«L’impegno del governo è quello di rimettere mano alla riforma fiscale», annuncia il ministro della PA Renato Brunetta. Una riforma, spiega il ministro, «nell’abbassamento delle aliquote, nell’allargamento delle aree di esenzione e nella lotta all’evasione».
Nell’ultimo anno, ricorda, il gettito derivante dalla lotta all’evasione è raddoppiato: «I risultati si ottengono, se ne potrebbero ottenere molti di più, passata la bufera si ricomincia e in maniera strutturale».
«Lo scudo fiscale è certamente un male, nel senso che rompe le regole cui tutti siamo tenuti, ma questo male non è solo una ragione italiana», aggiunge. «Durante la crisi i Paesi del G20 hanno deciso di chiudere i paradisi fiscali e ciascun Paese ha deciso di far rientrare quanto meno i propri capitali». Utilizzare le risorse derivanti dal rientro dei capitali con lo scudo fiscale per detassare le tredicesime «è uno dei modi possibili» ma è più probabile che il Governo le utilizzerà per finanziare gli ammortizzatori sociali.
«Detassare le tredicesime costa circa 17 miliardi di euro, ma lo scorso anno i consumi a Natale sono andati benissimo anche senza la detassazione delle tredicesime». Secondo il ministro contro la riforma della PA sono rimasti a sparare «solo gli ultimi giapponesi con l’elmetto».