Domani il consiglio di amministrazione di Alitalia approverà i conti del primo semestre dell’anno. Numeri che saranno superiori alle aspettative, seppur sempre con il segno negativo. Dati che certamente saranno meglio analizzati da chi è più esperto di me, per mostrare qual è la loro reale portata, isolandoli dai “proclami”.
Meglio spostare l’attenzione su qualcosa di più incerto e meno matematico, sugli scenari e sulle voci che in questi mesi continuano a rincorrersi sul destino di Alitalia. Tralascerò ogni discorso relativo ad Air France, a una sua espansione nel capitale di Cai. Non perché si tratti di voci infondate, ma perché su questo versante non esistono al momento novità rilevanti (anche se Il Messaggero di ieri parlava di una holding comune tra Alitalia e Air France-Klm). Sembra invece che Rocco Sabelli e Roberto Colannino, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Alitalia, abbiano fatto la pace.
Da alcuni mesi si vociferava di litigi e di visioni strategiche differenti tra i due manager. Qualcuno notava dichiarazioni contrastanti. Qualcuno osservava come quella che è sempre stata considerata una coppia di lavoro indissolubile non si presentasse più unita nelle occasioni pubbliche. Qualcuno sosteneva addirittura che Sabelli fosse pronto alle dimissioni. Qualcuno lo considerava realmente possibile dopo il duro attacco nei suoi confronti arrivato in un articolo di Nicola Porro del 6 luglio scorso, pubblicato su Il Giornale, quotidiano legato al Premier, primo tifoso della cordata patriota.
Tutto il “cinema” si è spento il 15 luglio, quando Colaninno e Sabelli, a braccetto, hanno presentato a Malpensa il primo Airbus A330 con la livrea tricolore e la nuova classe di lusso Magnifica, parlando entrambi di risultati soddisfacenti in arrivo proprio domani, una volta che sarà riunito il cda di Alitalia.
Un aeroplano ha quindi dissipato alcuni dubbi. Anche se ne ha fatti sorgere altri. Perché Alitalia presenta un velivolo per tratte intercontinentali a Malpensa? Non era meglio – almeno stando alle dichiarazioni di Colaninno – Francoforte dello scalo lombardo? O forse questa presentazione era doverosa poiché – almeno stando a una vecchia intervista di Callegari, che di Alitalia è il direttore strategie, su questo giornale – a Malpensa c’è una forte presenza sulle tratte intercontinentali di Alitalia (poco importa che si tratti in realtà di quella dei suoi partner in Skyteam)?
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O forse per capire meglio la situazione va fatto un passo indietro, diciamo di un solo giorno, al 14 luglio, quando a Malpensa è atterrato e ripartito un Airbus A380, un aereo più nuovo e più grande di quello di Alitalia. E sapete chi l’ha portato nello scalo lombardo? Lufthansa, che ha deciso di inaugurare il suo nuovo acquisto con un volo Francoforte-Milano. Decisamente un forte gesto simbolico, come quello della compagnia italiana. E del resto le due aziende, o meglio i loro due “boss”, si conoscono molto bene, come ha spiegato lo stesso Colaninno sul palco del Festival dell’economia di Trento.
Ma del resto di questi tempi se ne vedono forse fin troppe di presentazioni di aerei nuovi. Per esempio, in Inghilterra il 19 luglio è arrivato il Boeing 787 Dreamliner, velivolo più leggero e meno affamato di carburante dell’Airbus A380 di cui sopra. Oggi invece a Malpensa dovrebbe arrivare proprio un altro Airbus A380, questa volta della Emirates. Tuttavia nel primo caso si tratta di una mossa nell’eterna lotta per il predominio dei cieli tra Boeing e Airbus, mentre nel secondo niente meno che della presentazione del nuovo sponsor del Milan, che porterà nelle casse rossonere 60 milioni di euro in cinque anni.
Dunque meglio concentrare l’attenzione sull’aereo tedesco, anche perché è da due anni che si parla di un maggior impegno di Lufthansa a Malpensa. Certo, è arrivata Lufthansa Italia, che poi ha dovuto fare marcia indietro sulla rotta Malpensa-Fiumicino chiudendola. È arrivata anche Lufthansa Tecnik, che ha sostituito la manutenzione di Alitalia che era presente nello scalo lombardo. Tuttavia chi sta facendo la parte del leone a Malpensa è e resta Easyjet, che ne ha fatto ormai il suo secondo aeroporto di riferimento dopo Londra (del resto trattasi di una compagnia inglese).
Easyjet ha però colonizzato il Terminal 2, mentre il Terminal 1 resta ancora appetibile per il miglior offerente. Alitalia ha deciso di piazzarvi le nuove tratte di Air One che, sono certo, la aiuteranno a registrare utili nel terzo trimestre dell’anno. Lufthansa ha finora, come detto, mosso piccoli passi. Se arriverà la ripresa economica, almeno così dicono tutti gli esperti, anche le compagnie aeree riprenderanno i loro piani di investimento, Lufthansa compresa.
E pensate cosa potrebbe diventare l’area degli aeroporti milanesi. Avremmo Malpensa con il predominio di Easyjet e Lufthansa, Orio al Serio con l’inscalfibile presenza di Ryanair e Linate con il monopolio di Alitalia. Un’offerta davvero ricca e varia, non c’è che dire. Sempre che, va detto, Lufthansa non abbia in realtà un altro obiettivo, leggi Linate e i suoi collegamenti con Roma. Del resto la deroga alla posizione dominante di Alitalia su quella tratta ha una scadenza. Se non verrà prolungata è logico aspettarsi una forte battaglia tra gli altri vettori (tra cui Lufthansa) per accaparrarsi gli spazi che verranno lasciati liberi.
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Certo, perché si concretizzi questo scenario, oltre a credere a me, dovreste aver fiducia nelle leggi e nel rispetto della concorrenza che regnano in Italia. E se i tedeschi non sono stupidi possono già immaginare gli spazi che troveranno a Linate. Per ora lasciamo che questa estate prosegua, si spera, con gioia per tutti i passeggeri e per le casse delle compagnie aeree. Saranno infatti poi i soldi raccolti a decidere le vere strategie e gli scenari futuri.
PS: È un caso che dei tre aeroporti dell’area milanese Linate è l’unico a registrare variazioni negative nel numero di passeggeri trasportati?