Roberto Formigoni (ex Ap) annuncia la nascita di un nuovo partito. “Insieme a Fitto, Cesa, Tosi, Quagliariello, Parisi e altri intendiamo dare vita a un movimento che diventerà partito, collocato nel centrodestra”. In effetti l’esistenza di 21 sigle centriste in cerca di una collocazione tra Renzi e Berlusconi ha fatto sorridere, ma solo chi non conosce come funziona la nuova legge elettorale e le opportunità che si celano nella “terra di mezzo” situata tra l’1 e il 3 per cento. I centristi (di centrodestra) lo sanno e puntano ad aggirare l’ostacolo, puntando verso l’alto. Elettori permettendo.
Roberto Formigoni, addio ad Alleanza popolare dunque.
Siamo arrivati a una separazione consensuale. Dopo cinque anni si è verificata una divergenza di insanabile di prospettiva.
Lorenzin e Cicchitto hanno scelto Renzi. Voi no.
Lupi, io, circa la metà di senatori e deputati e dei componenti della direzione siamo un partito di centrodestra, come del resto l’assoluta maggioranza dei nostri elettori. Non rinneghiamo la collaborazione con il Pd, che è stata necessitata dalla situazione drammatica del paese.
Ne è sicuro?
Sì. Abbiamo fatto qualcosa di analogo a quello che ha fatto la Merkel in Germania. Non c’era una maggioranza e la Merkel ha collaborato con i socialisti. Ma non è che dopo cinque anni di collaborazione con l’Spd è diventata socialista. E’ rimasta popolare e si è presentata alle elezioni in alternativa ai socialisti.
Il bilancio della collaborazione col Pd?
Abbiamo fatto cose buone. L’economia è ripartita, abbiamo eliminato l’Imu, fatto provvedimenti a favore della famiglia, disciplinato la responsabilità civile dei magistrati. Ma rimaniamo popolari, cioè in linea con le forze del Ppe e alternativi al Pd e M5s.
Ora che cosa farete?
Non entriamo in Forza Italia. Insieme a Fitto, Cesa, Tosi, Quagliariello, Parisi e altri intendiamo dare vita a un movimento che diventerà partito, collocato nel centrodestra, ancorato al Ppe e alle nostre convinzioni antropologiche.
Quindi niente moltiplicazione di sigle: puntate a unificarle.
Intendiamo dar vita a un raggruppamento unitario e orgoglioso della propria identità, che è diversa da quella di FI e della Lega.
La differenza con la Lega si afferra subito, quella con FI un po’ meno.
Sui principi irrinunciabili della difesa della vita, del no alla deriva dell’eutanasia, del no alle unioni civili, del principio di sussidiarietà siamo diversi da FI che invece su questi principi ha tante articolazioni al suo interno.
Una gamba cattolica dell’alleanza di centrodestra.
No. “Gamba” è un termine dispregiativo inventato da qualcuno che vuole ridurci a bad company. Rivendichiamo la nostra autonomia, siamo un movimento avviato a diventare partito.
Fate un partito e poi?
Apriamo una trattativa con FI. Se troviamo una convergenza sui programmi, ci alleiamo con FI e con le altre forze di centrodestra.
E se non trovate un’intesa?
Andremo da soli alle elezioni.
C’è poco tempo per fare un partito che non sia solo un rassemblement.
Sono almeno due mesi che ne parliamo con Fitto, Cesa, Tosi, Parisi, Mastella e gli altri e siamo a buon punto. La cosa è fattibile e la faremo.
Qualcuno potrebbe sempre trattare singolarmente con Berlusconi, chiedendo per sé un collegio uninominale.
Le scelte individuali, quelle dei furbi, sono sempre possibili. Ma non sarebbero coerenti con il cammino fatto finora.
Lei cosa farà?
Sto lavorando per ricandidarmi. Tanti elettori mi inducono a farlo.
(Federico Ferraù)