto una cosa un po’ diversa: sono incuriosito da Renzi e dalle sue proposte, questo lo ribadisco. Come fa uno che oggi si occupa di politica ed economia in Italia a non essere attirato dal premier? In più i suoi provvedimenti sono, secondo me, ottimi.
A cosa si riferisce?
Per esempio, al taglio delle province e agli 80 euro in busta paga. Insomma, mi incuriosisce molto. Ci sto attentissimo…
Molti etichettano di populismo alcune sue disposizioni, su tutte proprio gli 80 in più a fine mese.
Ma perché mettere 80 euro in più in busta paga agli italiani dovrebbe essere una cosa populista? Se è questo, allora viva il populismo.
Ma qual è quel quid in più che ha Renzi rispetto a tutti gli altri?
Ha rotto con il passato, dà fastidio alla palude: questa è una cosa estremamente positiva. A quelli che lo criticano dico: preferivate il pantano di Monti o la situazione attuale? Ecco, uno mi potrebbe dire che avrebbe preferito le elezioni: certo, anche io, ma visto il recente passato non mi lamenterei.
È l’erede di Berlusconi? Ha la sua carica del ’94?
Non c’entrano niente. Dal punto di vista del contatto con il popolo, della capacità di linguaggio e di immedesimazione ci sono evidenti tratti in comune. A dirlo non sono io, ma il berlusconologo più importante d’Italia, Fedele Confalonieri: “È Silvio con 40 anni di meno”. È dotato di grande energia, in più sulla scena internazionale non viene preso a calci nel sedere. Vediamo, lasciamogli fare.
Non è stato deluso da Berlusconi?
No. Berlusconi è Berlusconi e i grandi personaggi rimangono tali. È unico nel suo genere, anche se certamente ha fatto i suoi errori. A oggi, non c’è nessuno come lui in Italia, né dal punto vista politico né imprenditoriale. Ancora adesso, nonostante tutto e tutti, è lui che regge la baracca, portando i voti: la simpatia degli elettori non è infatti verso un’aggregazione politica, ma è nei confronti del Cavaliere (che per me rimane tale nonostante gli abbiano tolto la carica).
Dove sta il problema del partito?
Berlusconi ha il motore di una Ferrari, ma la sua carrozzeria è un camion con rimorchio, che è Forza Italia. Certo, il tir chi lo ha costruito? Un po’ di colpe, ovviamente, sono anche sue.
Una zavorra quindi. A chi si riferisce? A Giovanni Toti per esempio?
Toti è persona stimabilissima: è uno che in televisione fa la sua figura perché conosce la politica e sa di storia, il che non è certo male. Questo lo rende singolare. Io contro di lui non ho niente e non lo dico certo perché era un mio ex collega, bensì perché – oggettivamente – è moderato, sa cosa dice e come dirlo.
Ma in ottica di futuro del partito e della costruzione di un post Silvio Berlusconi, la mossa di candidare le figlie può essere vincente? Barbara sembra tentata…
Francamente non saprei. Barbara mi sembra impegnatissima con il Milan e Marina è occupata in Mondadori, dove sta facendo molto bene all’azienda.
Come si può spiegare, vista anche la sua tentazione, questo possibile passaggio dal votare Forza Italia e Berlusconi a Pd e Renzi?
Beh, ma io non ho ancora votato nessuno, le elezioni non ci sono state.
Da qui al 25 maggio manca ancora tanto: cosa deve fare Renzi per convincerla definitivamente?
Io seguo quello che farà, ho le mie idee e vedrò. Ma il mio voto conta quel che conta. Non siamo mica in Conclave, che sono poco più di cento voti; in Italia si vota in milioni. Poi, può darsi pure che non voti per nessuno.
(Fabio Franchini)