SCONTRO POLITICO SULLA COMMISSIONE D’INCHIESTA
Ancora la commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche, che dovrebbe far luce sulle crisi di Mps, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e delle altre banche finite in grosse difficoltà, non ha iniziato la sua attività. E a quanto pare prima di settembre non accadrà nulla. Questo significa che prima della fine della legislatura non ci sarà molto tempo per lavorare. E, secondo quanto riporta agora24.it, ulteriore tempo potrebbe essere perso dopo l’estate, in quanto i partiti potrebbero far diventare questa commissione terreno di scontro anche in vista della campagna elettorale. Già la scelta della presidenza di questa bicamerale rischia di essere lunga. Forza Italia, Pd e Movimento 5 Stelle sembrano voler “imporre” un loro parlamentare e dunque bisognerà arrivare a non facile accordo. Il tema è delicato e si può facilmente immaginare quanto potrà essere utilizzato per conquistare consensi prima delle elezioni.
FINANZIAMENTO PER L’ACQUISTO DI SEBAGO
Mps Capital Services Banca per le Imprese Spa ha deciso di finanziare un’importante operazione da parte di BasicNet, che ha deciso di acquisire da Wolverine World Wide il marchio Sebago, famoso per i mocassini e le scarpe da barca Docksides. Dunque un nuovo marchio si va ad aggiungere a Robe di Kappa, Superga, K-Way e Briko. Come ricorda La Stampa, l’acquisto del marchio è avvenuto attraverso Tos, società controllata da BasicNet, per un importo pari a 14,25 milioni di dollari, pari a circa 12 milioni di euro, oltre agli oneri accessori collegati all’operazione. Mps Capital Services ha assistito la società italiana con un finanziamento pari a 13 milioni di euro. Secondo Marco Boglione, fondatore e Presidente di BasicNet, Sebago rappresenta un marchio ideale per il suo gruppo, perché è classico, sportivo, iconico e molto ben conosciuto in tutto il mondo.
L’INDAGINE CODACONS SUI COSTI DI UN CONTO CORRENTE
Il Codacons ha monitorato i costi per un conto corrente prendendo in considerazione un panel di banche composto da Mps, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca e Banco Bpm, notando che da gennaio 2013 a marzo 2017 c’è stato un aumento del 16%, da 115 a 134 euro nell’indicatore sintetico di costo annuo. Per il Presidente Carlo Rienzi si tratta di “un danno evidente per gli utenti che, ancora una volta, si ritrovano a pagare la crisi degli istituti di credito, con la complicità del Governo sempre pronto ad aprire il portafogli per salvare le banche, ma indifferente quando le stesse banche salassano i cittadini”. Il Codacons stesso aveva ipotizzato che il salvataggio delle banche e la riduzione dei loro margini si sarebbe riflessa in un aumento dei costi per i clienti. Per questo ha deciso di presentare un esposto all’Antitrust e alla Banca d’Italia per chiedere l’avvio di un’indagine urgente sui rincari dei conti correnti al fine di valutarne l’eventuale illegittimità.
I DECRETI SULLA RICAPITALIZZAZIONE
Il Movimento 5 Stelle critica apertamente il metodo che i Governi di Renzi e Gentiloni hanno seguito per gestire i salvataggi delle banche, puntando in particolare il dito contro Pier Carlo Padoan, definito “l’uomo della grande finanza italiana e internazionale”. In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo viene espressa una ferma opposizione “al metodo Pd-Padoan, che consiste nel salvare gli istituti sia con miliardi di euro di soldi pubblici che con i sacrifici degli azionisti e degli risparmiatori, lasciando il controllo delle banche risanate ai privati”. Non si può dire che Monte dei Paschi rientri nella casistica di banca che con l’intervento pubblico passa in mano ai privati, ma “nel caso delle due banche venete, addirittura, i due istituti sono stati regalati a una grande banca, Intesa, la quale ha dettato le sue condizioni sin dalla presentazione del decreto”, segnalano i pentastellati, ricordando le cifre riguardanti il salvataggio: oltre 17 miliardi di euro di nuovo debito pubblico, “5 dei quali girati a Banca Intesa per acquistare la parte sana di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza”.
Il Movimento 5 Stelle ricorda anche che gli amministratori indagati per il crac non potranno essere interdetti perpetuamente dai pubblici uffici. E lancia anche l’allarme sul futuro: “La situazione è tragica, e siamo solo all’antipasto. Non finirà con le due banche venete, anche perché gli accordi europei di Basilea sul patrimonio delle banche sembrano disegnati apposta per far saltare in aria il nostro sistema del credito”.